Fifty one.

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Un nuovo giorno era iniziato, il mal tempo continuava ad essere il protagonista indiscusso della giornata, alcuni pensavano anche che da lì a breve sarebbe anche potuto iniziare a nevicare e i bambini non vedevano l'ora, volevano scendere in strada e poter giocare con la bianca neve.
Quel giorno in paese c'era, se possibile, ancora più movimento del giorno precedente ma c'era un motivo preciso per così tanto caos.
Tutti gli abitanti del posto non facevano altro che parlare tra di loro, o meglio sparlare, e dicevano di essere rimasti sconcertati a sapere quella notizia, non sapevano se fosse vera o meno ma a loro bastava parlarne, anche i forestieri, pur non conoscendo gli abitanti del paese, si erano ritrovati coinvolti nella discussione e ad esprimere le loro opinioni in merito.

Anche nella grande casa posta lontana dal centro della città era giunta quella voce ma nessuno osava parlarne con i signori o chiedere conferma, si limitavano a parlottare tra di loro e a lanciare sguardi indiscreti a Benjamin e Maria che si sforzavano di ignorarli.
I due ragazzi stavano facendo colazione, erano da soli data la tarda ora e lo stato di salute di Alberto, mentre alcune cameriere continuavano a guardarli sottocchio.
-"Benjamin?" Lo chiamò la ragazza.
-"Mh?" Mugolò il più grande mentre addentava la sua brioche al cioccolato calda.
-"Perché le domestiche continuano a guardarci di sfuggita e a parlare tra di loro dopo averlo fatto?" Chiese Maria mentre si guardava intorno per assicurarsi se qualcun altro continuasse a guardarli.
-"Di sicuro sono invidiose della tua bellezza." Sorrise il moro. "Sei radiosa questa mattina." Continuò e le spostò una ciocca di capelli dal viso.
Il viso della giovane si tinse di rosso e un piccolo sorriso comparve sulle sue labbra.
-"E tu sei un adulatore, mio caro di Benjamin." Rispose e bevve un sorso del suo succo di frutta. "Ma non credo sia questo il motivo." Aggiunse.
-"E quale credi sia il motivo?" Chiese Benjamin che non capiva il perché di tanta preoccupazione.
-"Non saprei, è da quando facciamo colazione che non fanno altro che guardarci e chiacchierare tra di loro." Spiegò la castana.
-"Forse per il nostro matrimonio." Rispose il più grande e prese il suo bicchiere.
-"Può darsi ma perché osservarci costantemente?" Continuò a chiedere la ragazza.
-"Conosco le circostanze in cui è stato deciso il nostro matrimonio, magari vogliono capire cosa ne pensiamo noi." Disse Benjamin. "Ma non preoccuparti troppo, saranno delle sciocchezze loro." Aggiunse e scrollò le spalle.

Dopo la colazione fatta con Maria, Benjamin, aveva deciso di passare del tempo con Federico e di recarsi in paese con quest'ultimo.
-"Sei sicuro di voler andare in paese?" Chiese il più piccolo mentre camminavano tra i boschi.
-"Certo." Rispose il moro. "Perché non dovrei?" Chiese.
-"Prima odiavi andare in paese mentre ora non facciamo altro." Disse Federico e mise le mani in tasca.
Il più grande si fermò sul posto, gli prese il polso e lo girò verso di lui.
-"Se rende felice te andare in paese rende felice anche a me, tutto ciò che voglio vedere è quel bellissimo sorriso che illumina il tuo volto." Sussurrò lui e fece unire le loro labbra.

Dopo non molto tempo, di cui la maggior parte era stato sprecato tra coccole e baci, Benjamin e Federico giunsero in paese ma erano troppo occupati a ridere e scherzare tra di loro per poter notare gli sguardi che la gente gli stava lanciando.
-"Adoro quel libro, non vedo l'ora di rileggerlo!" Esclamò allegro il più piccolo.
-"L'avrai letto almeno dieci volte, di sicuro sarà tutto consumato!" Rispose il moro e rise per l'espressione imbronciata dell'altro ragazzo.
-"Non è colpa mia se quel libro è meraviglioso." Sbuffò il minore.
Poco prima che Benjamin potesse dirgli che lui era molto più meraviglioso di qualsiasi libro qualcuno tirò via il corpo di Federico lontano dal suo.
-"Federico!" Quasi urlò il giovane.
La schiena del biondo venne a contatto con il muro rovinato del paese, facendolo gemere dal dolore, mentre un uomo gli teneva ben stretto il polso e altri li accerchiavano.
-"Che c'è? Vuoi il tuo amante?" Sputò acido l'uomo e aumentò la presa sul polso del minore.
I visi dei due ragazzi persero ogni colore mentre il battito del loro cuore accelerava sempre di più.
-"A- amante?" Balbettò Benjamin.
-"Si, amante." Quasi rise uno di quei grossi uomini. "Sappiamo che usi il corpo di questo ragazzo per dare sfogo alle tue fantasie perverse." Continuò.
-"È una bugia!" Urlò il più piccolo ma venne zittito da un pugno che gli colpì, prepotentemente, lo zigomo destro.
-"Lasciatelo in pace!" Urlò il moro ma due grossi uomini lo fermarono prima che potesse muoversi.
-"Siete solo due luridi invertiti e la pagherete cara!" Ringhiò l'uomo che stava stringendo Federico. "Tali oscenità nel nostro paese non possono accadere!" Aggiunse.
-"Il figlio del signore e il suo più caro amico che peccano insieme, che oscenità." Disse una donna che si trovava poco lontano da loro.
-"Lasciateli stare!" Una voce catturò l'attenzione di tutti i presenti in piazza.
Due uomini armati distrussero il cerchio che si era creato intorno ai due giovani.
-"Lasciami stare." Ripetè l'uomo.
-"Devono pagarla!" Urlò uno.
-"Per ora non ci sono altre prove se non voci." Rispose la guardia. "Ma se dovessero dimostrarsi davvero 'fidanzati' dovranno vedersela con la giustizia." Continuò virgolettando la parola fidanzati.

Le guardie erano riuscite a far liberare i due giovani che erano scappati via da quelle bestie che fino a poco prima avevano dimostrato rispetto ai due.
Benjamin aveva finalmente capito il perché di quegli sguardi indiscreti da parte delle cameriere mentre lui e Maria facevano colazione, tutto il paese era venuto a conoscenza della loro relazione ma non sapeva come.

Benjamin e Federico avevano deciso di recarsi a casa del secondo per poter parlare di quello che era successo senza essere interrotti ma i loro piani vennero distrutti non appena varcarono la soglia di casa.
-"M- madre..." Balbettò Federico che ebbe l'istinto di scappare lontano da quella casa.
Lo sguardo di Eva era freddo, quasi assente, i suoi occhi verdi, tanto diversi da quelli del figlio, erano contornati di rosso come prova per il suo lungo pianto.
-"Come avete potuto fare questo?" Chiese la donna con un filo di voce.
-"Questo cosa?" Fece finta di non capire il moro.
Lo sguardo della donna si spostò sul maggiore che si sentì gelare.
-"Non prendermi in giro, Benjamin, io mi fidavo di te." Disse lei.
-"Non abbiamo fatto nulla di sbagliato..." Sussurrò il più piccolo.
-"Lui deve sposarsi con una ragazza fantastica e tu devi crearti una famiglia, come puoi dire che non avete fatto nulla di sbagliato?" Chiese retorica Eva.
-"Noi ci amiamo e l'amore non è mai sbagliato!" Disse alzando la voce Federico.
-"Vi amate?" Rise la donna. "Ditemi, quanti anni avete?" Chiese.
I due si scambiarono uno sguardo e abbassarono la testa colpevoli.
-"Su, rispondetemi, quanti anni avete?" Continuò Eva.
-"Diciannove..." Sussurrò Benjamin.
-"Diciannove, bene." Disse la donna. "E tu, Federico?" Aggiunse.
-"Diciotto..." Rispose il giovane.
-"Avete diciannove e diciotto anni, credete davvero di sapere cos'è l'amore?"
-"Noi ci amiamo, perché volete negarlo?" Domandò il più piccolo con le lacrime agli occhi.
Il moro, percependo il suo stato d'animo, si avvicinò a lui e lo strinse.
-"Qualsiasi cosa ci sia tra di voi finirà oggi stesso, voi non sarete più nulla." Disse Eva.
La donna aveva ragione? La loro storia sarebbe continuata?

Illegal love || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora