Capitolo 14

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Oggi.

Veronica
Sento il respiro caldo di Matt sul mio viso. La sua vicinanza mi rende nervosa e il fatto che mi stia toccando in questa maniera, mi ricorda che devo restare in guardia. Sento il suo cuore che batte forte sotto la mia mano che tiene appoggiata al suo petto. L'ultima volta che qualcuno mi ha guardata così non è finita per niente bene. Solo che vorrei abbandonarmi ai miei pensieri più nascosti. Vorrei lasciarmi andare con questo ragazzo determinato. E non spiego il perché di questa mia reazione, perchè io non lo conosco Matt, quindi preferisco restare come sono sempre stata.

Il suo sguardo è intenso e parla da solo, come se avesse mille cose da dirmi, ma si limita a stare in silenzio. Quello che trasmette è più forte di qualsiasi altra cosa io abbia mai provato. Tutto questo mi fa ripensare solo al mio passato, a quel passato che vorrei cancellare per sempre dalla mia mente e vorrei che non fosse mai esistito, ma esiste e devo conviverci. Soprattutto, devo ricordarmi di non mischiare ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà.

«Ti ho detto di chiamarmi per nome, Veronica».

Il suo tono minaccioso mette i brividi e il fatto che mi abbia chiamato più di una volta Veronica mi fa pensare che è serio riguardo ciò che dice. Quindi annuisco e faccio come mi dice, solo per uscire da questa situazione.

«Okay, Matt» ribatto, in tono secco. «Ora vorrei che mi lasciassi andare».

Mi osserva per un po', con l'indecisione negli occhi, titubante sul da farsi, ma proprio nel momento in cui Matt allenta la presa dal mio polso, la porta del mio appartamento si apre.

«Ho interrotto qualcosa?» se ne esce Karina, divertita, con un perfetto accento inglese.
Scommetto che, dal sorriso che ha dipinto in faccia, ha sentito e visto tutto dallo spioncino.

«No» rispondo, nell'esatto istante in cui Matt dice: «Sì».

Karina inarca le sopracciglia e ci guarda uno per volta. «Uh! Mi sa che me ne torno dentro». Fa per chiudere la porta, ma la blocco.

«No, stavo giusto entrando» dico, allontanandomi dal mio capo. «Matt se ne stava andando».

«Non è vero» protesta lui.

«Allora entra» lo invita Karina, spalancando la porta del mio appartamento per lasciarlo entrare. Matt si avvia in soggiorno e io sbuffo per il comportamento arbitrario della mia amica. Forse ha dimenticato che non viviamo più insieme e dovrei essere io a decidere chi posso o non posso invitare nel mio appartamento. Può fare tutto ciò che vuole in casa mia, ma ci sono dei confini che non devono essere varcati e questo è uno di quelli. Ma è già andato tutto a puttane, quindi mi richiudo la porta alle spalle e raggiungo il mio ospite "indesiderato".

«Allora» esordisce Karina «Chi è il tuo amico?».

«Non è il mio amico, è il mio capo. Lei è la mia amica Karina» dico, rivolgendomi a Matt che nel frattempo si è accomodato sul mio divano.

«Piacere, sono Matt» si presenta lui. «E non starla a sentire, siamo amici, ma ancora questo bocconcino non vuole ammetterlo».

L'occhiolino che ne segue mi fa automaticamente alzare gli occhi al cielo per la sua spontanea sicurezza.

«Non fare quella faccia, il tuo capo-amico sembra un tipo simpatico».

«È quello che cerco di farle capire» si intromette Matt. «Ma lei sembra ostinata a tenermi a distanza».

«E perché mai, Oks...?» inizia Karina, ma la interrompo lanciando un forte urlo, per distogliere l'attenzione da quello che stava per dire.

«Aaaaaaaah!».

𝗧𝘂 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗲𝗱𝗶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora