Capitolo 40

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Jazmìn.
È già mattina, stanotte non ho dormito per niente, mi sento dentro il petto qualcosa di pesante, fa tanto male, così tanto che non sono riuscita a dormire.

Da piccola soffrivo di attacchi d'ansia, e l'unica persona che riusciva a farmi calmare era Ryan. I miei attacchi d'ansia erano incontrollabili, mi mancava l'aria, avevo il respiro pesante, le gambe le sentivo pesanti, la testa mi pulsava e girava, tremavo e piangevo senza sosta.

Ecco, stanotte ho avuto uno di quegli attacchi, papà è corso in camera mia perché dato che non riuscivo a parlare ho buttato a terra la lampada, facendola rompere e per creare rumore facendo svegliare qualcuno per potermi soccorrere, mi ha subito stretta tra le braccia appena mi ha vista star male, è stato con me per ben tre ore affinché io riuscissi a calmarmi, ripeteva che voleva portarmi in ospedale, ma non volevo, così, dato che non riuscivo a parlare scuotevo la testa in segno di negazione.


Non volevo andare in ospedale per un semplice attacco di panico.

Adesso mi sto truccando accuratamente per poter nascondere le occhiaie che si intravedono troppo, sto applicando vari strati di correttore, ma non ne vogliono sapere niente di nascondersi.

Lancio il correttore per terra facendolo rompere e prendo il mascara, applicandolo delicatamente sulle ciglia, prendo il rossetto color prugna.

Aspetto che mio fratello finisca in bagno e poi vado con lui a scuola perché ha detto di volermi accompagnare, effettivamente è un po' strano questo, non mi ha mai portata con lui sulla moto, però devo ammettere che sono un po' felice di questo suo atteggiamento nei miei confronti, solo che è un po' troppo presto per perdonarlo, non dovrei farlo lo so, ma è pur sempre mio fratello.

Quando mamma e papà si son lasciati il giudice decise di separarci, io con la mamma e lui con papà.

Lucas ed io prima che mamma e papà si lasciassero eravamo tanto legati, quando ci hanno separati lui si è fatto nuovi amici cambiando scuola e ogni volta che andavo a casa di papà mi trattava male assieme ad essi ed io piangevo sempre, poi con il passare del tempo sono cambiata e li ho imparati ad affrontare, nonostante mi facesse male che Lucas non mi difendeva mai.

"Ehy sorellina, ci sei?" Lucas mi sventola una mano vicino la faccia facendomi risvegliare dai miei pensieri.
"Oh, sisi, ci sono, stavo solo pensando."
"A chi? A quel bel ragazzo in televisione di stamattina?" Ride.
"No, a quello che facevate te e i tuoi amici." Smette immediatamente di ridere ed abbassa lo sguardo.
"Mi dispiace per quello che ti ho fatto passare, ero arrabbiato perché pensavo che la causa della separazione di papà e mamma fossimo noi."
Non ci casco stavolta. "O vuoi dire che fossi io?" Abbassa di nuovo lo sguardo e dopo minuti interminabili a io che fisso la porta sento singhiozzare e qualcuno che mi stringe in un abbraccio, sussurrandomi scusa all'orecchio. Mio fratello, Lucas sta piangendo.

Vorrei poter ricambiare l'abbraccio e asciugargli le lacrime, ma non riesco.

Mi stacco dal suo abbraccio controvoglia, "Forse è meglio se mi accompagni a scuola." Mi azzardo a dire per sovrastare il silenzio che si era venuto a creare tra noi.

"Si, andiamo." Si asciuga le lacrime con la manica della felpa e si avvicina lasciandomi un bacio tra i capelli e avviandosi alla porta, apre la porta d'ingresso e mi guarda. "Non vieni?" Azzarda un sorriso ma che gli esce una smorfia perché chiaramente è ancora triste ed ha gli occhi lucidi.

"Arrivo arrivo, tranquillo." Prendo lo zaino e corro verso la porta d'ingresso. Lucas mi affianca e andiamo verso la porta del garage dove nostro padre ha le moto e le macchine.

Apre la porta e subito una moto nera attira subito la mia attenzione, è abbastanza grande, sembra potente, è meravigliosa.

"Ti piace eh?"
"Cazzo che moto! Ne voglio una così." Secondo me avrà notato i miei occhi a cuoricino.
"Se vuoi te la regalo."
"Wow, si magari. Aspe...cosa?" Mi giro subito a guardarlo che mi sorride.
"Insomma, si, se la vuoi è tua ora."
"Ma è sempre stata la cosa più importante per te oltre la tua squadra."
"Niente è più importante di te." Adesso sono io ad abbassare lo sguardo.


Appena lo rialzo lui mi sta porgendo un casco sorridendomi.


"Ti va di provarla? Per oggi guido io perché siamo già in ritardo per la scuola, ma pomeriggio se vuoi t'insegno."
"Certo, Wow, cazzo se non voglio provarla! Andiamo dai." Ammiro ancora quella moto e lo guardo di nuovo, al che lui scoppia a ridere.
"Cosa c'è di tanto divertente?"
"Scusa, ma hai gli occhi che brillano come ad una bambina quando le portano un sacco di caramelle e cioccolate." Cacchio. Ci ha azzeccato.
"AHAH, mi piace un sacco."
"Si era visto." Mi sorride.

Lucas infila il suo casco e sale sulla moto iniziando a mettere in moto, mi fa segno di mettermi il casco e raggiungerlo sul sedile del passeggero, lo metto e salgo su. "Dammi le mani." Gli e le porgo. "Ora stringiti a me, non mollare mai la presa, intesi?" Alzo gli occhi al cielo.
"Si, papà."
"Ah ah ah, simpatica." Dice ironicamente.
"Lo so." Me ne vanto.


Accelera e siamo sulla strada sfrecciando, il vento che vola in faccia è qualcosa di incredibilmente bello, sembra di stare in uno di quei film dove finalmente sei libera, libera dal passato, libera di vivere come vuoi e libera di essere felice.

Presto arriviamo a scuola e scendo dalla moto, saluto Lucas che deve andare a parcheggiare la moto.
"Ci vediamo all'uscita." Mi dice.
"Okay." Rispondo semplicemente.

Entro nella scuola e noto che Ryan mi sta fissando, senza pensare a ciò che fare ecco i miei piedi che si dirigono verso di lui che è appoggiato all'armadietto e mi fissa intensamente negli occhi.

Appena gli sono di fronte sputo la mia rabbia acidamente. "Perché non hai risposto ai miei messaggi? Ti sei già dimenticato di quello che è successo?" Lo fisso attendendo una risposta.
"Tra me e te non c'è stato nulla Jaz, scorda il bacio che ci siamo dati, dimenticali tutti e dimentica anche me."

"Cosa? Che stai dicendo Ryan?" Adesso sto urlando.
"Vattene." Mi avvicino a lui cercando di attirare il suo sguardo nel mio, quando subito vengo spinta a terra da qualcuno.

"Amore mio, buongiorno!" Gabriella salta addosso a Ryan che non ci pensa due volte a baciarla.

Appena finiscono il bacio, Gabriella i gira a guardarmi, "oh ciao Jaz, bentornata." Sorride falsamente.



"Non sarei mai voluta tornare." Detto questo mi giro e me ne vado.

Mi inizia a girare la testa, sto avendo uno degli attacchi di panico, Oddio no!

Mi sento male, debole, pesante, tante cose, quando sto per cadere due braccia forti mi tengono la vita, e niente poi tutto nero, sento solo voci.

"Stendetela a terra ho detto!" Urla qualcuno, mio fratello, Lucas.
"Che le prende?" Questa volta è Ryan.
"Chiamate l'ambulanza!" Dice mio fratello.

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