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Leeroy
Dopo un mese Andrew aveva avuto la sua prima B-, era tornato ad essere il super etero di Fort Hale e io ero tornato semplicemente alle mie scopate occasionali. Anche tra noi i rapporti tornarono ad essere quelli di prima. Con qualche piccola modifica: poche ripetizioni, incontri in luoghi assolutamente pubblici, interazioni solo sè necessarie.
C'era una certa tensione palpabile, che mi infastidiva, ma che non provavo né a nascondere né a negare. Anche perché il problema era semplice. Credevo che la mia attrazione per lui una volta soddisfatta sarebbe scemata come sempre. E invece per qualche strano scherzo del destino era aumentata. Perché conoscevo il suo corpo, il suo sapore, il suo volto stravolto. E ne volevo ancora. Ne volevo di più. Ma soprattutto non volevo cedere.
Tre volte con lo stesso ragazzo era un suicidio morale per me. E poi sapevo che una volta ricominciato non sarei più stato in grado di fermarmi, e tutto questo era patetico oltre che frustrante.
Non potevo neanche parlarne con Sun o Brad perché il signorino mi aveva fatto promettere di portare il suo piccolo sporco segreto nella tomba.
Ancora più patetico. Ancora più frustrante.
E poi c'era Matt.
Non pensavo che sarebbe mai arrivato il giorno in cui avrei visto il piccolo Matthew O'Neill come una "minaccia". Ma c'era qualcosa che mi infastidiva in lui dopo tutta quella assurda conversazione con Andrew. Un dubbio.
Che tutta quella furia di riccioli d'oro non fosse solo per un'amicizia tradita, ma che ci fosse dietro altro. E quell'altro era il punto di tutta quella questione.
Qualcuno potrebbe chiedermi cosa importasse a me di loro, e avrebbero ragione a farlo, soprattutto non avrei saputo dare una vera risposta perché sapevo solo che l'idea di Drew con un altro ragazzo non mi entusiasmava, neanche un po.
E non era gelosia, dio.. Non ero in fondo così patetico, e ne ero così certo perché di Jillian o delle altre cheerleader non mi importava niente.
Era più un fatto di possessione.. Era il pensiero di non essere più l'unico, a turbarmi.
E così avevo iniziato a fare l'unica cosa possibile: spiarli.
Li spiavo praticamente ovunque e in qualsiasi momento ed ero arrivato alla conclusione che si ignoravano e a me andava bene così. Io avevo la situazione sotto controllo e Andrew teneva il suo bel sedere tondo lontano dalle mani del suo ex compare. Tutto apposto, tutto perfetto.
Guardai proprio quel sedere tondo corrermi davanti mentre facevamo educazione fisica. Io lui, Sunny e Matt. Loro facevano gli sportivi della situazione, e noi prendevamo il sole.
- Lee mi ascolti? -
Sorrisi alla mia migliore amica
- No - scoppiai a ridere di fronte alla sua espressione scocciata - Dicevi? -
- Ti chiedevo se andrai al ballo di inverno -
Risi ancora più forte
- Scherzi? Ho già pronta la tiara -
Mi arrivò un pugno e io le feci una linguaccia - Ma che razza di domande fai? È per questo che non ti ascolto - un altro pugno - Santo cielo come sei violenta, no non vado, tu? -
- Senza di te?! -
Alzai le spalle
- Potresti andare con Brad e provare qualcosa da normale adolescente -
Proprio in quel momento Matt si avvicinò ad Andrew. Drizzai le antenne. Iniziarono a parlare civilmente. Da quando si parlavano civilmente?
- No, non credo andrò -
- Dovresti, devi viverti la vita Sun -
- Lo faccio -
- Non in modo normale -
- Questo vale anche per te -
- Lo so, ma io non sono una ragazza carina e a modo come te -
Sunny rise mentre quei due continuavano a parlare
- Ok ci penserò, ma dovresti farlo anche tu -
- Cosa? -
- Viverti la vita -
Mi scimmiottò lei, ma io stavo guardando il biondo e un brivido mi attraversò la schiena, come se non potessi far altro se non collegare quelle parole a lui.
A lui che ora stava sorridendo. Con Matt.
- Scusami, devo parlare con Harrison delle ripetizioni -
Sunny mi sorrise e tornò a distendersi, mentre io a lunghi passi raggiunsi calmo i due.
Continuai a ripetermi che dovevo essere fuori di testa per star facendo una cosa simile, ma non mi fermai, e alla fine arrivai da loro.
Il primo a vedermi fu Matt, che mi sorrise complice, spingendo Andrew a voltarsi e quando mi vide la sua faccia divenne così sorpresa da essere quasi comica.
- Ciao Lee -
Mi voltai verso Matt e risposi al suo sorriso
- Ciao -
Andrew guardò prima lui e poi me, scosse la testa, alzò gli occhi al cielo e sbottò
- Beh io vado -
- Aspetta devo parlarti -
Ma di cosa? Io non dovevo dirgli nulla! Ero solo corso lì per interrompere il loro stupido momento idilliaco.
Andrew mi guardò confuso quanto me
- Con me? -
Infilai le mani nelle tasche della tuta ed alzai le spalle con nonchalance, come se fosse tutto normalissimo
- Con te -
- Davvero? -
- Altre domande intelligenti Harrison? -
Mi guardò attentamente negli occhi e borbottò
- Oh okay -
Sbaglio o era arrossito? O io volevo vederlo arrossito? Forse era per via della corsa..
Matt attirò di nuovo la mia attenzione quando disse rapido
- Allora io vado, ci sentiamo Lee -
Gli sorrisi
- Certo -
Lo seguii con lo sguardo finché Andrew non sbottò irritato
- Allora cosa dovevi dirmi di così urgente? -
Oh cazzo.
Mi voltai verso di lui, e adesso non era né rosso, né in imbarazzo, era solo il vecchio stronzetto con la puzza sotto il naso. Il buon vecchio Drew. E io andai nel panico, perché seriamente, non avevo nulla da dirgli.
- Oh beh - mi schiarii la gola, i suoi occhi azzurri attendevano impazienti. Dovevano essere per forza così tanto azzurri?!
- Sembri in difficoltà -
- Ma che dici? -
- È ciò che vedo! -
- Devi essere per forza così insopportabile? -
Alzò le spalle
- Con te mi viene naturale -
Scossi la testa e mi accorsi che aveva in mano dei fogli, che non avevo notato fino a quel momento. Quando li aveva presi? Glieli aveva portati Matt? Vi buttai un occhio.
Comitato scolastico.
- Sei nel comitato scolastico?! -
Il volto di Andrew questa volta divenne palesemente rosso scuro e provò a nascondere i fogli ma inutilmente perché ormai li avevo visti e stavo già ridendo forte
- Sei così snob! -
- Non è vero -
- Capitano della squadra di calcio, membro del comitato scolastico, scommetto che ti eleggeranno anche re del ballo -
Pronunciando quelle parole si accese una lampadina e mi venne l'idea per giustificare la mia corsa da lui e tutta quell'urgenza di parlargli senza dover rivelare che avevo solo voluto allontanare Matt da lui.
Nel frattempo lui sbottò
- Sta zitto Daves! Mia madre è nel comitato dei genitori, è normale che anch'io mi dia da fare -
- Non stai migliorando la tua posizione Drew - sghignazzai e lui alzò gli occhi al cielo. Mi grattai il naso e appoggiai le mani sui fianchi, stranamente su di giri, mi era mancato stare in quel modo con lui. - Comunque volevo proprio chiederti se conoscevi qualcuno del comitato, e il fatto che sia tu, beh è proprio una coincidenza incredibile non trovi? -
Andrew mi osservò attentamente e poi sospirò
- Mi prendi in giro Leeroy -
- Io? Quando mai? -
Seccato Andrew fece per allontanarsi e stanco disse
- Senti, basta così, ci vediamo.. -
- No! -
Lo fermai bloccandogli la strada, e lui mi guardò come se fossi una specie di alieno che voleva ispezionargli il cervello.
- Leeroy. Per quale assurdo motivo tra tutti gli studenti di questa grande, immensa scuola, tu dovresti venire a chiedere a me aiuto? -
Gli risposi tranquillo
- Credevo che la nuova intimità raggiunta ci avesse resi speciali -
Andrew parve sul punto di sputare un polmone, i suoi occhi quasi uscirono fuori dalle orbite e un delizioso rossore gli imporporò le guance. Era così divertente che il sorriso mi nacque sul viso spontaneo
- Ma.. Io.. Cosa diavolo stai dicendo? -
- Oh, lo sai -
Andrew abbassò la voce sconvolto
- Leeroy, le cose non cambiano, sei stato a letto con tutta la scuola -
Era una risposta davvero interessante e mi dovetti sforzare per non ridergli in faccia un'altra volta, ma sempre con la stessa calma esclamai
- Oh no, io non parlavo del sesso ma delle ripetizioni! -
Andrew mi guardò confuso
- Eh? -
- Ti ho visto sbagliare 3 volte la tabellina del 6, non c'è più vergogna tra noi -
Scoppiai a ridere e lui parve sul punto di vomitare
- Sei stancante, giuro, non ho mai conosciuto una persona più stancante di te -
- Questo perché sei un signorotto snob -
Mi guardò come per dire: dacci un taglio e io gli sorrisi entusiasta: buon vecchio Drew, non mi annoiava mai.
- Leeroy, togliti quell'espressione dal viso e dimmi cosa vuoi -
Alzai le spalle
- Mi chiedevo se ci fosse qualche lavoretto per me, ho bisogno di crediti -
Andrew mi guardò e un sorrisetto impertinente gli incurvò la bocca, mentre sollevava un sopracciglio biondo scuro
- C'è davvero di cui vergognarsi qui -
- Sono un ottimo tutto fare -
- Oh fidati, lo so -
Sorpreso, piacevolmente sorpreso, gli sorrisi prendendomi un labbro fra i denti
- Sbaglio o Andrew Harrison ha appena fatto una battuta con un doppio senso? -
Lui iniziò a controllare i fogli, ma il sorrisetto impertinente rimase sulla sua bocca e si allargò arricciandogli le labbra
Ebbi davvero la tentazione di mordergliele e solo perché parlò riuscii a trattenermi
- Serve aiuto per preparare le scenografie del ballo -
- Sembra perfetto signor comitato -
- Continuerai a lungo? -
- Non credo che smetterò mai -
- Lo immaginavo -
- Hai fatto pace con Matt? -
La domanda mi uscì di getto, incontrollata e la sorpresa colpì sia me che lui. Non volevo parlarne, perché diavolo lo avevo fatto? Maledizione.
Andrew abbassò per un istante lo sguardo e poi arrivò la seconda sorpresa della giornata.
Mi rispose.
Pensavo che avrebbe detto un "fanculo non sono affari che ti riguardano" e poi se ne sarebbe andato. E invece con voce mite sussurrò
- No... Mi ha portato questi.. E mi ha chiesto una cosa sull'allenamento - si morse l'interno della guancia e poi mi gettò una rapida occhiata prima di chiedermi - Perché? -
Lo studiai per qualche istante, poi sorrisi e scossi le spalle
- Nulla, solo curiosità, grazie dell'aiuto signor comitato scolastico -
Mi allontanai seguito dal suo sguardo perplesso, ero fortunato a dargli le spalle, perché la stessa perplessità era dipinta sul mio viso.
Ma cosa stava succedendo?

Andrew
Ma cosa stava succedendo?
Leeroy Daves che voleva partecipare ad una attività scolastica?!
Sospettavo che fosse solo la prima stupidaggine che gli fosse venuta in mente per non dire che in verità si era avvicinato solo perché stavo parlando con Matt.
Probabilmente era solo un modo per giocare con me dopo quello che era successo a casa sua, dopo quello che gli avevo detto era scontato che uno come lui volesse infastidirmi o farmi ingelosire.
E questo era davvero folle, perché solo un folle sarebbe mai potuto essere geloso di Leeroy Daves. Era come prendere il proprio fegato e dargli fuoco tutto self-service, perché dire che era un ragazzo facile era un eufemismo. E poi voleva dire ammettere di provare qualcosa per lui.
E no, grazie.
Mi tornò in mente quella notte.
Finire a letto, da sobrio, lucido e con tutte le proprie facoltà mentali in funzione, con Leeroy era stato facile. Bello. Non mi ero posto troppe domande, avevo agito e basta. Guidato da lui e da ciò che voleva il mio corpo. Ricordavo ogni minuto. Ogni particolare. Di lui, di come ci eravamo toccati, baciati, di cosa avevo provato. La parte difficile era arrivata dopo l'orgasmo.
Quando mi ero rivestito nell'imbarazzo più totale e avevo lasciato casa sua per tornare alla mia vita.
In quel mese ero stato male. Mi ero scoperto attratto dai ragazzi e non ero pronto, non sapevo cosa fare. Avevo saltato la scuola, e pianto. Pianto come non avevo mai fatto prima in quei 18 anni. Perché lo volevo. Ancora. Avevo fatto l'amore con Jillian e con altre, avevo cercato quelle emozioni nei corpi femminili, e non le avevo trovate.
Avevo pensato di andare con altri uomini. Ma io volevo lui. Ed era nata una nuova crisi. Una nuova voragine. Perché era intollerabile.
Era folle. Appunto.
Perché era Leeroy. E con Leeroy subentrava sempre quella parte del mio orgoglio che mi accecava e non mi permetteva di essere razionale, di pensare.
Ma in quell'occasione l'orgoglio mi era tornato utile, potevo dire che mi aveva salvato.
Perché se si trattava solo di lui, potevo accantonarlo, potevo grazie all'orgoglio ignorarlo e comportarmi come avevo sempre fatto.
Risollevarmi e convivere con quel calore che sentivo ogni volta che lo vedevo.
Potevo parlarci poco e andare avanti.
Ed era andata bene. Ce l'avevo fatta. Anche se ero attratto da lui, mi rifiutavo di provare anche dei sentimenti per lui.
Ed aveva funzionato. Fino a quella mattina.
Perché quando me l'ero trovato di spalle mi era quasi venuto un infarto.
Perché non mi era piaciuto sentirmi di troppo tra Leeroy e Matt.
Perché quando aveva detto quel "certo" al "ci sentiamo" di quel Giuda moderno mi era venuta di nuovo voglia di dargli un pugno.
Ma non provavo dei sentimenti e di certo non ero geloso.
Era solo il pensiero di averlo intorno anche per il ballo oltre che per le ripetizioni ad infastidirmi così tanto.
Ma tanto sicuramente all'ultimo minuto non si sarebbe presentato. Era tipico di Leeroy non rispettare gli impegni.
Insomma, non poteva avere una così brutta fama ed essere un uomo di parola.
Andai a quell'incontro del comitato scolastico con quella piccola certezza in mano e il cuore che batteva forte. Troppo forte per essere normale.
Mentre mi assicuravo che i 320 palloncini argentati ci fossero tutti, pregavo che non arrivasse.
Mi costringevo a non voltarmi verso la porta della palestra, a non aspettarlo, e nel frattempo speravo di non essere costretto a vederlo 3 sere a settimana fino alla notte del ballo. Speravo di non doverlo affrontare. Perché non ero pronto per farlo.
Mi chiesi perché semplicemente non potesse lasciarmi in pace. Lasciarmi libero di vivere la mia vita ignorandolo, come volevo fare e come era impossibile fare.
Perché Leeroy Daves era arrivato in città con lo scopo di ossessionarmi, perseguitarmi. Per anni eravamo riusciti, a parte gli screzi sporadici, a crearci due vite separate con un equilibrio. Equilibrio che era saltato proprio per colpa di Matt. E da quel momento in poi era stato solo un declino fino ad arrivare a toccare il momento più basso della mia vita.
Quindi potevo almeno sperare che Leeroy mi risparmiasse per una volta?
Potevo chiedergli solo quel piccolo favore?
- Oh mio dio! -
La voce di Kathy, una del comitato, trasudava eccitazione
- Non posso crederci!! Lui qui?! -
Mi voltai veloce perdendo il conto dei palloncini e lo vidi arrivare.
Leeroy.
Aveva ancora addosso la divisa, un espressione sfacciata dipinta sul viso ed era straordinariamente fuori luogo proprio come piaceva a lui.
Lo guardai e mi sentii sprofondare ancora un po più giù.
No, non si poteva chiedere nulla a Leeroy Daves.

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