☆27☆ Nico

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La casa era grande e nuova. L'odore della vernice fresca non era andato ancora del tutto via e le grandi finestre davano molta luminosità alla casa. Ma quella casa aveva smesso di essere luminosa, allegra e gioiosa da quel giorno.
Nico si trovava seduto sul primo gradino delle scale di quella casa, con le braccia sulle ginocchia e lo sguardo fisso davanti a sè. Le finestre socchiuse, ma Nico non riusciva a sentire quel sottile raggio di luce entrare. Tutto era più buio senza di lei.
Dall'uscio della cucina si affacciò Hazel, con indosso un vestitino verde di due taglie più grande, i capelli in una treccia disordinata e lo sguardo spento. Si avvicinò a Nico, si sedette accanto a lui e asciugò le sue lacrime silenziose con la mano; poi lo strinse forte senza che lui muovesse un muscolo.
In quel momento i due bambini udirono la porta d'ingresso aprirsi. Il loro papà era tornato. Hazel si alzò e senza dire una parola fece qualche passo verso l'uomo che adesso si trovava di fronte a loro. Era un uomo alto dai capelli corvini e la barba curata del medesimo colore. L'uomo si avvicinò ad Hazel e le fece dolcemente una carezza sulla testa, poi infilò una mano nel cappotto e ne estrasse due strisce di carta. Nico capì subito cosa erano: biglietti aerei. Ade ne porse uno ad Hazel. La bambina lo guardò e lo lesse, poi guardò il padre con aria interrogativa: "Sono due. Noi siamo tre."
"No." Aveva risposto l'uomo. "Noi siamo due."
Ad Hazel si mozzò il respiro e la bambina si voltò verso Nico, che era rimasto seduto sul gradino ad affondare le unghie nel palmo della mano.
"Va' nella tua stanza. Raccogli tutte le tue cose." Aveva ordinato Ade. "Ce ne andiamo."
"E Nicolò?"
"Non viene con noi."
"Perchè no, papà?" Ad Hazel scese una lacrima guardando il fratello impassibile su quel gradino.
Ade non rispose, facendo cenno ad Hazel di salire sopra. Poi guardò Nico, con aria sprezzante e con un cenno del capo gli disse la stessa cosa ma il bambino non si mosse.
Hazel si avvicinò a lui e gli prese la mano, tirandolo leggermente.
"Non mi hai sentito, idiota?" Urlò Ade, e Nico sembrò tornare alla realtà. Annuì velocemente, mugolando, e si alzò raggiungendo la sorella al piano di sopra.
La cameretta delle ragazze aveva le pareti color lilla e sembrava così vuota con quel secondo letto perennemente intatto da vari giorni...
Nico entrò nella propria cameretta e riempì un grande borsone di tutte i suoi vestiti e varie foto che avrebbe custodito come i suoi più grandi tesori.
Il borsone era pesantissimo e con difficoltà Nico riuscì a trascinarlo giù dalle scale, ma suo padre non sembrava intenzionato a dargli una mano. Piuttosto gli ordinava di darsi una mossa. Nico si sedette in auto sul sedile posteriore con Hazel, la quale singhiozzava e teneva Nico tra le braccia. Ade accostò sotto la scalinata che conduceva al quartiere di S.Patrizio, dove abitava Jason Grace, suo nipote.
"Nico...Nicolò ti voglio bene. Ci ritroveremo!" Disse Hazel piangendo, poi Nico scese dall'auto con il borsone senza che suo padre dicesse nulla, neanche un "addio". Erano giorni che non gli rivolgeva la parola.
Nico guardò l'auto scomparire all'orizzonte, poi cominciò a salire le scale subito visto da Jason, che si affrettò ad aiutarlo con il borsone.
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Nico si svegliò ansimando in un luogo che non riconobbe familiare. Si guardò intorno e vide sul soffitto proiettata l'ora: 4:28.
Accanto a lui sentì un respiro regolare, caldo che gli trasmetteva calma. Will. Il suo raggio di Sole. Dormiva serenamente di fianco, la mano sotto il cuscino. Sulla fronte un ciuffo di capelli dorati.
Nico glielo spostò delicatamente dalla fronte, e in quel momento Will aprì gli occhi color del cielo.
"Nico..." sussurrò dolcemente, piacevolmente sorpreso di trovare il ragazzo sveglio.
"Ti ho svegliato, Will? Scusami."
"Non preoccuparti. Come mai sei sveglio?"
"Un incubo." Sospirò Nico.
Will si sollevò reggendosi su un braccio.
"Il solito?" Gli chiese prendendogli la mano.
"Non quello. Ho sognato una scena di quando ero piccolo."
"Vuoi raccontarmi?"
Nico stette qualche minuto in silenzio, con Will che gli accarezzava la mano e mille pensieri per la testa.
"Non... lo ricordo molto bene." Mentì. In realtà lo ricordava benissimo ma non gli andava di raccontarlo a Will.
"Va bene." Disse Will, poi lo abbracciò aggrappandosi a lui tipo koala e strofinando la testa contro la spalla del corvino.
Nico ricordò di essersi fermato a dormire da Will per fargli compagnia, ma in realtà aveva paura di incontrare Luke per la strada ed essere preso di nuovo. Era terrorizzato dall'idea. Ma d'altronde le opzioni erano due: compiacere Luke o ospedale, se andava bene. Nico ancora era un po' dolorante per la violenza usata da Luke ma non voleva che Will, il suo Will, se ne accorgesse. Nico doveva proteggerlo.
Will stampó a Nico un bacio sul collo, sollevandogli i capelli.
"Ehi Nic." Gli disse. "Tutto a posto?"
"Sì...perchè?"
"A cosa stai pensando?"
"A nulla."
"Sicuro? Sembri preoccupato."
Come faceva Will a capire che Nico era in ansia, telepatia?
"Cosa te lo fa pensare?" Gli chiese.
"Il tuo respiro. È irregolare."
Nico si stupì delle conoscenze di Will. "Lo sai che puoi dirmi tutto, Nico."
"Non è niente, tranquillo. È che ho un po' il naso chiuso e faccio fatica a respira-aargh!"
Will aveva avuto improvvisamente prurito sulla schiena e si era grattato e muovendosi aveva toccato involontariamente a Nico un punto sopra il fonoschiena, il che lo aveva fatto ruggire di dolore.
"Nico...oh Dio, scusami."
Nico si morse il labbro mentre stava immobile sperando che il dolore calmasse.
"Sì...sì Will."
Will credeva di avergli colpito, anche se non capiva come perchè Nico gli dava la schiena, i punti bassi, per come aveva reagito.
"Dove ti ho fatto male?" Chiese Will arrossendo un po'.
Nico non rispose.
"Ti ho fatto male...lì?"
"No Will."
"Dall'altro lato?"
Nico annuì.
"E come mai ti ho fatto così male?" A Will era passato un pensiero per la testa ma lo scacciò.
"Boh." Mentì Nico. Will non se la bevve.
"Nico..." lo chiamò. Il diretto interessato si voltò a guardarlo, lasciando che Will gli desse un leggero bacio sulle labbra. "Hai le emorroidi?"
"No." Rispose Nico, quasi sussurrando.
"E allora perchè ti ho fatto male?"
Doveva dirglielo? Will meritava di saperlo? Nico pensava fosse meglio tenerlo all'oscuro di ciò che accadeva con Luke, non sapeva che reazione potesse avere il biondo. Una bugia, seppur a malincuore, era meglio della verità.
"Sì...sì, le ho avute qualche tempo fa e mi fa ancora un po' male." Rispose mentendo.
"Ho capito." Disse Will dandogli un bacio, poi sorridendo in un modo che Nico non riuscì a decifrare.
Will lo abbracciò nuovamente ed entrambi si riaddormentarono, cullati dal respiro dell'altro.

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Ave! Orrendo capitolo di passaggio ma mi era venuta l'ispirazione tipo idea lampo ed ecco qui!! 😉
Le vacanze stanno finendo😢 non voglio tornare a scuola! E così si riparte con le versioni (come se abbia fatto altro per tutta l'estate😑)
Uffi uffi uffi.
Bises,
Gloria🐇

Latte e Miele 『 Solangelo 』 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora