Sixty.

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Benjamin, nel corso della sua vita, aveva sempre potuto contare sulla presenza di Massimo, suo padre non era mai stato presente nella sua vita ma il padre del più piccolo aveva sempre colmato quel vuoto, era sempre stato un punto fisso nella sua vita, ancor di più della sua stessa famiglia, gli aveva insegnato le cose più semplici, quelle che avrebbe voluto fosse stato suo padre ad insegnargliele, era una persona davvero importante per lui.
Federico era davvero molto orgoglioso dell'uomo che era suo padre, riteneva che fosse una delle persone migliori del mondo, che fosse sempre pronto a sostenerlo e ad aiutarlo in qualsiasi situazione, pensava che l'avrebbe sempre appoggiato in ogni sua decisione e accettato per qualsiasi suo modo di essere.

Benjamin se ne stava nascosto dietro a quel muretto e ascoltava le tre persone mentre parlavano, si malediva mentalmente per aver dato così troppa fiducia a chi, invece, lo stava lentamente accoltellando, prima di quel momento non si era reso conto di chi davvero era dalla sua parte e chi invece lo stava solo prendendo in giro, si era lasciato ingannare come un bambino.
-"Federico è solo un lurido invertito, non merita di vivere sereno, proprio come Benjamin." Sputò acido Massimo.
Quelle parole fecero scattare qualcosa nel moro che, in un battibaleno, uscì dal suo nascondiglio e scaraventò per terra la caraffa di vino.
-"Come potete parlare in questo modo di vostro figlio?!" Urlò lui.
-"B- Benjamin..." Balbettò, quasi terrorizzato, Alberto.
-"Dite che io e Federico siamo quelli sbagliati ma in realtà lo siete voi." Ringhiò il più grande. "Tutto ciò che io e Federico facciamo è amarci, viviamo il nostro amore nascosti dagli occhi degli altri senza far del male a nessuno ma voi non siete così.
Voi ve ne fregate della felicità, del benessere, delle persone che vi circondano, nel vostro mondo esistete solo voi.
Ora, vi pongo una domanda e vi prego di rispondere sinceramente, siete meglio voi che distruggete le vite delle persone solo per il vostro personale divertimento o noi che viviamo la nostra storia senza danneggiare nessuno?" Chiese e ricacciò indietro le lacrime, non voleva dimostrarsi debole agli occhi dei due uomini e di Eva che gli avevano distrutto la vita.
-"L'abbiamo fatto per il vostro bene, questa vostra relazione non avrebbe portato nessuna cosa positiva, solo problemi." Rispose Massimo che era molto più tranquillo rispetto a suo padre.
-"E credete che, invece, la relazione tra me e Maria porterà qualcosa di buono?" Chiese retorico il moro.
-"Avete distrutto la vita di due ragazzi solo perché a voi non andava a genio la loro relazione, non vi vergognate?" Si intromise Eva che, a stento, riusciva a trattenersi dal piangere.
-"Un giorno capirete e ci ringrazierete." Disse Alberto e andò via seguito da Massimo.
-"E lei? Lei è d'accordo con tutto questo?" Chiese il più grande e si lasciò scappare un singhiozzo.
-"Ricorda Benjamin." Iniziò a parlare la donna. "Ci sarà sempre un punto che ci darà l'impressione che il cielo tocchi la terra, ciò significa che dipende da noi come vedere le cose.
In una piccola casetta in prateria tutti possono essere felici, basta vederlo con la giusta prospettiva." Disse e andò via lasciando solo Benjamin con i suoi pensieri.

I giorni passavano uno dopo l'altro, il maltempo era tornato ad impossessarsi della città, sembrava rispecchiare l'umore di Benjamin che, per tutto il tempo, non aveva fatto altro che continuare le sue ricerche, mancava solo un giorno al suo matrimonio con Maria ma, di Federico, non c'era nessuna traccia, si era spinto ben oltre i confini della città ma non aveva trovato nulla.
Dov'era il suo Federico?

Anche quel giorno, il moro, si era svegliato di buon'ora, nonostante le poche ore di sonno, per incamminarsi e andare alla ricerca del suo amato, non passava un solo minuti senza che Benjamin dedicasse al più piccolo tutti i suoi pensieri, era il suo chiodo fisso.
Dopo aver scoperto cosa suo padre e il padre del biondo avevano architettato non aveva voluto saperne di parlare nè con uno né con l'altro.
Quel giorno, diversamente da tutti gli altri, aveva deciso di spostare le sue ricerche in paese, voleva osservare meglio il posto in cui era cresciuto per essere sicuro che lì non ci fossero tracce di Federico.

La piazza del paese era addobbata con le tradizionali decorazioni natalizie che si intrecciavano alla cascata di fiori che era arrivata in paese per il matrimonio che ci sarebbe stato il giorno seguente, Benjamin osservava quelle decorazioni, guardava la gente che le osservava stupefatta e rideva di loro, tutti erano venuti a conoscenza della relazione tra lui e Federico ma nessuno si era posta la domanda del perché si sposasse con Maria, tutti preferivano non fare domande per continuare a vivere nella tranquillità.
I pensieri del moro vennero interrotti non appena una mano si poggiò sulla sua spalla facendolo sobbalzare.
-"Benjamin." Disse qualcuno.
Il ragazzo si girò e non poté fare a meno di sbuffare.
-"Leo." Disse. "Cosa vuoi?" Chiese.
-"Anche per me è un piacere rivederti." Rispose sarcastico Leo abbozzando un sorriso.
-"Non ho tempo da perdere, cosa vuoi?" Ripetè Benjamin.
-"Dov'è Federico?" Chiese il ragazzo.
-"Cosa ti importa?"
-"È mio amico, mi importa sapere se sta bene i meno." Controbatté Leo.
-"Sta bene, tranquillo." Mentì il più grande.
Leo abbozzò un sorriso e si passò una mano tra i capelli.
-"Magari sarà in qualche prato a leggere qualche buon libro che l'ha particolarmente colpito, sappiamo com'è fatto Federico." Disse.
Quelle parole colpirono Benjamin come un fulmine a ciel sereno, come aveva potuto non pensarci prima? Aveva la risposta davanti agli occhi ma non era riuscito a vederla.
Senza neppure salutare il ragazzo, il moro, si sistemò la giacca e corse via, diretto dal suo Federico.

Era ormai tardo pomeriggio, il sole stava per tramontare e Benjamin, finalmente, era giunto alla sua meta.
Quando Eva gli aveva detto quella frase non era riuscito a coglierne il significato ma non appena quelle parole lasciarono la bocca di Leo tutto gli fu più chiaro, sapeva dove si trovava Federico e non aveva perso tempo nel raggiungerlo.
C'era una piccola casetta in un grande prato lontano dal paese e, a detta del biondo, sembrava potesse toccare il cielo, ed era proprio lì dove era nascosto Federico.
"Sto venendo a prenderti, amore mio." Pensò Benjamin non appena giunse nel luogo da lui desiderato.

Un uomo, poco distante da lui, attirò l'attenzione di Benjamin e subito si avvicinò.
-"Mi scusi, posso disturbarla un secondo?" Chiese cortesemente.
-"Ragazzo, certo, dimmi." Rispose l'uomo.
-"Ha per caso visto un ragazzo biondo, alto, occhi molto azzurri e pelle abbronzata?" Chiese il più grande che sperava con tutto se stesso di avere una risposta positiva.
L'uomo annuì e allungò una mano.
-"È quel ragazzo lì, per caso?" Chiese e indicò un determinato posto.
Benjamin si girò e seguì la direzione che gli era stata indicata e, subito, i suoi occhi si riempirono di lacrime.
Poco lontano da lui c'era una piccola casetta e, fuori dalla porta, c'era una figura rannicchiata su se stessa, Benjamin non indugiò nel riconoscerlo.
Federico era .

Illegal love || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora