9. Eddie or Teddy?

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Lily's POV.

Quasi dimenticavo che le ultime lezioni prima delle vacanze di Natale non erano ancora terminate. Mi ero illusa che fosse così, ma mi aspettava ancora la peggiore di tutte: Difesa Contro le Arti Oscure. Assieme a Storia della Magia, era una delle materie che meno mi piacevano. Non perché trovassi la materia poco interessante, è chiaro, ma più che altro era il modo in cui veniva insegnata. E soprattutto, da chi.

Dolores Umbridge non era certamente uno dei miei insegnanti preferiti. O meglio, non conoscevo nessuno in tutta la scuola a cui piacesse, e dubitavo che fosse di gradimento a qualcuno. Mio padre mi aveva sempre raccomandato di non darle fiducia e di non fare passi falsi con lei.
Era tornata a insegnare nella scuola di magia dopo più di vent'anni con apparenti buone intenzioni, dopo essere stata perdonata dalla McGranitt per ciò che aveva fatto in passato.
Nonostante ciò, a me non sembrava che fosse cambiata un granché, ma forse era solo una mia impressione.

Raggiunsi l'aula e presi posto accanto a Alice Paciock, la mia migliore amica.
Era da un po' che non avevamo occasione di trascorrere un del tempo insieme, come facevamo prima. Quell'anno avremmo avuto i GUFO e stavamo studiando più duramente rispetto agli anni precedenti.
Quella di Difesa Contro le Arti Oscure era l'unica lezione che avevo in comune con i Tassorosso, ed ogni volta ne approfittavo per chiacchierare un po' con Alice.

«Hey Lils!» mi salutò con il soprannome che mi aveva affibbiato ormai da anni.

«Hey campionessa!» scherzai, dandole una spallata amichevole.

«Credi che riuscirò a passare le prove?» domandò con la preoccupazione che si rifletteva nei suoi occhi azzurri, che aveva ereditato da sua madre, Luna Lovegood.

«Hai tutte le potenzialità per farcela, Alice, non tirarti giù!»

La nostra conversazione venne interrotta da un suono piuttosto irritante; era la Umbridge che si schiariva sonoramente la gola. Alzai gli occhi al cielo mentre si chiudeva la porta alla spalle e si sedeva dietro la cattedra.
Io e Alice, come d'abitudine, poggiammo le bacchette sul banco, e così fece tutta la classe.

«Via le bacchette!» esordì la Umbridge con la sua vocetta stridula.
Qualcosa non quadrava. Io e Alice si scambiammo un'occhiata, entrambe confuse e perplesse.

«Aprite il libro a pagina 235 e leggete tutto il capitolo.» ordinò, sbattendo una mano sul legno della cattedra.

Facemmo come ordinato con un po' di stupore, poiché eravamo abituati a lezioni pratiche.
Durante il corso della lezione nessuno disse una parola, e io lessi il capitolo con molta superficialità. A quanto pare, la Umbridge si accorse della poca concentrazione impiegata nella lettura.
Pochi minuti prima della fine della lezione si schiarì nuovamente la gola e fece il mio cognome. Presi un respiro profondo e aspettai che mi dicesse qualcosa.

«Signorina Potter, mi parli del capitolo appena letto.» mi esortò, con un sorrisetto malvagio sulle labbra.

«Dunque... Ehm...» balbettai, entrando completamente nel panico.

La Umbridge iniziò a battere incessantemente il piede sul pavimento, aspettando che le esponessi l'argomento. Attese ancora qualche istante e poi riprese la parola.

«Mi vedo costretta a metterle una T, signorina Potter.» disse, come se le dispiacesse effettivamente. Sospirai e roteai leggermente gli occhi per non far notare il mio disappunto.

Mentre segnava il voto, la campanella suonò e potei finalmente scappare da quella tortura.

«Ci vediamo in giro, Alice!» salutai velocemente la mia migliore amica, mentre ero diretta verso la mia Sala Comune.

Nineteen Years Later // INTERROTTAWhere stories live. Discover now