Casa

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Una brezza delicata accarezzò il boschetto, trasportando con essa un rassicurante odore di casa. La luce che giocava sulla fontana proiettava su ogni superficie prismi iridescenti che diventavano sempre più luminosi, fino a inumidire gli occhi insicuri del ragazzo che osservava la loro bellezza. Il ragazzo inspirò profondamente e chiuse gli occhi.

Quel posto sapeva di casa, era uno dei pochi a farlo sentire tranquillo e in pace con il suo animo. Erano ormai passati dieci anni da quella Primavera che gli aveva sconvolto la vita. Da allora lui era cambiato molto, ma il ricordo di quell'ultima partita lo perseguitava e ogni volta che chiudeva gli occhi davanti a sé comparivano i volti amareggiati dei propri compagni.

Quando riaprì gli occhi la propria squadra svanì come inghiottita da una coltre di fumo, ma il loro ricordo era ancora ben vivido nella sua mente. Scrollò le spalle e gettò con un gesto fluido della mano una monetina dentro la fontana. Il ragazzo non capiva il perché, ma la gente era convinta che farlo dopo aver espresso un desiderio lo facesse davvero avverare.

Aveva desiderato di ritornare a Tokyo.

Dopo dieci anni di vita lontano da casa, però, sembrava davvero impossibile.

I capelli castani del ragazzo furono mossi da una folata improvvisa di vento e un brivido gli percorse la schiena. Il sole era ancora alto e i suoi raggi riflessi sulla fontana facevano risaltare le punte bionde che poggiavano leggere sulle sue spalle sottili. Fece un passo indietro e si voltò per ritornare sui propri passi. La camicia e la giacca grigia che indossava impacciavano i suoi movimenti.

«Kenma?»

Una voce roca alle sue spalle cercò di attirare la sua attenzione. Il ragazzo spalancò gli occhi, per un attimo quella voce... /Kuroo?/

«Kenma-sama?»

Un sospiro sfuggì dalla morsa delle sue labbra.

«Akihiko-kun» nello stesso momento in cui lo chiamò per nome si voltò e il viso pallido del suo assistente gli sorrise. «Scusami, mi stavi cercando?»

«In verità sì, in ufficio mi hanno detto che avrei potuto trovarti qui»

«Davvero un posto affascinante, non credi?» Kenma spostò lo sguardo sul verde che li circondava, gli alberi erano i sovrani indiscussi e la fontana era l'unica cosa estranea alla natura nel raggio di chilometri. Il ragazzo lo trovava contemporaneamente rassicurante e desolante: era un sentimento che non riusciva a spiegare a parole, un misto di nostalgia e...

«Ci vieni spesso?»

«Ogni volta che ho bisogno di stare solo.»

«Oh.» Il ragazzo abbassò lo sguardo e spostò il peso da un piede all'altro. «Non sono qui per disturbarti, ho solo notato che.. non esci molto e insomma mi chiedevo..»

Sollevò gli occhi grigi e li spalancò leggermente riempiendoli di aspettativa.

«La Primavera è alle porte» disse semplicemente alla fine.

Gli occhi di Kenma, che erano rimasti impassibili fino ad allora, si strinsero leggermente

«La settimana prossima sarà il periodo adatto per osservare la fioritura dei ciliegi, io ed alcuni miei amici stavamo pensando di andare e sono venuto per invitarti a venire con noi.

La settimana prossima?

«Siamo a fine Marzo» notò Kenma «Il periodo migliore per i ciliegi è a Maggio qui a Sapporo»

Una breve e leggera risata si posò sulle labbra di Akihiko che si portò una ciocca dorata di capelli dietro l'orecchio. «L'hai notato» Si voltò verso la fontana e si sedette sul muretto di marmo che non lasciava fuoriuscire l'acqua ormai non più illuminata dai raggi del sole.

Dopo pochi secondi di silenzio la voce di Akihiko tornò a riempire il boschetto. «In realtà pensavamo di andare a Tokyo, Kenma-san»

«Akihiko-kun, io non-»

«Kenma-san.» La voce del ragazzo sembrava più che risoluta. «Non conosco il perché della tua avversione nei confronti di Tokyo, ma ti chiedo solamente di pensarci su.»

Il cuore di Kenma sembrava poter scoppiare da un momento all'altro. Se avesse detto qualcosa sarebbe scoppiato il lacrime o peggio, quindi si limitò ad annuire.

Akihiko, che era di qualche centimetro più alto di lui, gli dedicò un grande sorriso e cominciò a camminare. Lo superò sfiorandogli la spalla con la sua timida mano.


«Si è fatto buio. Mi accompagni tu a casa, Kenma-san?»



Spazio autrice

Questa è solo una piccola introduzione, la storia vera e propria inizierà dal prossimo capitolo che vi prometto sarà molto più lungo.

Insomma, spero vi sia piaciuto. Passate una buona giornata!

P.S. Non dimenticate di dare un'occhiata anche alle mie altre storie!



haru no kaze (KuroKen)Where stories live. Discover now