Il primo giorno

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3^capitolo

<< Seguitemi, vediamo che farne di questa nuova matricola...>> ripetevano in continuazione, mentre Loren stava soffocando dentro quella specie di involucro al buio. Era in preda al panico, nelle mani di perfetti sconosciuti, non poteva fare niente per liberarsi, aspettava solamente che colui o coloro l'avessero rapita, si facesse avanti a dare le sue motivazioni. La vita di Loren sembrava sgretolarsi pian piano e adesso anche il primo giorno da universitaria era andato in fumo.

<< Lasciatemi andare o quanto meno fatevi vedere, brutti sventurati che non siete altro!>> gridava una voce soffocata e piuttosto impaurita...era Loren, stava impazzendo, non era per niente coraggiosa, anzi al contrario, temeva tutto, per sino il nulla, ma amava affrontare le situazioni senza mai tirarsi indietro e adesso sembrava veramente al limite della sua pazienza.

Gli occhi iniziarono ad aprirsi lentamente, mentre prendevano a riveder nuovamente i colori e una fitta luce, che era coperta da tanta e  tanta polvere.

<< Cosa c'è bambolina ? Cerca di stare calma, questo è la nostra accoglienza. Benvenuta alla Berkeley, non sarai mica spaventata..eh ?>>

<< Più che spaventata, a dire il vero, sono disgustata e scioccata da come voi, ragazzi universitari siete così infantili, da accogliere in questa maniera una nuova matricola. Di quale confraternita fate parte ?>>

<< Infantili dici?- lo accompagnarono i suoi amici con delle risate- Senti un  po', piccola e presuntuosa matricola, se non vedi di cucirti quella bocca, farai fatica ad uscire da qui, quindi è meglio per te startene zitta, intesi ? Andiamo ragazzi e guai a te se ti azzardi a scappare. >>

Loren rimase zitta, ma non perché glielo avessero ordinato o per il semplice fatto di essere intimorita dalle loro parole, ma per il solo motivo di escogitare qualcosa. Si iniziò a guardare intorno, le corde si facevano sempre più strette attorno ai polsi,  fino a sentirsi sempre più debole e fiacca. Loren cercava qualcosa con cui potersi liberare e non a caso, da quelle lucubri pareti, saltavano fuori delle vecchie tubature, abbastanza taglienti per liberarsi di quelle dannate corde.

<< Dai Loren..- sussurrava piano piano, dandosi coraggio- puoi farcela, ci riuscirai.>>

La corda iniziava ad allentarsi e finalmente si spezzò.

<< Si! Fatto.. andiamo su.>> esultò con voce bassa.

Loren era sempre più sicura che li non ci fosse solo lei, ma tante altre povere matricole, ma girandosi un po' intorno non ne trovò, così decise di avviarsi a trovare una via d'uscita, prima che fosse troppo tardi. Cercava qualche finestra o comunque uno spiraglio da dove poter uscire. Camminava, camminava ancora, ma niente , Loren aveva sempre più paura, non c'era via d'uscita, aveva il timore che quei ragazzacci venissero di nuovo e che per lei non ci fosse più alcuna speranza. Non aveva mai avuto così tanta paura in tutta la sua vita, l'ansia la stava sotterrando quando..

<< Si ! Una finestra, non ci posso credere.>> pensò tra se e se.

Provò ad aprirla ma niente, cercò di forzarla più volte ma non servì lo stesso a nulla e se quella era l'unica via d'uscita di quell'orrendo scantinato, per Loren era la fine. Continuò a cercare e cercare, convincendosi che ci fosse un'altra porticina o per lo meno, trovare la porta da cui erano entrati. Ecco un'altra finestra, ma anche questa non fu d'aiuto. Dopo vari tentativi, si arrese e si sedette in un angolo, in preda al panico, con gli occhi lucidi, a pensare che per lei forse era finita, che non avrebbe mai più visto nessuno della sua famiglia, né Rose né i suoi amici e in particolare non avrebbe più cavalcato il suo oceano blu. Cercò di calmarsi, di non pensare più negativo, ma credere e soprattutto cercare il lato positivo, ma non ce n'era nemmeno uno... quando un leggero soffio di vento scombinò i capelli di Loren. Forse c'era ancora una speranza e cosa ancora più importante è che adesso potevamo credere nel lato positivo. Presto Loren si accorse che sopra la finestra c'era un oblò arrugginito, non troppo piccolo ma nemmeno troppo grande, forse il suo corpicino però poteva passarci... tanto vale provarci. Così, iniziò ad appoggiarsi nella finestra e ad aggrapparsi in delle specie di maniglie di ferro, fino a raggiungere l'obbiettivo. Adesso arriva il punto cruciale, cercare di uscire. Non era facile, ma ciò che la sollevava è che affacciava sul morbido prato verde, che faceva da contorno alla scuola. Piano piano ce la stava facendo, era più facile di come pensasse, fino a quando , arrivarono di nuovo loro...

<< Non starai mica pensando di scappare! Con noi non si scherza ragazzina e soprattutto qua nessuno riesce a farla franca alle nostre spalle. Vieni subito qui!>>

Loren cercò di uscire subito, ma qualcuno aveva in mano la sua caviglia e cosa ancor peggiore è che aveva una forza micidiale...

<< Lasciatemi stare, voglio godermi il mio primo giorno, di certo non me lo sarei mai aspettato così, no ?>> disse Loren, con le lacrime agli occhi e dando un calcio fortissimo nella mano che cercava di tenerla. Si liberò, cadde nel prato.. ma di fronte a lei c'era il resto della confraternita, per lei non c'era più alcuna via di scampo.

<< Credevi di scappare eh- disse uno di loro- ma adesso ti riportiamo con noi, non ti dispiace vero?>>

<< Lasciatemi in pace vi prego! Aiuto, aiuto!>>

<< Non fiatare e stai tranquilla, oppure..>>

<< Sveglia amore! Dai devi andare all'università, non vorrai fare tardi anche il primo giorno no>>

Gli occhi di Loren si spalancarono, erano lucidi e impauriti come nel sogno e si limitò solamente ad annuire.

Scese  a fare colazione, dimenticandosi di tutto, poi salì di nuovo al piano superiore, si lavò e si vestì, gioiosa e eccitata per il suo primo giorno.

Il tragitto in macchina fu tutto una serie di raccomandazioni.

<< Arrivati! Vuoi che venga con te nel tuo appartamento? Che ti aiuti? Come vuoi tu tesoro.>>

<< No mamma tranquilla, da questo momento inizia la mia vita da indipendente. Fai fare a me>>

<< Ohh, la mia piccolina è cresciuta... stai attenta, ti voglio bene.>>

Loren la strinse in un abbraccio e la rassicurò su tutto, poi salutò il papà con un caloroso abbraccio e dandogli un bacio.

Quando scese dalla macchina, i suoi occhi erano luminosi, traspariva la gioia che provava, erano meravigliati da ciò che stavano osservando. Una struttura enorme, come quella dei film americani o meglio, come quelle che sono descritte nei libri, un giardino immenso e ben curato che faceva da contorno. Era tutto straordinariamente bello ai suoi occhi.

Loren era curiosa di scoprire chi fosse la sua coinquilina, di come fosse il suo appartamentino, già aveva in mente tante cose da fare e non  vedeva l'ora di trascorrere gli anni più belli! Proveniva tanto rumore dalla porta della sua nuova stanza, come se ci fosse più di una persona, Loren aprì la porta...

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⏰ Last updated: Dec 21, 2016 ⏰

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