Prima degli occhi (capitolo 2)

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La sveglia suonò e il mattino fece il suo ingresso trionfale negli occhi di Chiara. In realtà lui era raggiante ma lei non lo accolse con dolcezza, spense la sveglia e tuffò il viso nel cuscino per ritrovare il buio assoluto.

Qualche secondo dopo però ci sarebbe stata da fare la prima fondamentale scelta della giornata: tenere il viso nel cuscino e morire soffocata o decidersi ad andare verso un nuovo giorno?

Sarebbe bastato chiudere le persiane la sera prima ma crollò lì nel letto, con i vestiti ancora indosso, mentre ascoltava la musica di quel tizio oltre il muro. Scartata la scelta del soffocamento Chiara allungò una mano, recuperò il cellulare sul comodino e molto goffamente si mise a pancia in su. Teneva il cellulare con entrambe le mani, tra gli occhi e il soffitto. Ogni mattina, appena sveglia, era d'obbligo dare una sbirciata ai social.

È un rituale per molti, come se durante la notte potesse succedere chissà che cosa; ci si aspetta di trovare il messaggio che si è sempre voluto leggere, cose del tipo "ho capito che sono un coglione, voglio stare con te per sempre, ti amo."

La realtà fu che aprendo Instagram trovò qualche likes ma nulla di così rilevante, anche perché non aveva foto da maialona e quindi i "morti di figa" emigravano su altri profili. Chiuso Instagram venne il turno di Twitter che era il suo canale d'informazione istantaneo, ma era ancora rincoglionita quindi non prestò attenzione reale alle notizie.

Facebook era il preferito, anche perchè su Facebook ormai c'è la vita privata di chiunque, puoi farti i cazzi di chiunque, ormai è tutto lì.

Essendo il social più importante lo apriva sempre per ultimo, usava sempre questa tecnica per tutto, le cose buone le lasciava alla fine. Tipo quando aveva tre pasticcini da mangiare, iniziava sempre da quello che le piaceva di meno e finiva con il più buono. Forse è una cosa innata in noi, ecco perché passiamo i primi vent'anni a vivere pensando sia tutto una merda e poi pian piano iniziamo a vedere il bello ovunque, anche dove non c'è.

Arrivò un whatsapp:

- Appena sei sveglia scrivimi, oggi ti porto in giro -

con allegate una serie infinita di emoticon che più andavano avanti meno erano pertinenti:

sveglia/cappuccino/brioches/festa/borsa/rossetto/soldi/ambulanza/tacchi/banana.

- Eli No! Voglio andare a fare un po' di spesa.-

- Sei a Torino da una settimana, le lezioni iniziano tra qualche giorno, ti porto un po' in giro. Daiii. Guarda che Torino è stupenda.

Rihanna l'ha scelta per un concerto.-

- Ok! La storia di Rihanna mi ha convinta, mi preparo.-

- Mezz'ora e sono a casa, muoviti.-

Alle otto del mattino Torino era ormai viva. Chiara appiccicò il naso alla finestra per guardare sotto e via Nizza era parecchio trafficata.

Qualcuno strombazzava con il clacson per mandare a cagare

qualcun'altro che aveva parcheggiato in seconda fila.

La via era percorribile in entrambi i sensi, con una sola corsia per senso di marcia, da entrambi i lati c'era una striscia di auto parcheggiate e uno spazioso marciapiede. Chiara prese il computer ed uscì dalla camera.

- Buongiorno Claudio - attraversando il salotto.

- Ciao - con voce dolce rispose Claudio mentre faceva colazione seduto a tavola. Un buon odore di crostata ai mirtilli riempiva la stanza.

- Hai dormito bene? -

- Ho dormito bene - rispose Chiara liberandosi il viso dai capelli.

L'odore della crostata di mirtilli cercò di dissuaderla ma lei tirò dritto in bagno. Lasciò cadere tutti i vestiti a terra, aprì l'acqua calda della doccia e si chinò per lavarsi i denti nel lavandino.

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