Capitolo 1

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Ed eccomi qui, già, non pensavo stesse veramente succedendo ed invece si.

Sto precipitando da un grattacielo, spinta dalla mia unica ragione di vita.

Magari era destino, magari doveva succedere proprio ciò che avevo scritto sul palloncino.

Quel giorno, come dimenticarlo.
Se ci penso mi assale una nostalgia immensa con un mix di invidia e rabbia.
Invidia, perchè ripenso a quei momenti in cui pensavo che la mia vita si fosse finalmente 'aggiustata'.
Rabbia perchè lui era capace di uccidermi con uno sguardo o una parola, ma anche di farmi volare. Avevamo due diversi punti di vista del verbo 'volare'. Io lo consideravo il sentirsi libera, amata qualsiasi cosa fai o dici, il sentire il calore di qualcuno nei momento difficili, il sapere che quella persona che ti fa 'volare' ci sarà sempre, ma così non è stato.

"Scrivi sul palloncino con chi vorresti stare prima di morire" mi incitò.

"Ehm...va bene, però non guardare" dissi facendolo girare.

Aprì il pennarello respirando l'aria fresca da qua su, il panorama era mozzafiato, si poteva vedere tutta la Grande Mela, illuminata come non mai, in quella notte piena di stelle,dove la luna piena dava l'impressione che ti stesse guardando quando, l'unico che mi stava guardando era lui impaziente.

"Ti avevo detto di non guardare!" dissi dandogli un pugno sul braccio.

"Okay...okay, non guardo" disse sorridendomi e quasi quasi venne da ridere anche a me, vedendolo chiudersi gli occhi con le mani proprio come un bambino che fa la conta per nascondino.

Ci pensai un po' e dopo scrissi:

Prima di morire vorrei stare con la persona che amo.

Perchè si, lo amavo.

"Ho fatto" dissi con entusiasmo.

"Perfetto anch'io" disse sorridendo, vorrei anche capire perché, ma vabbè.

"3-2-1...Vai!"

E lasciammo andare i palloncini, liberi nel cielo, in fondo anch'io quando stavo con lui, mi sentivo proprio come un palloncino.
In quel momento ero libera ma sapevo che volando troppo in alto, sarei scoppiata, alcuni volano più in alto di altri, ma alla fine fanno tutti la stessa fine. Scoppiano.

"Sai non ti ho portata qui solo per questo..." disse girandosi verso di me.

Annuì incitandolo a continuare mentre guardavo il panorama.

Si avvicinò e mi abbracciò da dietro per poi sussurrare al mio orecchio:

"Piccola lo sappiamo entrambi che le notti sono state fatte principalmente per dire cose che il giorno dopo non diresti"

Sussultai per la vicinanza e mi girai lentamente ancora tra le sue braccia calde che trasmettevano protezione.

"Davvero in tutto questo tempo non hai mai capito cosa provo per te?" mi chiese.

"Si può anche intuire ma è molto più bello sentirselo dire" dissi con un mezzo sorriso.

"Ti amo"disse sorridendomi facendo allargare il mio sorriso.

"Ti amo anch'io, Harry" dissi per poi poggiare le mie labbra sulle sue.

Ecco quel giorno è stato il giorno più bello della mia vita, non ho rimpianti, anche se so che quella stessa persona mi ha appena spinta giù da un grattacielo.

Una volta ho letto:
«Tutto alla fine andrà bene, se non accade significa che non è ancora la fine»

La verità?
No.

Per anni ho sognato il mio "e vissero per sempre felici e contenti", che non arrivò.

A me questa sembra veramente la fine, non penso ora arrivi un supereroe a salvarmi, io il mio eroe lo avevo solo che è stato lui a mettermi in questa situazione.
Promise di proteggermi, quando l'unico a farmi del male è stato lui, illudendomi, che ci sarebbe stato un noi, illudendomi che forse un noi già c'era ma a quanto pare non c'è mai stato, come fa una cosa a finire se non è neanche iniziata?
Anche se tu ci speravi in quella cosa con tutto il cuore.

Avrei dato la vita per lui, e lui in cambio la vita me la presa.

Ma infondo, chi vive per qualcosa, muore per niente.

Ricordo ancora la mia vita prima che arrivasse lui, non riuscivo a capire se volevo o no stare in compagnia:ogni volta che ero con qualcuno, desideravo stare sola; e ogni volta che ero sola desideravo stare con qualcuno.

Ero caduta in depressione.

E lui prima mi ha rialzata e poi mi ha fatto lo sgambetto, facendomi ricadere.

Dopo un po' non ti ricordi più chi sei.
E no sai più che senso ha vivere.
Mi ricordo che speravo di morire nel sonno.

Per un po' ho creduto fosse un sogno, più che altro un incubo, che mi risvegliassi nel mio letto, con le coperte tutte spiegazzate, sudata per la paura, ma con il sollievo che non fosse la realtà ed invece lo è.

La mia vita era uno schifo, ma con lui tutto migliorò, ho iniziato a vedere il mondo in un altro modo, non vedevo più le imperfezioni, ma cioè che le circondava, capendo che quelle che prima chiamavo 'imperfezioni' fanno parte di ciò che le circonda e magari sono proprio esse che lo rendono tale.
Poi però, tutto piano piano scivolò, tutto il colore cadde lasciando spazio al grigio, fu una cosa lenta e straziante, vedevo la mia vita andare a rotoli e non potevo farci niente.
Ed ora forse è meglio così, sto morendo e appena il mio corpo, ormai diventato gracile nell'ultimo periodo, si schianterà sull'asfalto, finalmente sarà tutto finito.
La mia morte non avrà conseguenze, nessuno sentirà la mia mancanza, pochi se ne accorgeranno, molti faranno finta di niente, ma tutti se ne fotteranno, questo è poco ma sicuro.

La mia vita prima non era male, ma un giorno tutto inizio ad andare a rotoli, quel giorno che sembrava tanto perfetto, diventò il giorno in cui la mia vita svanì ed io con lei, morendo dentro.

Il 25 dicembre di 10 anni fa.

Fammi volare Where stories live. Discover now