Capitolo 17

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Era una bella giornata di sole, nonostante fosse metà gennaio, quasi inizio febbraio; una giornata ideale per una passeggiata per le strade di Yokohama.

Chuuya aveva le mani infilate nelle tasche, mentre si ritrovava a camminare lungo la sponda che dava al porto, vicino alla staccionata.

Fermatosi, poggiò entrambe le mani sul ferro di essa e guardò le piccole onde infrangersi contro le barche variopinte.

Adorava il mare, per questo aveva costretto Mori ad affittargli una casa vicino a esso, ma adorava di più vedere e sentire da quella distanza le onde che si infrangevano, creando mille sfumature di azzurro.

Il rosso chiuse gli occhi, godendosi  quella piacevole sensazione del vento che si scontrava con la sua faccia, pizzicandogliela.

Rimase in quella posizione per svariati minuti, non accorgendosi nemmeno che intanto il tempo volava e la sera era calata.

Yokohama di notte era stupenda; le strade incominciavano ad affollarsi, le persone riempivano i bar, i ristoranti, andavano a fare shopping oppure si rilassavano andando a vedere un film al cinema.

Chuuya svoltò la prima delle tante strade che conducevano verso casa sua; era buio, sì, e gli era  molto difficile orientarsi, anche perché la poca luce che c'era apparteneva ai lampioni che erano posti un po' più in là dove lui stava.

Appena svoltò l'ennesima strada, andò a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.

Il cappello gli cadde a causa dell'impatto e dovette trattenere un ringhio scocciato, quando andò a recuperarlo.

Scosse velocemente il cappello sulla coscia, per far volare via eventuali residui di polvere che vi si erano appollaiati sopra, e guardò il suo disturbatore con l'intenzione di fare una bella ramanzina.

Quando si ritrovò faccia e faccia con l'ultima persona che voleva vedere, sgranò gli occhi.

«Sapevo che ti avrei trovato qui, Chu Chu.»
Disse Dazai, stendendo un sorriso sul volto.

Chuuya, in quel momento, non era arrabbiato ma molto di più; dopotutto, non sentiva il castano da tanto tempo e aveva avuto anche la faccia tosta di presentarglisi davanti così, all'improvviso.

«Che diavolo vuoi da me ?!?»
sbraitò il più basso, stringendo le mani fino a far sbiancare le nocche, mentre il castano se la rideva di gusto.

«Volevo solo vederti.»
L'espressione felice del più alto si tramutò subito in una più seria.

Chuuya si ritrovò subito a sgranare gli occhi e a distogliere lo sguardo dagli occhi così magnetici di Dazai.

Aprì la bocca, facendo per parlare, ma un tuono ruppe la quiete in pochi secondi.
Al frastuono che provocò, si seguirono tante mille goccioline quasi invisibili all'occhio umano.

«Sembra la prima volta che ci siamo visti.»
Mormorò Dazai, chiudendo gli occhi e rivolgendo il volto verso il cielo, e infilò le mani nelle tasche del pantalone.

Chuuya sospirò, afferrando Dazai per il gomito:« Dai, ti faccio di nuovo venire a casa.» Asserì, lasciando che l'altro lo seguisse sempre con il solito sorriso stampato sul volto.

«Sapevo che eri una brava persona, Chuuya.»

Il rosso fece schioccare la lingua sotto il palato, in un suono rumoroso e scocciato, e strattonò Dazai:« un'altra parola e ti rimango qui fuori .» Mormorò in tono acido, raggiungendo subito la porta del palazzo strapieno di appartamenti, anche perché si trovavano vicino casa sua.

Non appena entrati nell'appartamento, entrambi si tolsero il cappotto e Dazai si accomodò sulla poltrona dove di solito il rosso si rilassava accompagnato da un buon libro e da un bicchiere di vino rosso, mentre Chuuya andò direttamente verso la cucina, dopo essersi tolto sia i guanti che il cappello.

Il castano, curioso, si diede una veloce e attenta occhiata in giro.

Si trovava nel salone di casa; le pareti erano di un profondo ocra scuro, poi vi era un camino sulla sua destra e davanti a lui si trovava uno di quei tavolini bassi in legno con la superficie in vetro, mentre dietro di lui vi era una libreria con tantissimi libri.

Quando il rosso fece il suo ingresso nella stanza, aveva tra le mani un vassoio argenteo con sopra una bottiglia di vino e due bicchieri in vetro, che andò ad appoggiare sul tavolino.

«Ti piace molto leggere ?»
Chiese Dazai, spezzando il silenzio, mentre si sistemava sulla poltrona.

«sì, mi piace molto la lettura.» tagliò corto, Chuuya, versando il vino in un bicchiere e passandolo all'altro.

«Mh...anche il vino ti piace, a quanto pare.»
Mormorò il castano, accogliendo il bicchiere con una mano mentre guardava il rosso prendere posto sul divano accompagnato con il proprio bicchiere.

«È ciò che preferisco. Dimmi, Dazai.» Iniziò, muovendo il bicchiere in modo circolare e tenendo lo sguardo fisso sul liquido cremisi:« cosa fai nella vita ?»
Chiese, puntando finalmente gli occhi in quelli scuri del ragazzo, il quale si lasciò scappare una flebile risata .

Bevvero poi un sorso di vino in contemporanea.

«Per ora nulla. Sto ancora cercando il lavoro adatto per me.»
Rispose, terminando con un'alzata di spalle.

«Interessante.»commentò, mormorando, Chuuya versandosi altro vino, quando finì, e bevendo una generosa sorsata in pochi istanti.

« Tu ,invece, cosa fai ?»
Chiese Dazai, particolarmente interessato, lasciando il vino a metà e poggiando il bicchiere sul tavolino.

Non amava particolarmente il vino, ma preferiva di gran lunga il sake. Dopotutto, era sempre un alcolico.

«Università. Mi ci hanno costretto ad andare, anche se non volevo.» sibilò il rosso, sbuffando e lasciandosi cadere con la schiena contro lo schienale morbido del divano.

«Cosa intendi dire con "non volevi"?»

«Mori-san.» brontolò, piegandosi in avanti e versandosi altro vino nel bicchiere:«lui mi ha accudito sin da piccolo; è un dottore e vuole che intraprenda la sua stessa strada.» bevve il vino.

Iniziò subito a vedere tutto sfocato, non appena posò il bicchiere sul tavolino.

Fece per prendere la bottiglia di vetro ma, prontamente, Dazai si alzò e lo fermò, artigliandogli il polso.

«per ora va bene così.» Asserì, notando lo sguardo confuso del più basso che lo stava perquisendo con la fronte corrucciata.

«Ma io sto bene!»
si alzò e barcollò verso il vino, ma finì con il cadere tra le braccia del castano che riuscì a sostenerlo.

«è ciò che direbbe un ubriaco. Dai, ti porto nella tua stanza.»
sospirò, guardandosi intorno alla ricerca di una porta.

Avrebbe dovuto trovare in fretta la stanza di Chuuya, sennò li sarebbe finita davvero male.

#Spazioautrice

SCUSATE L'IMMENSO RITARDO.
So che dovevo aggiornare la settimana scorsa, ma la causa è stata la mia pigrizia.
Perdonatemi ;-;

0721 [Soukoku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora