Capitolo 34

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Il giorno dopo, come Antony mi aveva avvertito, non lo trovai.
Mi alzai sospirando e scesi di sotto, l'unica che mi diede soddisfazioni quella mattina fu Stella, mi fece le feste e poi corse a mangiare le sue crocchette. Mi preparai un caffè e decisi di invitare Serena a casa giusto per parlare un po' con qualcuno.
Mentre aspettavo la bionda, trovai un album di foto, decisi di sfogliarlo.
Era incredibile come io, Antony e i ragazzi ci fossimo riempiti di foto in quei pochi anni.

Riposai l'album quando mi arrivò il messaggio di risposta all'invito in casa a Serena.
"Cambio di programma, vieni tu a casa mia."
Sospirai esasperata. Non mi andava per niente di uscire ma nemmeno di restare a casa da sola, così fui costretta a vestirmi e lasciare l'appartamento.

Raggiunsi casa di Serena così in fretta che nemmeno me ne resi conto, per tutto il tragitto ero stata concentrata ad ascoltare musica e ad essere persa nei pensieri.
Bussai e la bionda mi aprì in tutto il suo splendore, cioè: struccata e in pigiama.
-Sarebbe questo il tuo cambio di programma? Non avevi voglia di prepararti? Mh, me lo sarei aspettato da Sofia, ma non da te.
Lei lanciò la testa indietro cacciando uno sbuffo.
-Lascia perdere Greta, sto malissimo.
Entrai in casa e dalla sua risposta aggrottai la fronte confusa.
-Che hai?
Serena attraversò l'atrio massaggiandosi una tempia con movimenti circolari.
-Ho la nausea e mi gira un sacco la testa.
Raggiunse la sala e si buttò a peso morto sul divano mentre io mi guardavo in torno per vedere se ci fossero i suoi genitori o magari se Antony fosse passato di lì. Alla fine decisi di sedermi anch'io.
-La nausea hai detto?
Quella domanda risuonò con tono preoccupato anche alle mie orecchie. Serena alzò lo sguardo verso di me e sembrò capire il motivo della mia preoccupazione.
-No, Greta, non pensare male, Matteo sta attento a queste cose.
-Come fai ad esserne sicura?
Iniziò ad assumere un'espressione spaventata e questo mi fece sentire in colpa.
-Antony ucciderà prima Matteo poi te se solo...
-Smettila! Mi farai andare in paranoia!
Abbassai lo sguardo e incrociai le mani.
-Scusa.
Serena sospirò e portò le ginocchia al petto.
-Dov'è andato Antony?
Alzai le spalle con espressione irritata.
-Non lo so, non mi ha voluto dire niente.
Esclamai esasperata. Serena assunse un'espressione divertita.
-Uuh allora è una grande sorpresa.
La fulminai con lo sguardo.
-Non ti ci mettere anche tu per favore, spero faccia al più presto, gli ho già detto che odio le sorprese.
Riuscii a vedere solo l'accenno di un sorriso da parte di Serena, perché si spense subito e sul suo viso si fecero spazio degli occhi spalancati e una brutta cera. La ragazza si alzò di colpo e corse di sopra, probabilmente in bagno. La seguii preoccupata e quando la raggiunsi mi fermai sulla soglia della porta mentre lei teneva la testa dentro il water. Non riuscii a nascondere una smorfia schifata.
-Serena, sicura di stare bene? Sono preoccupata.
Lei si affrettò a lasciare il gabinetto per lavarsi la faccia dal lavandino. Quando ebbe finito si appoggiò ad esso tirando un lungo sospiro. Continuavo a fissarla a braccia conserte e preoccupata per la sua situazione.
-Non guardarmi così Greta, non sono incinta.
Feci per parlare ma mi interruppe.
-Credo che tu debba andare, non sono nelle condizioni migliori, mi dispiace.
-Ne sei sicura?
Lei annuì e la vidi stringere così forte i pugni da far sbiancare le nocche.
-Se ti serve qualcosa chiamami, ok?
Annuì nuovamente e mi voltò le spalle, così decisi di lasciarla sola e finire la giornata per negozi insieme a Sofia.

Dopo aver lasciato anche l'ennesimo centro commerciale, decisi di tornare a casa.
Appena aprii la porta Stella corse a farmi le feste, mi chinai per accarezzarla e poi alzai lo sguardo per cercare Antony, ma i miei occhi si posarono sorpresi su una cosa ben precisa: le scale. Non erano come al solito, erano interamente rivestite da dei fiori che riconobbi bene, li avevo visti tempo fa alle Hawaii con Antony ed erano diventati i miei preferiti in assoluto.

Le mie mani lasciarono istintivamente il pelo di Stella e mi chiusi la porta alle spalle avvicinandomi con cautela ai fiori. Allungai lo sguardo verso l'alto notando che continuavano fino al piano di sopra.
-Oh, Antony...
Mormorai prima di iniziare a salire cercando il più possibile di non calpestare quei bei fiori. Rimasi senza fiato per la quantità di quel fucsia sulle mie scale e sul parquet del secondo piano. Li seguii e ovviamente mi portarono alla camera da letto. La aprii con cautela, come prima cosa il mio sguardo cercò disperatamente quello di Antony e lo trovò in fretta.

Superai la soglia e lui mi raggiunse con uno di quei fiori in mano, me lo incastrò tra i capelli rosa e mi sorrise. Non riuscivo a chiudere le mie labbra schiuse per lo stupore, e i miei occhi erano incastrati a fissare i suoi.
-Mi lasci sempre senza parole.
Lui non smetteva di sorridere soddisfatto.
-Perché?
Riuscii a chiedere facendo un ampio gesto che indicò tutti i petali che ora erano a terra. Antony portò le mani dietro la schiena e addolcì lo sguardo più di quanto non lo fosse già.
-Perché ti amo e... mi sentivo in colpa per la storia di Clara, volevo fare qualcosa di mio per farmi perdonare e mi sono ricordato del nostro viaggio alle Hawaii.
Non riuscii a nascondere un ampio sorriso. Mi guardai in torno ancora incredula.
-Come hai preso tutti questi fiori?
Lui sembrò pensarci su.
-È una lunga e noiosa storia, ora sto aspettando ancora qualcosa.
Lo vidi picchiettarsi le labbra con l'indice. Sorrisi e lo afferrai per le guance baciandolo con passione.
Antony accarezzò lentamente la mia schiena e raggiunse i fianchi per poi afferrarli e sollevarmi. Mi fece sdraiare sul letto e prima di raggiungermi si tolse lentamente la maglietta. Si mise sopra di me e si resse con l'aiuto dei gomiti per non schiacciarmi completamente con tutto il suo peso. Mi baciò e le nostre lingue viaggiarono come le mie mani che, dal suo caldo petto, circondarono la sua nuca. Mi baciò il collo e lasciò con noncuranza i soliti lividi.

Presto ci rendemmo conto che ci divideva solo dell'intimo. Antony tirò con prepotenza i miei slip verso il basso e li sfilò. Morse così forte il mio labbro inferiore che quando lo lasciò riuscii a sentire il sapore metallico del sangue in bocca.
Si tolse i boxer e il resto venne da se.


#spazioautrice
Allora, allora, allora: finalmente sono tornata!
Scusatemi se non ho pubblicato e scusatemi anche se il capitolo non è niente di che.
Ho una buona notizia però, mi è tornata l'ispirazione quindi scriverò ma non vi prometto nulla, non so se ritorno a pubblicare quotidianamente come prima, vedremo 😊😊
Lasciate tante stelline e commenti e ci rivediamo alla prossima! Love u 🌹
~gretassmjle

Ugly Heart 2.//Greta Menchi e Antony Di FrancescoWhere stories live. Discover now