Cap 22

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E ripenso alla nostra prima notte, mia e di Paolo, in quella casa. C'era solo il divano letto, e noi ci eravamo portati le lampade e i cuscini e avevamo convinto i nostri genitori a lasciarci dormire lì. Paolo aveva preso il suo pupazzo di Spider Man e avevamo letto i suoi fumetti fino a tarda notte. Avevamo nove anni, ma ci sembrava di essere i padroni del mondo.

«Devi promettermi solennemente una cosa», aveva detto Paolo

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«Devi promettermi solennemente una cosa», aveva detto Paolo.

Gli avrei promesso di tutto, quella notte.

«Prometti che nessuno a parte me o te metterà mai piede in questo nostro posto»

«Nessuno nessuno?», avevo chiesto. Già pensavo di fare una piccola festa per invitare le mie amiche.

«Se qualcuno entra qui, questo posto smetterà di essere magico, non sarà più solo nostro, capisci...?»

Avevo annuito. Mi ero vista Prisca e le altre a frugare dappertutto nelle nostre cose. E avevo capito che Paolo diceva la verità.

«Te lo prometto, davanti a Spider Man. Nessuno entrerà mai nel nostro rifugio»

«Te lo prometto anche io»

Avevamo sorriso e poi ci eravamo addormentati l'uno addosso all'altra, perché faceva freddo. Al mattino, mi ero svegliata con la sua mano sui miei capelli.

 Al mattino, mi ero svegliata con la sua mano sui miei capelli

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Ritorno alla realtà e guardo gli occhi luminosi di Geo.

«Laura, ti ho chiesto di Paolo perché... sì, insomma... Tu mi interessi un bel po'»

Divento di nuovo rossa.

«Davvero?»

«Sei diversa dalle altre ragazze che frequento. Vorrei conoscerti meglio»

Perché non mi bacia? L'ha già fatto una volta. Gli basterebbe protendersi verso di me e io sarei di nuovo lì per lui.

Non riesco a dirgli niente, ma credo che lui capisca cosa provo dal mio sguardo.

Mentre ci avviamo verso la moto, però, sento che non posso più aspettare.

«Geo», sussurro, prima di mettere il casco.

«Cosa?»

«Anche tu mi piaci un sacco»

E senza dargli il tempo di replicare incollo le mie labbra alle sue. Mi stringe un braccio e mi blocca sul sellino della moto. Inizia a baciarmi con trasporto. E' un bacio completamente diverso da quello che mi ha dato nella Casa Rossa.

 La sua lingua si infila nella mia bocca e in un attimo mi sembra che il mio corpo prenda vita

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La sua lingua si infila nella mia bocca e in un attimo mi sembra che il mio corpo prenda vita. Come se fino a quel momento fosse rimasto addormentato. Mi stringo a lui e sento i suoi addominali sfregare sul mio petto. Sospiro. Quando ci stacchiamo, ho la bocca in fiamme e il cuore a mille.

Non ci diciamo niente. Geo mette in moto e io salgo, mi stringo a lui e spero che il tragitto duri più a lungo possibile e che vada forte. Se dovessi dare un colore a questo bacio, sarebbe l'arancio. Non ancora nel fuoco della passione, ma un preludio sincero a quello che potrebbe succedere domani.

Shake my colorsWhere stories live. Discover now