capitolo trentanove

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"Signor Waller è necessario che sua figlia sia presente alla sentenza di Putersmith. Lo so che la cosa potrebbe farla stare male, ma lei e Niall sono i testimoni fondamentali per il caso. Se loro presenzieranno in tribunale sarà più facile che quel mostro sia condannato."

Esitai per un secondo. Jamie aveva sofferto troppo per colpa di quell'essere, ma se volevamo avere giustizia lei e Niall dovevano essere presenti.

"Sarà fatto."

"Perfetto. Vedrà che Putersmith non avrà alcuno scampo."

Annuii e mi alzai, uscendo dallo studio dell'avvocato senza proferire parola.

-

"Non so se posso farcela a testimoniare, papà."
Mi strofinavo le mani nervosamente, mentre mio padre, seduto difronte a me, mi fissava.

"Tu e Niall siete indispensabili per la chiusura del caso. Putersmith ormai è già condannato, ma con una vostra testimonianza potrà avere la pena che si merita."

"Io sarò presente, signor Waller. Farò tutto quello che mi è possibile per far sì che quel farabutto abbia ciò che si merita."
Niall era vicino a me e mi fissava, sperando in una mia risposta positiva.
Lui era più che sicuro di andare e testimoniare contro il nostro aggressore e con lui sarei riuscita a fare qualsiasi cosa.

"D'accordo, sarò presente."
Mio padre abbozzò un sorriso e Niall mi strinse la mano.

"Assicuriamoci che quel bastardo paghi per ciò che ha fatto." Aggiunsi, senza nessuna emozione nella mia voce.
Mi alzai, lasciando Niall e mio padre in cucina.
Mentre mi dirigevo nella mia stanza, Gilda mi bloccò per un braccio, invitandomi a guardarla negli occhi.

"Supererà anche questa, signorina. Io credo in lei e potrei giocarmi il posto di lavoro. È la ragazza più forte che abbia mai conosciuto e le confesso che mi è mancata tantissimo nel periodo in cui era rinchiusa in quel posto. Se solo avessi avuto quel Putersmith sotto mano..."
Sorrisi alle sue dolci parole e le accarezzai la mano.

"Gilda, non serve darmi del lei. Ti conosco da quando sono nata e per me sei una seconda mamma."
Sorrise alle mie parole.

"Ti ringrazio, mi sei stata di aiuto e grazie a te, in tribunale, sarò la persona più forte dell'universo."
Vidi una lacrima percorrere il suo viso, prima che mi abbracciasse più forte che poteva.
Adoravo quella donna e non sapevo davvero cosa avrei fatto senza di lei.

-

Tre settimane dopo

Accesi la TV e sentii che stavano parlando del processo di Putersmith.

"Non si era mai visto un processo dopo così poco tempo dall'arresto dell'imputato. Questo pomeriggio il giudice deciderà la sorte del rapitore dei due ragazzi di Brooklyn. L'uomo è riuscito ad evadere una prima volta dal carcere federale di New York. È tenuto in osservazione giorno e notte ed oggi stesso sapremo cosa gli serberà lo stato americano."

Spensi la TV e presi un respiro profondo, pronta ad affrontare il mio peggiore incubo.

-

Scesi dall'auto e vidi un centinaio di fotografi assalirci e altrettanti giornalisti farci domande a raffica. Le guardie del corpo di mio padre le allontanarono per favorirci il passaggio in tribunale.
Guardai Niall, che mi sorrise e mi strinse la mano.

"Andrà tutto bene, te lo prometto."

"Non promettermi più niente, Niall."
Capendo ciò a cui alludevo, abbassò lo sguardo e cominciammo a camminare.

Entrammo all'interno della struttura e ci fecero sedere. Aspettammo l'entrata del giudice e l'entrata dell'imputato.
Un'attesa che mi sembrò infinita.

Il giudice chiamò a testimoniare prima me e poi Niall, chiedendoci a che genere di torture ci aveva sottoposto e a che cosa avevamo dovuto assistere per colpa sua.

In tutta la durata del processo, la faccia di Putersmith era vuota; priva di qualsiasi emozione. Faceva quasi paura.

Il giudice e la giuria si ritirarono per decidere il verdetto.
Non lasciai la mano di Niall nemmeno per un secondo.
Mi guardò intensamente.

"Mi dispiace Jamie."
Le sue parole mi spaventarono più del dovuto, il mio cuore cominciò a battere all'impazzata ed ero sull'orlo di una crisi di panico.
Pensavo che la sua affermazione avesse qualcosa a che fare con il verdetto, ma subito mi tranquillizzò accarezzandomi i capelli.

"Non c'entra con la condanna di Putersmith."
Mi calmai e gli feci cenno con la testa per incitarlo a continuare.

"Da quello che mi hai detto fuori dal tribunale ho potuto capire che mi hai perdonato, ma non hai dimenticato; e non ti biasimo affatto. Voglio solo che tu abbia nuovamente fiducia in me.
Io ti amo Jamie, più di qualsiasi altra cosa. Sei la mia vita e non ho intenzione di farti del male un'altra volta. Non me lo perdonerei mai. Mai."

Presi la sua testa e appoggiai la sua fronte sulla mia.

"Io mi fido di te, Niall."
Lui sorrise e mi diede un lieve bacio, che fu interrotto dalla rientrata in aula del giudice e della giuria.
Ci alzammo tutti quanti in piedi ed io e Niall ci guardammo impazienti di sapere come sarebbe finita.

"Silenzio in aula, prego."
Ci sedemmo e all'improvviso un silenzio tombale riempì l'intera aula.

"Il signor Noah Putersmith è accusato di rapimento, omicidio, evasione da una prigione federale, aggressione aggravata e tentato omicidio con l'aggravante della premeditazione. La giuria come dichiara l'imputato?"

"Colpevole, vostro onore."

"La giuria dichiara l'imputato colpevole e condannato alla pena di morte, che avverrà in data 15 febbraio con un'iniezione letale."

"Il caso è chiuso."

Niall mi abbracciò, sussurrandomi "È finalmente finito tutto, piccola."
Io piansi, piansi più che potevo; ma piangevo di gioia. Era un pianto liberatorio.
Dopo quella sentenza ero certa che la mia vita sarebbe cambiata.

Prima che portassero via Putersmith mi avvicinai a lui. Mi guardava con uno sguardo spento, ma col suo solito sorrisetto da infame bastardo.

"Non te la meriti neanche la pena di morte. Dovresti marcire in una cella per il resto della tua vita, ma siccome c'è il rischio che tu uccida una guardia ed evada, meglio così. Ci rivediamo all'inferno."
Lui rise di gusto, prima che le guardie lo portarono via.

Sorrisi, facendo un grande sospiro di sollievo.

"Siamo liberi."
Disse Niall.

Annuii e lo baciai dolcemente.

"C'è solo una cosa che possiamo fare."
Corrugò la fronte, non capendo ciò che intendessi.

"Come hai detto tu, siamo liberi."
Annuì.

"Portami al mare e facciamo l'amore." Sussurrai.

Sorrise, mi prese la mano e cominciò a correre verso l'uscita del tribunale, che per noi segnava un nuovo inizio. Una nuova vita.

Insieme.

Fine.

❤️

Trap || Niall HoranWhere stories live. Discover now