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•Non mi fido dell'amore perché è un brutto gioco.
Inizia con un "Ciao" e finisce allo stesso modo•

Alessandra


Sono da poco scesa dal treno e ora sto andando a casa. Appena entro mi aspetto di trovare Emis in salotto, ma non c'è. Poso la valigia in camera e ritorno in soggiorno per attenderlo sperando che ritorni e che non sia da qualche amico. Poco dopo sento la porta aprirsi e ovviamente è lui.
"Ciao Amore" gli dico.
Non mi risponde, ma va in cucina. Lo raggiungo e tento di baciarlo ma lui mi respinge. Non riesco a capire il suo comportamento.
A questo punto gli dico: "Cosa ti prende?"
"Me lo chiedi pure?" risponde alterato.
"A cosa ti riferisci?"
"Ti dice qualcosa il bacio con Federico?"
Abbasso lo sguardo. Come fa a sapere che mi sono baciata con Federico?
"Finalmente hai capito"
"Come fai a saperlo?"
"Sabato sono venuto a Caserta per parlarti e appena ho svoltato l'angolo ho visto che tu e Federico vi stavate baciando"
"Non sono stata io a baciarlo" tento di giustificarmi.
Fa una risata nervosa. "Bhe da come ho visto non ti sei staccata, anzi, hai ricambiato"
"Per me quel bacio non ha significato nulla"
"Non mi interessa"
"Come non ti interessa?" domando confusa
"Che ormai non mi interessa più niente di te. Tantomeno della nostra storia, sempre se si possa chiamare storia"
"In che senso?" Iniziano a pizzicarmi gli occhi.
"Ti devo imboccare con il cucchiaino? Sto dicendo che la nostra storia finisce qui. Ed è soltanto colpa tua" dice con un tono leggermente duro e arrabbiato.
Effettivamente ha ragione lui. È soltanto colpa mia. Quando Federico mi ha baciata non mi sono staccata, è solo che in quel momento non ci ho capito più nulla.
"Hai ragione, scusami" Non mi risponde e lo capisco.
"Allora io vado. Buona fortuna per la vita Emis, ciao."
Faccio per andarmene, ma mi ferma.
"Ale aspetta"
"Dimmi"
"Mi dispiace, ma non riesco a perdonarti. E anche se ti avessi perdonata non sarebbe stato più lo stesso, a ogni litigio sarei andato a sbattere sempre su questa cosa"
"Lo so. Per questo ti lascio vivere la tua vita senza disturbati. Spero che tu trova un'altra ragazza migliore di me, che non giochi col tuo cuore, come ho fatto io"
"Grazie"
"Niente, davvero penso questo, sei un ragazzo d'oro e solo una stupida come me poteva lasciarselo scappare... Ora vado, ciao Emis"
"Ciao Ale"
Detto ciò chiudo la porta alle mie spalle. Certo che sono proprio una stupida. Cosa mi aspettavo, che mi accogliesse a braccia aperte dopo che lo avevo pugnalato alle spalle? Ovviamente no.
Poteva reagire molto peggio, ma non l'ha fatto, Emis è stato sempre un ragazzo tranquillo, di ragazzi come lui non se ne trovano molti in giro, aveva qualcosa di speciale che non so come definirlo, non riesco a trovare una parola adatta. E io invece cosa ho fatto? Me lo sono lasciata scappare. Ho fatto molti errori nella mia vita, che ora preferisco non ricordare, ma credo che questo sia stato il peggiore. Come mi sento in questo momento? Non so descrivere cosa sta succedendo dentro di me. Di sicuro sono triste e arrabbiata. Non arrabbiata con lui, ma con me stessa. Quando l'ho lasciato la mattina dopo non dovevo andare a Caserta, potevamo risolvere con calma. Ovviamente ogni coppia ha dei periodi un po' difficili e capita che si lirighi. Ma come mio solito ho fatto tutto di fretta e sono scappata dai nostri problemi. All'improvviso le chiavi della macchina cascano per terra, e solo ora mi rendo conto che sono rimasta imbambolata davanti alla porta di casa a pensare. Le raccolgo e inizio a scendere le scale per poi entrare in macchina e dirigermi alla stazione. Ora non mi resta che tornarmene a Caserta e incominciare una nuova vita.

Emiliano

Non pensavo sarebbe finita cosi. Avevo sempre avuto il timore di innamorarmi proprio perché sapevo che avrei sofferto se fosse finita. Però oltre all'amarezza e al rancore non sento altro verso di lei. Non mi ha fatto cosi male come temevo e sono pronto a ricominciare la mia vita normalmente, lasciandomi alle spalle tutto quello che è stato con Alessandra. Ammetto che mi ero abituato ad avere una donna nella mia vita di tutti i giorni, però provo a guardare il lato positivo: ora non devo dar conto a nessuno di quando esco, dove vado e cosa faccio. Posso passare la notte in discoteca con gli amici e fare un sacco di altre cose che ormai non faccio da tempo.
Però non questa sera. Ho paura che ragionandoci a freddo mi senta molto peggio.
Mi butto nel letto e noto, dall'anta aperta dell'armadio, che ci sono ancora molti vestiti di Alessandra, quindi probabilmente la rivedrò quando li verrà a riprendere, ammesso che lo faccia.
Improvvisamente sento la stanchezza prendere il sopravvento su di me e mi addormento.
Quando mi sveglio sono ormai le otto passate, non ho voglia di cucinare –anche perché non sono mai stato un grande cuoco- quindi ordino una pizza. Dopo una mezz'ora arriva e la mangio accompagnata da una birra. Noto sul display del cellulare alcuni messaggi, li leggo velocemente tutti finché non ne noto uno da Emanuela
-Ciao, sono arrivata-
Giusto. Le avevo detto di avvertirmi appena fosse scesa dal treno, lo avevo totalmente rimosso. Il messaggio è di due ora fa.
-Va bene, divertiti-
La sua risposta è quasi immediata.
-Si, divertiti anche tu-
Non le rispondo e spengo il cellulare, poi mi sistemo e vado a fare un giro per Milano in moto. Mi ha sempre aiutato a mettere in ordine i pensieri ed ora ne ho bisogno.
Quando torno a casa è circa mezzanotte e sono stanco dalla giornata appena trascorsa, quindi mi butto a peso morto sul letto e mi lascio cullare nel mondo dei sogni.


Eri solo da incontrare, ma ci sei sempre statoWhere stories live. Discover now