Capitolo 4

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Bryan

L'aveva rivista. Era lei la ragazza che aveva attraversato la strada giorni prima insieme a Luisa Potter.

Ma quello che l'aveva lasciato stupito era come quella ragazza aveva tenuto testa a Vin, umiliandolo, e poi, se non fosse stato per l'amica avrebbe risposto anche a lui.

E nessuno era capace di far restare Bryan stupito. Se ne era accorto da come lo guardava. Aveva avuto modo di vedere bene i suoi occhi... e che occhi. L'aveva guardata un paio di volte, ed era già troppo. Lui non guardava mai nessuno in faccia a meno che non doveva fare a pugni, ma una donna non ci pensava proprio, era sempre l'altro sesso a fissarlo in continuazione.

Certo che il carattere non le mancava, sembrava un tipa bella tosta. Si mise a ridere da solo e finì la birra che aveva tra le mani.

In casa non c'era nessuno, i fratelli erano fuori con Lizzy, e suo padre non c'era quasi mai. Fissò per un po' la piscina in giardino e si ritrovò a pensarla.

Le mancava da morire, e più giorni passavano più il dolore aumentava.

Si alzò, tirò la bottiglia vuota nel contenitore dietro di lui, ed entrò. Quella sera Jessica gli aveva detto che ci sarebbe stata una festa da quegli sfigati dei giocatori di football della Seattle University. Jessica e Lucas, un altro che faceva parte della compagnia, frequentavano quell'università. Brad Walker invece, suo cugino, conosceva quasi tutti gli studenti, e alla festa avevano invitato anche loro. Non aveva una grande voglia di andarci, la compagnia di Jessica iniziava a stancargli. Ma alla fine si convinse, c'erano alcool e donne, un mix che non sdegnava di certo.

Salì per le scale e passò davanti alla porta di quella stanza chiusa ormai da tempo. Nessuno vi entrava, lui aveva dato ordine di non aprirla e di lasciarla come l'ultima volta in cui era entrata lei.

Si cambiò e dopo mezz'ora finì di prepararsi.

La casa era silenziosa e avvolta nella penombra della sera. Sentì una stretta al cuore, ma uscì senza voltarsi e salì in auto diretto al bar, dove Jessica e gli altri lo stavano aspettando.

Gli tornò in mente quella ragazza insolente, e non riuscì a spiegarsi neanche lui il motivo, ma prese la strada del quartiere residenziale, alla fine da lì al bar ci si arrivava ugualmente, solo che lui non prendeva mai quella strada. Si convinse mentalmente che lo stava facendo solo perché voleva allungare il percorso. Passò davanti casa Potter, le luci erano accese, ma fuori non c'era nessun movimento.

Senza perdere più tempo raggiunse gli amici. Erano in fondo al locale già mezzi ubriachi. Vin contava i bicchierini messi in fila indiana, mentre Jordan cercava di infilare una pallina da golf in una bottiglia. Sicuramente ci vedeva già doppio.

Jessica lo vide e gli corse in contro. «Sei arrivato finalmente», sussurrò al suo orecchio, afferrandogli il lobo fra i denti.

Gli sorrise appena, e la oltrepassò sedendosi difronte agli amici. Jessica gli si attaccò letteralmente a fianco. Accavallò le gambe e la minigonna salì ancora più su. Bryan se ne accorse ma non disse niente, e allora lei si infastidì.

«Allora Vin, il due di picche di stamattina ti ha dato al cervello?», gli chiese Jordan con la voce impastata.

L'altro lo fissò con aria strana. «Ma chi, la biondina? Nah.. dammi una settimana e sarà lei a pregarmi.»

Bryan li guardava con aria schifata.

«Cinque giorni. Dammi cinque giorni», rispose l'altro.

Vin si mise a ridere, e gli altri lo seguirono a ruota.

CON TE SEMPRE -1 LIBRO DELLA "The brother Walker series." CARTACEOWhere stories live. Discover now