Specchio Riflesso

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L'immagine allo specchio, nella luce fioca delle candele sparse ovunque nella stanza, riflette appieno il mio stato d'animo in questo istante. Lucido e glaciale il mio sguardo, eppure capace di regalare attimi di eccitazione massima, quasi al limite dell'estremo e di palpabile calore pulsante tra le cosce. Soddisfatta mi osservo, ancora sudata e completamente nuda a eccezione delle autoreggenti nere e delle scarpe argentate col tacco a spillo capaci di slanciarmi e rendermi sinuosa come una gatta. Lasciva, una mano con le unghie laccate sfiora la curva del mio seno. Le dita cercano assetate la mia bocca, che avida si schiude e le accoglie. Una. Due. Le succhio dolcemente e con la punta della lingua le accompagno quasi, umide e calde, fino all'aureola grande e scura sulla pelle quasi eterea. Il mio capezzolo al tatto appena accennato si riscopre turgido e il calore torna a divampare ovunque in tutto il mio corpo, voluttuoso e insaziabile di piacere.

Ti ho aspettato tanto. Ore, giorni. Settimane di parole e gesti lasciati lì, in sospeso. Esche gettate ad arte in attesa, fiduciosa, della mia preda inconsapevole. Ti volevo, un desiderio quasi maniacale. Il tuo profumo mi ha attraversato l'anima, fin dal primissimo istante, dal primo sorriso regalato a una bimba buona. E io, proprio come una bimba, non sono abituata a rimanere delusa. Sì, lo ammetto, forse sono un po' troppo capricciosa, ma tutto quello che decido debba diventare mio, semplicemente lo prendo. Lo uso a mio piacimento. Lo vinco, senza se e senza ma. Costi quello che costi. Sempre.

La mano davanti allo specchio sembra diventare impertinente e seguendo il ritmo del mio respiro dal mio seno inizia a scendere, lenta e inesorabile. Ecco, ora mi sfiora il ventre, regalandomi un brivido intenso a metà tra il solletico e il desiderio e aumentando in un istante, se possibile, la mia eccitazione. La luce soffusa intorno a me rende tutto più sensuale, erotico, dannatamente intrigante. Le dita giocano col mio ombelico, mimando senza pudore alcuno un atto sessuale dolce e profondo e la mia voglia repressa è racchiusa nel mugolio che proviene dal punto più nascosto e segreto della mia anima, che la mia bocca non riesce a trattenere sebbene provi a mordermi il labbro inferiore chiudendo per un istante gli occhi e lasciando scivolare la testa all'indietro.

Appuntamento fissato per la serata, a casa mia. Ero pronta dal primo istante, ma ho deciso di giocare fino in fondo e di farlo prendendomi tutto il tempo necessario. Una doccia bollente, attenta a ogni singolo dettaglio, a ogni goccia rimasta a esitare sulla pelle bagnata mentre un olio profumato e denso mi accarezza, massaggiandomi e scivolando con naturalezza in tutti i punti più intimi e nascosti. La scelta dell'intimo da indossare. Aprire ogni cassetto e optare per un reggiseno a balconcino, semplice ma di sicuro effetto, con un velo di pizzo nero a risaltare la mia terza misura naturale e un perizoma minimale, solo da scostare per raggiungere l'estasi. I capelli lasciati sciolti, lunghi e così naturalmente rossi. Come il vino. Come il fuoco. Come il sangue.

Sei arrivato in perfetto orario, come un gentiluomo d'altri tempi, stringendo tra le mani un pacchetto infiocchettato. Un regalo, solo per me. Ti ho aperto la porta di casa facendomi ammirare solo per un attimo e spostandomi di lato per permetterti di entrare, mi sono avvicinata a te quel tanto che bastava per essere inondata subito dalle tue braccia, da quel sorriso che non chiedeva di meglio se non un bacio senza respiro e dal tuo profumo, deciso ed inebriante, da vero uomo. Dovevi essere mio. Subito. Senza possibilità di fuga. Quello che voglio, io lo pretendo. E ho le armi per combattere, mio caro. Molte, variopinte e insospettabili. Se solo avessi la minima percezione di cosa ti aspetta, amore.

La mano prosegue nel suo viaggio, scendendo ancora senza pudore né ritegno alcuno. Il clitoride già gonfio, al contatto con le dita, sembra quasi attenda soltanto di esplodere. Dalle grandi alle piccole labbra, gocce di desiderio colano sulle mie cosce. Le sento scivolare piano bagnandomi l'elastico delle autoreggenti fino a morire sul pavimento in parquet scuro. Ammetto a me stessa di essere ormai totalmente fuori controllo e lascio che due dita oltrepassino ogni limite residuo, affondando dentro di me. Una scarica violenta di brividi bollenti mi attraversano la schiena con intensità ogni secondo maggiore e mi abbandono così al piacere gemendo sempre più forte, ansimando, fino a urlare il tuo nome più volte, in preda all'orgasmo, ridendo.

L'immagine allo specchio, nella luce fioca delle candele, è al tempo stesso meravigliosa e tremendamente eccitante. Ti guardo, continuando furiosa e insaziabile a masturbarmi più volte, mentre legato al letto con un paio di manette strette ai polsi e alle caviglie e un foulard di raso nero a imbavagliarti quel sorriso che mi piace tanto, tenti ancora con le residue forze di liberarti invano. Sul comodino, il tuo pacchetto ancora infiocchettato e un bisturi. Attorno al letto, candele accese e sangue ovunque. Il tuo.

Il mio regalo per te è stato addirittura semplice. Un taglio netto, deciso, alla base del tuo membro ancora eretto. Un gioco da ragazzi, insomma. Ti ho voluto. Ti ho vinto. Ti ho usato, muovendomi sicura sopra di te fino a sentire il fiotto caldo del tuo piacere inondarmi l'utero. Povero piccolo, ingenuo e meschino uomo, non potevi sapere che io pretendessi molto di più di una semplice notte di sesso. Io voglio tutto. Sempre. Costi quello che costi. E' già successo, so che accadrà ancora.

Tra poche ore sarà Natale. Le luci colorate e gli alberi addobbati, là fuori, annunciano la festa oramai alle porte. La neve ha fatto la sua comparsa e ha dipinto il paesaggio di una poesia che non mi appartiene. Ti ritroveranno, ma io sarò già tornata a essere un fantasma dai capelli rosso fuoco in un'altra città uguale a questa. In un altro mondo. In un'altra vita. Nei tuoi occhi agonizzanti vedo distintamente il terrore della consapevolezza di un domani che per te, amore mio, non arriverà mai.

Io ti guardo, fissandoti lucida e glaciale dallo specchio, mentre mi lecco eccitata le dita dalle unghie laccate, ancora così piene di noi due.

Petali di SpineWhere stories live. Discover now