Impudenza

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Quel che fece il signor Borrough dopo aver lasciato Wollenbridge Cottage quella sera è alquanto prevedibile e verrà svelato molto presto dal suo più grande amico. Non occorre aspettare molto tempo per scoprirlo perché, già la mattina seguente, la vicenda subì un drastico cambiamento che sconvolse la signora Eagle molto più del fatto che Jane non poteva venire a farle visita per il tè. Georgiana, verso mezzogiorno, decise di ringraziare intimamente il signor Borrough perché le aveva dato lo spunto per uno di quegli articoli strepitosi che solo il tema dei matrimoni poteva rendere popolare. Si ritrovava immersa nei suoi pensieri e intenta a massaggiarsi il collo prima dell'agognata stesura quando sentì di sotto un certo fracasso. Era sicura che qualcuno avesse bussato e, pensando fosse il lattaio, aveva lasciato correre. Poco dopo, però, sentì sua madre dire qualcosa e in seguito il tono di voce della signora Eagle si alzò notevolmente. Quando scese le scale rimase impietrita. "Signore vi ho detto che mia figlia in questo momento non vi riceverà, vi invito ad uscire subito, non vi ho mai dato il permesso di entrare!" urlava la madre. Era rossa in volto e si era ritirata verso il piccolo corridoio d'ingresso. Quando la signora Eagle vide la figlia dichiarò: "Georgiana cara, mi sta aggredendo! Gerty vai subito a chiamare aiuto!". Il signor Benedict non stava propriamente aggredendo nessuno, ma era chiaro fosse in collera per il fatto che gli era stato rifiutato un colloquio con la signorina. "Eccovi" abbaiò lui quando la vide affacciarsi preoccupata alla sommità delle scale. Si aspettò, Georgiana, di veder apparire in lui uno dei suoi soliti inquietanti sorrisi. Invece, questa volta, Lucas era molto serio e scuro in volto. "Devo parlarvi. Ora!" pronunciò minaccioso. Georgiana sentì che il suo stomaco si gonfiava, le sue mani vibrarono e d'istinto serrò i denti per poi deglutire. Contrastò i suoi movimenti interiori con una forte caparbietà e sfoderò la sua solita corazza. "Non mi sembra il modo giusto per chiedere un colloquio, signore. Presentarvi in casa mia senza avvisare per poi insultare mia madre!" affermò altezzosa la ragazza mentre scendeva le scale. Benedict si fece avanti e puntò il dito verso la signora Eagle. "Già! Vostra madre... Immagino che voi l'abbiate già insultata abbastanza ieri! Credo che possiamo essere certi di una cosa: qui l'unica ad offendere siete voi e lo fate nei miei e suoi riguardi". La signora Eagle era atterrita da un tale comportamento. Si allontanò dal capitano e si sporse verso la porticina posteriore della casa chiamando la governante. "Gerty! Avanti muoviti, vai a chiamare aiuto, non subirò questo sopruso tanto a lungo!" urlò esterrefatta. Poi vi fu un momento in cui Benedict osservò prima la figlia e poi la madre. La signorina Eagle intuì che qualcosa stava scattando nella testa del capitano. Quest'ultimo poi le si rivolse così: "Non ci posso credere! Non lo sa!". Parlò con rabbia e il suo tono era così ingiurioso che spaventò anche Gerty, nonostante la cameriera fosse a qualche metro di distanza in giardino. Georgiana iniziò a respirare con affanno. "Uscirò a parlare con voi subito Benedict, smettetela di comportarvi in un modo tanto odioso" affermò accalorandosi. Benedict rilevò una vena implorante in quelle parole. Si irrigidì, si ricompose e abbassò il tono della voce: "No. Non mi muoverò di un passo. Lei non lo sa, non glielo avete detto... Bene lo farò io. Signora Eagle, vostra figlia..." Georgiana si avvicinò paurosamente al capitano che si stagliava di fronte alla porta d'ingresso impedendo l'uscita. Poi gridò: "Benedict tacete o vi giuro che vi farò arrestare per aggressione!" Benedict le parlò sopra pronto a rivelare tutta la verità. "Vostra figlia ha rifiutato ieri l'opportunità, anzi l'unica certezza, di essere felice per sempre con il mio fedele amico il capitano Francis Borrough. E a quanto pare ha avuto anche la sfacciataggine di non informare nessuno tra voi." Georgiana non poteva credere alle sue orecchie, era ormai giunta alla fine della corsa e si trovava a pochi metri da Benedict. Non riusciva a muoversi, non pensava che tutto ciò stesse accadendo realmente: era oltraggioso. Benedict aspettò una reazione da una qualunque delle due donne. La signora Eagle parlò, questa volta a voce molto bassa e scandendo bene le parole: "Benedict, abbiate la compiacenza di lasciare subito la nostra casa e di non farvi mai più ritorno". L'uomo rimase dapprima stupito perché, era ovvio, non si aspettava una compostezza tale da una madre che aveva appena saputo quel che aveva saputo. Guardò un'ultima volta Georgiana e fu lì che abbozzò il suo solito sorriso diabolico, poi girò i tacchi e se ne andò verso Caesar col quale ripartì in velocità alla volta di Headston Park.

Dunque cosa aveva fatto Borrough la sera precedente? In preda alla disperazione era tornato ad Headston e aveva cercato Benedict che però sembrava fosse presso il suo casino di caccia. Così lo aveva atteso nella mestizia più totale fino a quando non era tornato nella tarda nottata. Si era confessato all'amico e gli aveva riferito che era tutto perduto. Benedict, che dopotutto teneva al suo fidato amico, seppur non fosse mosso da un sentimento di compassione vero e proprio, aveva deciso di provare ad avere un colloquio con la Eagle per tentare di mettere un freno alla sua testardaggine. La missione aveva però incontrato un piccolo imprevisto nella persona della signora Eagle. Mentre attraversava i campi recintati che confinavano con le proprietà degli Anderson, pensò che, dopotutto, la madre di Georgiana gli avrebbe risparmiato gran parte della fatica. Era chiaro che una signorina di quell'età di fronte ad una proposta del genere avrebbe incrociato diversi ostacoli in famiglia se avesse deciso nella sua immensa cocciutaggine di non sposarsi. Tornò ad Headston molto pensieroso e non volle ricevere Borrough per tutto il giorno. Verso l'ora del tè, mentre era con il signor Georgie Frobisher nel grande studio al secondo piano, scorse tra le carte un calendario che l'intendente utilizzava per alcune scadenze riguardanti i fattori. Marzo era alle porte. Come aveva fatto a non pensarci prima? Lasciò di gran carriera la stanza con sommo stupore del signor Frobisher che stava ancora parlando della necessità di vendere dei terreni ad ovest di Witby Hall. Cercò Borrough in lungo e in largo chiedendo ad un gran numero di servi se l'avessero visto. Poi lo scorse da una delle finestre dell'ala est. Era seduto in giardino. Lo raggiunse e, ancor prima che egli potesse squadrarlo per tentare di capire cosa lo agitava, gli parlò. "Francis, è ora di avvisare i tuoi ad Ardale. Parti per Londra, la stagione sta per iniziare."

Spazio autrice

Eccoci dunque arrivati qui. Borrough è stato respinto e Benedict più che mosso da compassione nei confronti dell'amico (a cui comunque è molto legato) sembra comportarsi come una persona che non vuole perdere a nessun costo. E qui si scontra con Georgiana la quale, come forse avrete intravisto da qualche capitolo a questa parte, si comporta "da dura" diremmo oggi e tenta di rivendicare la sua indipendenza non volendo cadere nel facile-per-quei-tempi "marry-money". Mi sono documentata e si usava proprio dire così già ai tempi. Si parlava non di sposare qualcuno ma di sposare "il denaro". E' una scelta molto difficile questa perché nessuna donna al tempo lavorava e se non si fosse sposata sarebbe incorsa in una vita di povertà dovendo dipendere dalla bontà dei parenti più prossimi. Il capitolo si conclude con un passaggio importante. La vicenda è iniziata a novembre e oramai siamo al marzo dell'anno dopo. Si avvicina uno dei momenti più importanti nella vita della nobiltà del tempo: la stagione londinese. Dai prossimi capitoli si cambia scenario. Preparatevi a viaggiare verso la grande città dove in questo momento la servitù sta per togliere le lenzuola dalla mobilia, sta pulendo l'argenteria e preparando le stanze da letto.

Lasciatemi pure i vostri commenti al riguardo. Li leggo sempre con molta attenzione e con molto piacere.

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