Capitolo 2

8 3 3
                                    

Sento la sveglia suonare e, per una volta in tutta la mia vita, non voglio romperla o buttarla dalla finestra.

Motivo?

Oggi è il grande giorno!

Non mi sto laureando o sposando o cose simili, d'altronde ho solo 10 anni.

Oggi è Natale e c'è il saggio di danza, non vedo l'ora che sia sera.

***

Il saggio è appena finito, sono felice, è andato benissimo.

Allora perchè sono triste?

Erano mesi e mesi che aspettavo quel momento.
Aspettavo quei due giorni con ansia: non vedevo l'ora di ballare, non vedevo l'ora di tornare su quel palco davanti a tutta quella gente, non vedevo l'ora di consolarmi con un applauso anche dopo un piccolo errore, di passare i miei cinque minuti più belli.
Non vedevo l'ora, è vero. Ma ora? Ora è tutto finito, spento.
Rimane quella voglia immensa di rifare tutto dall'inizio.
Le prove, il trucco, lo chignon perfetto, trovarsi dietro le quinte, il buio e poi boom eccoti lì davanti a tutti pronta a dare il meglio.
Perchè sai che è da tempo che ci lavori, perchè sai che non ci sarà una seconda possibilità per dare il meglio. Perchè quello è il posto in cui vorresti sempre stare: sul palco, con la luce puntata, facendo ciò che più ami fare.

Comunque non c'è motivo per essere tristi, è proprio questo quello che fa sembrare speciali questi avvenimenti o le feste, il fatto che sono solo una volta all'anno e tu cerchi di godertela al massimo, e quando finisce, un velo di tristezza ricopre le tue giornate.

Ma ora basta crogiolarsi.

Prendo la mia borsa, saluto tutte le mie compagne ed esco fuori, aspettandomi come sempre mia madre è mio padre con un mazzo di fiori e dei sorrisi smaglianti.

Ma stavolta è diverso.
C'è solo mia madre, che piange.

Mi avvicino a lei è le prendo la mano.

"Mamma che succede?"chiedo con un pizzico di ansia. Non avevo mai visto mia madre piangere, deve essere importante.

"Vieni tesoro" dice letteralmente trascinandomi fuori.

Il tragitto in macchina fu lungo, si sentivano solo i singhiozzi di mia madre, quasi quasi mi veniva da piangere anche a me.

Dopo un po' mi presi di coraggio.

"Mamma dove andiamo?"chiesi timorosa.

"Da papà" rispose per poi tirare su col naso.

"E perchè piangi?"chiesi con un filo di voce.

"Per papà" disse con voce spezzata.

Dopo non proferii più parola.

Appena dopo un quarto d'ora, arrivammo e lessi la scritta 'Ospedale' realizzai tutto.

Una lacrima mi rigò il viso, fu la prima di una lunga serie, non smisi di piangere fino a quando non arrivammo davanti la sua stanza.

"Come sta?" disse mia madre.

"Mi dispiace signora, suo marito non c'è l'ha fatta"

Il mondo mi crollò addosso.

Non poteva essere, non avevo più un papà?

Presa da un attimo di panico corsi verso il medico e iniziai a dargli dei pugni urlando "Ridatemi mio padre!".

Molti mi guardavano con dispiacere, non volevo la loro compassione.

Da quel giorno non fui più la stessa.

Da quel giorno la mia vita finì.

Da quel giorno non avevo più un papà.

Da quel giorno mi chiusi in me stessa.

Da quel giorno morì dentro.

Fammi volare Donde viven las historias. Descúbrelo ahora