Capitolo 21

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«Michael, apri quella cazzo di finestra e parlami!»
Riuscivo a vederlo seduto alla sua scrivania. La penna nella sua mano scorreva sul foglio davanti a lui senza sforzo. Il modo in cui i suoi occhi non lasciavano mai la pagina. Michael era concentrato.
Mi sarebbe piaciuto così tanto lasciarlo nel suo mondo di parole, così tanto quanto avevo bisogno che lui sapesse cosa era successo quella sera. Che non era quello che pensava lui, e non c'era nessuna ragione per ignorarmi.
«Ho intenzione di entrare dalla tua finestra!» urlai al alta voce. Il mio corpo era fuori dalla mia finestra, e stavo provando a fare di tutto per attirare la sua attenzione.
«Michael Gordon Clifford, porta il tuo bel sedere fuori dalla finestra esattamente adesso, prima che io cada e muoia.»
Michael aggrottò le sopracciglia. Gettò poi via la penna con uno sbuffo. Quindi si voltò ed incontrò il mio sguardo, l'odio era nascosto dietro ai suoi occhi vitrei.
Michael era incazzato.
Venne prepotentemente verso la finestra, ed aprì il pannello di vetro in un colpo. Fui colpito da come non si ruppe istantaneamente.
«Di cosa hai bisogno, Luke? Sono piuttosto occupato.» Michael roteò gli occhi, picchiettando impazientemente le dita contro il muro.
«Hey, guarda che essere il miglior sedicenne scorbutico é il mio lavoro!» sorrisi sfacciatamente. «Incontriamoci sotto il nostro albero speciale tra cinque minuti.» Non gli concessi l'opportunità di rispondere prima di rientrare in camera mia e correre giù per le scale. Ignorando le proteste di mia mamma su dove stessi andando così tardi di notte, corsi fuori dalla porta sul retro e poi attraverso il giardino sul retro verso il nostro posto speciale di una volta.

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Sedere accanto a Michael proprio come eravamo in quel momento, mi faceva ricordare quando sgattaiolavamo via dai nostri letti per venire a sederci sotto questo albero, a guardare le stelle finché non avremmo iniziato ad intravedere uno spicchio di sole iniziare a sorgere.
Michael si assicurò che ci fosse uno spazio di distanza tra di noi, in modo che non dovesse sfiorare il mio braccio per caso. Mi fece stringere il cuore, e sapevo perché.
Io gli avevo fatto questo. A lui, alla nostra amicizia, a qualsiasi cosa avevamo.
«Michael...» dissi piano, voltando la testa per guardarlo. La luce della luna si rifletteva sulla sua pelle, il contrasto della luce sulla sua pelle faceva brillare luminosi i suoi occhi anche nell'oscurità.
«Perché eri con lui? Dopo tutto quello che ti ha fatto? Dopo tutto quello che ti ho detto? Io ti ho aperto il mio cuore, Luke! Poi pochi giorni dopo tu esci fuori a cena con il ragazzo che ti ha tradito, che ti ha ridotto il cuore a brandelli, mentre io restavo a raccoglierne i pezzi. Solo dimmi... Perché?»
«Mi sono imbattuto in lui ieri per caso, letteralmente. Poi mi ha chiesto di cenare insieme per chiedermi scusa per tutto» replicai, sempre tenendo lo sguardo su Michael anche se lui non ricambiava.
Michael tossì, roteando gli occhi. «Gli stavi tenendo la mano. Sembrava più un appuntamento.»
«Mi ha chiesto di essere di nuovo il suo ragazzo...» mormorai. Questa volta Michael mi guardò, provando a carpire qualcosa dalla mia faccia per quanto riguardava la mia risposta.
«E cosa gli hai detto?» mormorò lui, con voce piccola. Potevo vedere che Michael era triste per quella che sarebbe stata la mia risposta, per cosa avrei potuto rispondere al ragazzo che amavo.
«Stavo per dire di sì.»
Le sopracciglia di Michael si aggrottarono in confusione. «Stavo?»
«Sì» sorrisi. «Fino a quando ti ho visto. Fino a quando ho realizzato che sei tu l'unico che voglio, no, di cui avevo bisogno. Non me ne ero accorto finché non ho incontrato i tuoi occhi nel mezzo del ristorante. Ho visto la tristezza nascosta dietro di loro, e ho capito che tutto quello che volevo fosse stringere la tua mano invece della sua. É a quel punto che ho realizzato che non amavo Ashton nel modo in cui non lo avrei più amato.»
«Luke, dove vuoi andare a parare con ciò?» I suoi occhi erano spalancati, fissandomi in attesa di una risposta.
Mi avvicinai a lui, le nostre braccia si sfioravano.
«Michael, posso mostratelo, invece?» gli chiesi dolcemente.
Le sue labbra si aprirono in una O quando realizzò la cosa. Ma annuì, guardando ogni mio movimento.
Posai una mano dolcemente sulla sua guancia, sfiorando la sua pelle liscia sotto i miei polpastrelli. Sfiorai ogni lembo della sua pelle, memorizzando tutti i piccoli dettagli che sarebbero cambiati con il tempo. Avvicinandomi catturai le sue labbra.
Le sue labbra si aprirono, un piccolo gemito ne fuoriuscì. Le sentivo contro le mie, ancora come una volta, ancora così morbide come quando avevamo dieci anni, quando non ero riuscito a controllarmi dal baciarlo nell'ultimo giorno in cui l'ho visto.
Lentamente Michael iniziò a ricambiarmi, la sua mano ancora sul mio petto, tirandomi la maglietta per restare a posto. Mi allontanai prima di spostare velocemente Michael per mettermi a cavalcioni sopra di lui. Piazzai di nuovo le mie labbra sulle sue più velocemente di come avrei potuto prendere fiato. Avvolsi le braccia intorno alla sua vita, avvicinandolo il più possibile a me. Le mie mani tracciavano disegni sulla pelle della sua schiena.
Tutto del bacio fu dolce.
Era lento, passionale, ed era condiviso da due persone che avrebbero dato tutto se stesso l'uno per l'altro. E lo stavo realizzando proprio in quel momento. Che Michael significava per me molto più di qualsiasi altro. Era empre stato così.
Michael si allontanò da me, appoggiando la sua fronte sulla mia per prendere fiato. Un piccolo sorriso gli apparve sulle labbra. «Questo era...wow» soffiò. «Molto meglio del mio primo bacio.»
Ridacchiai. Avvicinandomi catturai ancora una volta le sue labbra, non volendo dimenticare la sensazione che mi davano quando erano contro le mie. «Lo so, le mie abilità nel baciare sono migliorate.»
Michael restò seduto al mio fianco, le mie mani erano avvolte nella sua stretta. «Tu mi piaci davvero, Mikey. Mi dispiace che mi ci sia voluto così tanto tempo per capirlo.»
«Anche a me. Avremmo potuto baciarci per tutto questo tempo» ridacchiò Michael.
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Ma ciao, people!!
E finalmente i Muke si sono baciati, possiamo tirare fuori quei fuochi d'artificio che avevamo messo da parte qualche capitolo prima. Aspettavamo questo momento come la Pasqua e il Natale messi insieme. Finalmente Luke ha capito che é Michael la persona che ama e non Ashton (mi dispiace, dear, ma in questa storia stai un po' antipatico, sorry).
Io, invece, sto cercando di capire come funzioni la quinta superiore, e poi mi sto annoiando anche un po' perché la mia compagna di banco é stata operata al naso e sarò da sola fino a mercoledì, niente chiacchiere :( Sad Marty.
Vabbé, chiusa la parentesi affari miei, vi ricordo che se il capitolo vi é piaciuto, mi raccomando fatemelo sapere con un voto ed un commento.
Inoltre, vi ringrazio veramente tanto perché la storia é quasi a 4000 letture e 600 e passa voti! Davvero, grazie mille, people!! Vi voglio un mondo di bene! Allora non traduco così tremendamente... Lol

Ciao, people! A presto! ❤️

Luke and the Boy Next Door | Muke (Italian Translation)Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin