Capitolo 1

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Come diavolo aveva fatto Andy a convincermi a tornare in quel locale, era un vero mistero.

Ci ero già stato altre due volte nel giro di due settimane, ma mi ero subito sentito fuori posto, come un pesce in mezzo al deserto. In precedenza mi ero abilmente eclissato dopo neanche mezz'ora, e senza avvertire i miei amici, me ne ero tornato nel mio tranquillo e silenzioso appartamento.

Possibile che non capissero che io, da solo, stavo divinamente? Che non avevo bisogno di un compagno? E che odiavo in particolar modo le "scopate occasionali"?

Ero estremamente insicuro di me stesso, lo dovevo ammettere, ma il vero motivo risaliva alla mia adolescenza. Sino a quando non compii diciassette anni, ero un ragazzo paffutello e con degli occhiali talmente spessi, da sembrare veri e propri fondi di bottiglia. In poche parole, ero brutto.

Ora avevo ventitre anni, il mio fisico si era asciugato e rassodato a forza di frequentare assiduamente una palestra, e avevo imparato a indossare delle lenti a contatto.

Andy diceva che ero "dannatamente carino", ma io sentivo ancora nella testa tutti i nomignoli del liceo.

Porcello... Scrofa... Topo di fogna... Orco...

«Ecco il tuo drink, bellezza.» disse il barman, ridestandomi da quei tristi ricordi.

«Grazie.» risposi, prendendo il mio Daikiri e voltandomi verso la folla intenta a dimenarsi sulla pista da ballo.

"For Men" ero il locale gay più famoso della città. Rimorchiare una scopata era la cosa più facile del mondo, in quel posto, ma la cosa non mi interessava affatto. Io non ero un ragazzo da una botta e via, tanto meno quello che rimorchiava qualcuno in un bar, lo trovavo squallido. Eppure Andy sosteneva che, una notte di sesso sfrenato, mi avrebbe fatto solo bene.

Peggio per lui! Avevo immediatamente deciso di svuotare il mio bicchiere e sparire come le altre volte, quando lo vidi farsi strada tra la gente e avvicinarsi con un'espressione preoccupata sul volto.

«Cazzo, Clay! Ho combinato un casino!» sbottò lui, non appena mi raggiunse.

Che novità! Andy Patel era un bravo ragazzo, dolce e un ottimo amico, ma alle volte troppo ingenuo. Più di una volta lo avevo dovuto aiutare a risolvere qualche "problemino", ma mai nulla di impossibile.

«Che hai combinato stavolta?» chiesi, rassegnato all'idea di non potermela più dare a gambe, come avevo pianificato.

Lui si passò una mano tra i capelli dorati e i suoi occhi verdi saettarono per tutto il salone spaventati. Iniziai a preoccuparmi del suo comportamento. Che diavolo era successo?

«Ci ha provato con me.»

«Chi?»

Lui si fece più vicino, accostando le labbra al mio orecchio sinistro.

«Red Callister.» mi sussurrò.

«Cosa?» gridai, facendo voltare alcune persone sedute al bancone.

«Cazzo, Clay! Non urlare!» ringhiò Andy, gesticolando nervosamente con le mani.

Red Callister era il proprietario del For Men. Io lo avevo visto soltanto una volta, da lontano, ma dovevo ammettere che era un bellissimo uomo, virile e sexy.

«Mi prendi per il culo?» domandai al mio migliore amico, non credendo alla sua storia.

«Pensi davvero che scherzerei su una cosa simile?»

«Beh, gli hai detto che sei fidanzato... vero?» chiesi, preoccupato della sua risposta.

«Ecco... io...» balbettò, diventando rosso fuoco dall'imbarazzo.

«Ma sei scemo? Mi hai detto che ami Kent e che state parlando di andare a vivere insieme!» ribattei, arrabbiato.

Erano fidanzati da ben due anni e si erano appena messi a cercare un appartamento per sistemarsi, quindi non riuscivo davvero a credere a quello che mi stava dicendo.

«Vuoi mandare tutto a puttane?» domandai.

«No, assolutamente no! Io amo Kent.» rispose prontamente lui, con occhi sognanti.

«E allora perché non lo hai semplicemente respinto?»

«Oddio, Clay! Ma lo hai visto? Secondo te si può dire di no a un tipo come Red Callister?»

«Certo che si può! Solo perché è bello e affascinante non vuol dire che possa avere tutto ciò che vuole!» affermai, infuriato.

«Clay, ogni tanto mi chiedo se tu sia fatto di carne e ossa come tutti noi.» sbuffò, passandosi di nuovo una mano nei capelli.

«Allora, che cosa ci hai fatto?» chiesi, sentendomi male solo a porre quella semplice domanda. «Ti prego non dirmi che ci hai scopato.»

«Non ci ho fatto assolutamente nulla!» sbottò stizzito. «Ma vuole vedermi tra dieci minuti nel suo ufficio al piano di sopra.» aggiunse, usando un tono di voce più basso, come se si vergognasse.

E, cazzo, che faceva bene a vergognarsi!

«Basta non presentarsi!» dissi, semplicemente.

«Già, il problema è che mi ha rubato il cellulare! Ha detto che così sarebbe stato sicuro che lo avrei raggiunto.»

«Ma che bastardo!» affermai, sempre più irritato dal comportamento di quest'uomo.

Chi si credeva di essere?

Già me lo immaginavo. La sua vita doveva essere stata sempre perfetta. Probabilmente aveva una famiglia agiata, aveva frequentato qualche scuola privata prestigiosa, e non aveva un solo problema al mondo.

«Ti prego, Clay, andresti tu a riprendere il mio cellulare?» mi implorò Andy.

«Io???» domandai, strabuzzando gli occhi.

«Ti supplico! Digli che non sono interessato e che rivoglio il mio telefono! Ti prego! Lo sai che tutta la mia vita è in quel maledetto aggeggio!» mi disse, congiungendo le mani davanti al viso per pregarmi. «Sei il mio migliore amico...»

Ma perché dovevo sempre sciogliermi davanti a quei suoi grandi occhi verdi?

«E va bene.» sospirai sconfitto, al ragazzo che consideravo un fratello. «Ma mi devi un grosso, grossissimo favore, capito?»

«Oh! Grazie, Clay!» fece subito lui, buttandomi le braccia al collo.

«Ok, ok. Ora togliti e lasciami sistemare i tuoi casini.»

Lui si scostò, lasciandomi andare, e mentre continuava a ringraziarmi con una cantilena infinita, io stavo già riflettendo su cosa dire a quello stronzo di Red Callister.

Andy

Vidi il mio migliore amico Clay allontanarsi, mentre io rimasi seduto sullo sgabello del bar. Due possenti braccia mi strinsero da dietro, abbracciandomi.

«Non pensi di essere stato un po' cattivo, amore?» mi domandò Kent, baciandomi sul collo.

I suoi lunghi capelli corvini mi solleticarono le braccia, e il suo inconfondibile profumo di pino mi invase le narici.

«Fidati, tesoro, un giorno mi ringrazierà.» sospirai, accarezzando il suo avambraccio con amore.

In fondo, io l'avevo fatto solo per Clay.

«Se mai riuscirà a perdonarti.» mi sussurrò il mio uomo all'orecchio.

«Sono sicuro che lo farà.» affermai, pensando a cosa lo aspettava.

For Men - La Serie Vol. 1Where stories live. Discover now