20.

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Leeroy
Non è che lo stessi spiando.
Era che Andrew, casualmente, capitava nel mio campo visivo ogni volta che, casualmente, spostavo i miei occhi e, casualmente, succedeva sempre quando si avvicinava a Matt.
Era tutta una gran casualità che mi faceva incazzare parecchio.
Il potere dello sport di squadra li aveva fatti tornare ad essere se non amichetti del cuore, quasi.
Dopo il mega festone che mi ero concesso sabato, ero stato assente un paio di giorni da scuola e, quando ero tornato, avevo trovato la mitica coppia riunita e più forte che mai.
Malignamente mi chiedevo se durante uno dei loro pigiama party per caso non avessero condiviso anche le storielle su come era stato scopare con il sottoscritto, visto che negli ultimi tempi ero stato l'unica cosa ad accomunarli.
Accantonai quei pensieri stupidi e immaturi, mentre continuavo causalmente a spiarli, ehm guardarli, e ad ingurgitare pessimo cibo fatto dalla cuoca scolastica, e mi concentrai sull'unica cosa veramente importante: Andrew mi evitava.
Non in modo troppo esplicito, era qualcosa che sentivo e che, se fossi stato sincero con me stesso, potevo capire.
Mi aveva trovato nudo con uno con il doppio dei nostri anni e della cocaina sparsa per casa, chi non si sarebbe spaventato?
Negli ultimi tempi però avevo iniziato a chiedermi se avesse intenzione di mollarmi per Matt.
Mi sentii un'idiota immediatamente si ripropose quell'idea, perché non c'era nulla da mollare.
A quel pensiero mi risvegliai improvvisamente, scossi la testa e lasciai la mensa a stomaco vuoto e uno strano peso dentro a cui non sapevo dare un nome. Stavo già progettando di uscire prima da scuola e andarmene da qualche parte per fumare l'erba che Brad mi aveva procurato la sera prima, quando, con mia enorme sorpresa, fu proprio Drew a raggiungermi.
- Leeroy -
Mi voltai e lo vidi corrermi incontro. Sentii un attimo la terra tremarmi sotto i piedi mentre il cuore perdeva due o tre mila battiti. Ma rimasi impassibile.
In quei giorni c'erano solo state parole e sguardi freddi. Non dovevo farmi prendere dal panico per quello che era solo un primo contatto dopo quelli che erano sembrati secoli.
No.
Assolutamente.
Avevo soltanto il sangue che bolliva nelle vene.
Mi schiarii la gola ed esordii con un intelligentissimo:
- Ehi -
Mi sorrise. Sembrava teso, ma sincero.
Mi era mancato.
- Il prof ha detto che ho preso una B + grazie per le copiette -
Ghignai senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso.
- Sono un uomo d'onore quello che dico mantengo -
Andrew rise e i suoi denti bianchi per un attimo mi abbagliarono, ma che cazzo... La sua voce mi riportò alla realtà
- Resti un pessimo insegnante -
Non resistetti. Lo baciai.
Fu un gesto del tutto irrazionale, non premeditato e fondamentalmente stupidissimo, visto che eravamo in un corridoio, anche se deserto, dove avrebbe potuto vederci chiunque.
Ma scoprii che non mi importava.
C'era solo la sua bocca sotto la mia. I suoi fianchi tra le mie mani. Ed era straordinario perché sembrava non importare neanche a lui.
Perché dopo un attimo d'incertezza, in cui rimase freddo tra le mie braccia, quasi ringhiò, mi afferrò per la cravatta e ricambiò il bacio con forza.
Persi l'equilibrio e con una mano mi appoggiai al muro, dietro di lui, mentre non riuscivo a fermarmi.
Dovevo baciarlo.
Dicevo marchiarlo.
Non mi soffermai troppo su quei pensieri, perché le mani di Andrew mi presero il viso, e furono gentili.
Sorrisi e allontanai di un millimetro le mie labbra dalle sue e sussurrai guardandolo
- Sei fottutamente bello in pantaloncini lo sai? -
Drew rise mentre con le braccia mi circondava il collo e passava le dita tra i miei capelli
- Lo so -
Gli diedi una leggera spinta e la sua risata si fece più forte, mentre mi baciava il collo. Sospirai. Mi era mancato. Decisamente.
Ripresi la sua bocca e sembrava che stesse andando tutto bene, quando Andrew s'irrigidì, nascose il viso contro la mia spalla e lì, a voce bassissima, sganciò la bomba.
- Quanti? -
Guardai confuso la sua nuca bionda
- Quanti cosa? -
Andrew sbuffò e si allontanò, senza staccare l'abbraccio, solo per incontrare il mio sguardo e farmi capire che era mortalmente serio
- Quanti ce ne sono stati quella sera? -
Rimasi sorpreso da quella domanda, ma Andrew voleva una risposta, lo capivo dal modo in cui mi stava guardando, era una di quelle situazioni in cui non avrebbe mollato il colpo finché non lo avessi accontentato, e allora decisi di rispondergli e basta. Anche se la nostra non era una "relazione" che meritava spiegazioni. Anche se non c'era nulla da perdere.
Gli risposi sincero guardandolo negli occhi
- Non lo so. Non lo ricordo -
Esitò poi chiese
- Più di uno? -
Annuii
- Più di uno -
Distolse lo sguardo, con una mano lo costrinsi a risollevarlo e passando le dita delicatamente sulla sua guancia, gli domandai
- Cosa c'è? -
I suoi occhi incrociarono i miei solo per un breve istante, poi con voce un po più dura disse
- Riflettevo -
Sbuffai staccandomi un po, sapendo che quel tono di voce non prometteva nulla di buono
- Su cosa? -
- Forse... - si interruppe, sembrava che stesse riflettendo bene sulle parole da usare come se avesse bisogno di prendere più coraggio, perché poi la sua voce non esitò più - Forse dovrei fare più esperienza -
Mi zittii e lui parve perdere quel coraggio così importante che aveva appena trovato, poi più timidamente mormorò - Dopotutto sono stato... Solo... Solo con te... - si schiarì la gola - Dovrei accertarmi dei miei gusti e provare -
Mi accigliai
- I tuoi gusti? -
- Hai capito cosa voglio dire -
- Certo che l'ho capito, perché io so già esattamente quali sono i tuoi gusti! -
Mi staccai allontanandomi sconvolto e il volto di Andrew divenne paonazzo
-Non diventare volgare! -
Mi passai una mano fra i capelli e mi uscì una risata piena di sarcasmo
- Fammi capire, hai avuto l'illuminazione divina vedendomi con Jake? -
Andrew si accigliò
- Allora qualcosa ricordi! -
Sbuffai scocciato da quel cambio di discorso
- L'ho rivisto -
- Tu non eri quello da una botta e via? Hai tante eccezioni mi pare! -
Alzai la voce
- È venuto al locale! Cosa dovevo fare cacciarlo?! -
- No! Tanto meglio farti fare un pompino! -
Urlò, fece per andar via, quando lo afferrai per un braccio e con poca delicatezza lo ritirai contro il muro
- Non c'ho fatto nulla razza di idiota, e tu mi sembra che sei un po' troppo informato sulle mie eccezioni. Cos'è, ora ti scambi le confidenze con Matty? Oppure é proprio lui quello con cui vuoi fare esperienza? -
Il volto di Andrew divenne rosso fuoco
- Ma che cazzo dici? Sei fatto? -
- Beh cosa ci sarebbe di male? Siete di nuovo così amici, e conosco bene i gusti di entrambi -
Aver citato di nuovo le sue parole lo mandò fuori di testa, mi spinse via e sibilò con l'aria di uno che voleva prendermi a pugni
- Va al diavolo -
Provò per la seconda volta ad andarsene, ma riuscii ad afferrarlo di nuovo e questa volta lo trascinai in un aula vuota, sbattei la porta e brusco gli chiesi senza riuscire a trattenermi 
- Ti piace? -
Andrew mi guardò come se fossi pazzo, e probabilmente lo ero, visto come mi stavo umiliando
- Chi?! Matt? -
- Beh almeno le ripetizioni sono riuscite a farti fare due più due -
- Stai zitto, non sono affari tuoi! -
- Però non rispondi -
Sgranò gli occhi azzurri
- Perché cazzo dovrei farlo? -
- Perché no? È una domanda. A ogni domanda corrisponde una risposta. Perché non dai la tua? Hai qualcosa da nascondere? -
- Perché con te si finisce sempre col litigare? Perché devi essere così insopportabile, ottuso ed insistente? -
Col fiato grosso, presi un respiro profondo, nell'ultimo vano tentativo di calmarmi, poi alzai le mani e indietreggiai, liberandolo
- Perfetto. Non insisto più. Ma vedi di non farti attaccare qualche strana infezione dalle tue esperienze, non voglio rischiare a causa tua -
Il volto di Drew divenne ancora più rosso ed arrabbiato
- È ironico che sia proprio tu a dire una cosa del genere -
- Già da sganasciarsi dalle risate -
Scossi la testa e gli diedi le spalle, questa volta volevo essere io ad andarmene e porre fine a quel incubo vivente che diventava la mia vita ogni volta che avevo a che fare con lui.
La porta era già aperta quando la mano di Andrew la richiuse e in un attimo mi ci spinse contro, me lo ritrovai vicino senza neanche sapere come.
Mi guardò prima la bocca e poi serio mormorò
- Non mi piace Matt, come puoi pensare una cosa simile? -
- Perché no? Sareste una bella coppia -
All'improvviso sorrise e si avvicinò
- Attento Daves, potresti sembrare geloso -
Scoppiai a ridere sinceramente divertito, perché un'ipotesi simile non l'avevo presa in considerazione neanche per scherzo
- Ma non dire cazzate... -
Mi baciò. E rispondere fu naturale. La mia bocca si mosse contemporaneamente alla sua, come se avesse appena ritrovato la sua migliore amica. L'altra faccia della sua stessa medaglia.
Andrew mi prese il viso tra le mani e si sollevò in punta di piedi per imprimere meglio la sua bocca sulla mia.
Quando si allontanò avevo il cuore sul punto di un infarto fulminante.
- Domenica mi hai fatto paura -
Sorpreso e confuso lo fissai.
Amavo la sua capacità di aprirsi.
Io non ne ero capace.
Invece lui ogni volta che aveva qualcosa dentro che lo turbava doveva tirarlo fuori, essere sincero. Sempre. Rischiando. E così si spogliava di tutto ciò che provava, mostrandosi per ciò che era realmente: non il ragazzo ricco e viziato che era nella squadra di calcio e che odiavo, ma un diciottenne spaventato, che ha appena capito di essere attratto dagli uomini ed è intrappolato in una strana relazione con un fallito. Me stesso.
Gli carezzai una guancia, i capelli e riuscii a dire solo
- Mi dispiace -
Per cosa esattamente?
Probabilmente per tutto.
E Andrew lo capì. Capì che mi stavo scusando per avergli sconvolto la vita, capì che mi stavo scusando perché con uno come Matt per lui le cose sarebbero state semplicemente più facili, più giuste, perché io complicavo sempre tutto, perché Matt sapeva dire ciò che provava.
Andrew mi guardò negli occhi e poi scosse piano la testa e mi baciò di nuovo, con più forza e più lentamente. Mi stava provocando. Mi stava corteggiando.
Voleva riportarmi da lui, in quell'aula. Voleva farmi capire cose per cui non ero ancora pronto.
Però c'ero.
Ero in quell'aula.
Ero con lui ovunque fosse. In qualsiasi momento.
Improvvisamente Andrew si allontanò e quando mi guardò, aveva stampato in faccia quel sorrisetto malizioso, che ormai conoscevo bene e che mi faceva impazzire
- Sai... Non sarò bravo come Jake, ma mi è appena venuta un'idea carina -
Pensai che nemmeno mi ricordavo come baciava Jake, mentre avevo pensato ai suoi baci in continuazione durante quei giorni. Pensai che dopotutto anche lui sembrava un po' geloso.
- Sentiamo -
Rise e prese entrambe le mie mani guidandomi verso la cattedra.
- Non l'abbiamo mai fatto a scuola -
Scoppiai a ridere forte e lo tirai a me baciandolo.
Con lui era come stare costantemente sulle montagne russe, un attimo prima lo avrei preso a calci e quello dopo spariva tutto. Sparivano i dubbi, le paure, le parole pesanti dette con cattiveria, i problemi, la diversità fra noi.
L'attimo dopo c'eravamo solo noi, ed era perfetto così.
- Ma che idea carina per fare esperienza! -
Sorrise e mi arrivò un pugno sulla spalla con fare scherzoso, poi mi abbracciò baciandomi ancora.
Ancora.
Ancora.
Tra noi erano alti e bassi. Velocità ed eccessiva lentezza. Una centrifuga continua.
Era essere incoerenti ed incostanti.
In tutto.
Per tutto.
Eppure amavo quella vertigine, che mi dava averlo accanto.

Nota dell'autrice
Lo so. Aspetto secoli per aggiornare e poi il capitolo è anche breve! È un po una conclusione della situazione precedente, spero che comunque piaccia... E spero che me lo facciate sapere attraverso i commenti! Grazie di nuovo a tutti della pazienza e della vostra gentilezza, siete sempre molto carini con me :)
Al prossimo capitolo!
Evans_92

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