Capitolo 45

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Jazmin Pov's.

Fortunatamente le prime quattro ore sono passate.

Ryan ha sempre cercato di parlarmi, ma fortunatamente la mia migliore amica compariva al momento giusto davanti a me allontanandomi da Ryan.

"Ragazzi buongiorno", entra la preside in classe accompagnata da una ragazza con i capelli rossi fuoco.

"Buongiorno", rispondiamo in coro alzandoci.

"Bene ragazzi, ci tenevo a presentarvi una nuova compagna di classe, si chiama Amanda Cliver e si è trasferita qui da poco, spero che la trattiate bene e che tra di voi non ci siano problemi", dice la preside indicando Amanda.

La nuova sorride a Ryan che ricambia il sorriso.

Sta cercando di attirare l'attenzione.

Già mi sta sul cazzo.

Meglio rimediare.

Alzo la mano e al cenno della preside parlo."Preside, potrei andare al bagno? Mi sento poco bene", dico.

"Certo tesoro, ma cosa ti senti?", mi chiede dolcemente.

"Sa, sento una nuova puzza di merda, mi da alla testa e mi fa voltare lo stomaco", rispondo. La preside si acciglia e tutti scoppiano a ridere, mentre la 'merda', nonché Amanda diventa rossa come i suoi capelli.

"Questi non sono modi di parlare signorina!", mi rimprovera la preside.

"Lei mi ha chiesto cosa avessi ed io sono voluta essere sincera", rispondo cauta.

Ryan mi guarda e scuote la testa.

"Credo che tu dovresti fare un salto nella presidenza", ringhia la preside.

"Signora preside? Non posso farlo qua il salto? Non mi va di sforzarmi tanto, non mi piace per niente lo sport. Quella che salta da una parte all'altra o da una cosa all'altra di certo non sono io",rispondo non usando i termini precisi.

"Già che deve venire in presidenza perché non usa i termini specifici?", mi sorride falsamente ed io ricambio.

"Certo.", mi alzo dalla mia sedia. "In poche parole cara preside, volevo dire che non sono io quella a cui piace saltare da un cazzo all'altro", rispondo. Come sono arrivata ai cazzi ora?

Per colpa di quella Amanda che voleva soffiarti via Ryan.

"Ci ho ripensato cara, vieni immediatamente nel mio ufficio, ora! E convocherò anche i tuoi genitori", indica la porta.

"Li convochi pure, a loro non fotte un cazzo di me, potrei anche morire per loro", sfoggio il mio sorriso più falso per non scoppiare a piangere mentre mi dirigo davanti la porta dalla preside indicata.

"Aspetti preside! Se lei va in presidenza ci vengo anche io", la mia migliore amica.

"Vuoi finire nei guai anche tu insieme alla tua amichetta?", dice la preside.

"È la mia migliore amica, finisce nei guai lei, finisco nei guai anche io", risponde cauta la mia amica e senza staccare gli occhi dai miei.

"Oh, che emozione, mi commuovo quasi", finge di asciugarsi una lacrima Amanda.

"Prova a prenderla ancora per il culo e ti ritrovi con la testa nel water, zoccola", sbotto acida.

"In presidenza, ora!", urla la preside cercando di spingermi fuori dalla classe.

"Guardi che so camminare, non sono invalida come lei!", sbotto. Stupida bocca che non sta mai zitta.

"Non lo ripeterò ancora una volta..", inizia la preside.

"Andate nella presidenza, ora!", imito la voce della preside.

"Hai veramente esagerato!"

"Si si, vado in presidenza così poi lei mi raggiunge mi fa la ramanzina del cazzo e poi convoca i miei genitori del cazzo, non è così?", dico mentre mi dirigo verso la porta con Francesca e quando usciamo fuori dall'aula finendo di parlare, sbatto la porta alle mie spalle notando un Ryan imbronciato.

Fanculo Ryan!


Due ore più tardi.

E così io e Francesca siamo da due ore in presidenza. Mia madre mi ha chiaramente cacciata di casa rimproverandomi di essere 'una figlia irresponsabile e rompi coglioni', parole sue.

Se sapevo che avrebbe reagito così lo avrei fatto anche prima.

E così andrò a vivere da mio padre.

Sia lodato il cielo.

La mamma dal suo canto mi ha sbraitato contro urlando talmente tanto che il mio udito è andato a puttane per colpa sua.

Mio padre invece è qui di fronte a me da oltre dieci minuti e non ha ancora detto una parola.

Francesca è seduta al mio fianco appoggiata alla mia spalla con il capo.

All'improvviso il viso di mio padre si apre in un sorriso.

"Cosa?", chiedo quando continua a sorridere senza parlare.

Si alza senza dire ancora niente e fa scostare Francesca da sopra a me e mi prende in braccio di colpo.

"Finalmente torni a casa!", esulta. Cazzo, mi sarei aspettata un rimprovero ma mai un esaltazione simile.

"A casa è tutto pronto, aspettano tutti te", ci avrei scommesso. Mentre mi abbraccia ancora mi sussurra. "Io ti aspetto da sempre ormai", continua a stritolarmi facendomi male al collo.

"Papà, cazzo, mi uccidi così e poi co sto cazzo che mi vedi a casa, mi vedrai direttamente nella tomba", replico.

Papà allenta la presa ma non si stacca.

"Papà, te ne rendi conto che sembri una piovra?", al mio commento ride e mi lascia andare facendomi respirare.

Dio mio, mi proibiva davvero di respirare.

"Bene, andiamo a casa. Francesca, ti va di dormire da noi stasera?", papà si rivolge a Francesca e i miei occhi si illuminano d'improvviso. Mamma non mi faceva mai portare amici a casa, neanche Francesca che la conosceva da anni. Papà è completamente diverso dalla mamma, sarebbe capace di tirare giù il mondo anche solo per vedermi felice. E poi che dire? Papà è sempre papà, altro che mamma.

Gli anni trascurati tra me e lui lo hanno scosso molto, non lo da a vedere perché è orgoglioso dato che crede che i maschi devono essere forti per la famiglia e cazzate simili, ma io conosco mio padre e la mia parte buona l'ho presa da lui, per questo so.

So troppe cose di lui e il fatto che lui non sappia molte cose mie gli pesa, lo vedo, lo capisco da come insiste nel chiedermelo.

Purtroppo per lui, so ogni minimo gesto che fa.

"Se non le dispiace si", risponde Francesca imbarazzata dalla richiesta di mio padre.

"Ma quale dispiacere? Per me è un piacere cara",risponde mio padre sorridendo per poi cingermi le spalle con un braccio.

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