Capitolo 3

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Oggi è il primo giorno di scuola per me. Ammazzatemi vi prego, non sono psicologicamente pronta.

<Quindi oggi c'è il rientro?> chiedo a Nathan vicino a me, mentre entriamo a scuola.

<Sì, è una volta a settimana>

<No ma perfetto, il primo giorno, che inizia con il rientro> roteo gli occhi al cielo, non mi è mai piaciuto, però mi rassicura che è solo una volta a settimana, sopportabile quindi.

A Londra c'era praticamente tutti i giorni.

<Ma piantala va, almeno si mangia bene, meglio di come cucina mio papà di sicuro>

<Se dici così, menomale che cucinerà mia mamma d'ora in poi> mi tira una leggera spallata e io scoppio a ridere

<Nathan, io non so qual è la mia classe però, e Samantha è improvvisamente scomparsa>

<È andata da Michael, il suo fidanzato>

<Ah non sapevo che...>

<È fidanzata da due anni ormai> sembra avermi letto nel pensiero <non sai tante cose piccola Allyson>

<Ma cosa dici piccola a me, che ho solo un mese in meno di te>

<Sì ma sei una puffa> mi dice mettendomi il suo gomito sulla mia testa per mostrarmi che è tanto più alto di me.

<Non è vero, sei tu che sei un gigante>

<Anche tu hai ragione>

<Io ho sempre ragione> dico facendo la superiore.

<Taci va> e ancora una volta mi lancia una spallata amichevole, che però, mi stava per fare andare addosso ad un ragazzo, mi scuso velocemente.

È molto carino, alto, capelli castani e occhi marroni.

La prossima volta gli dirò di lanciarmi più forte in modo da farmici cadere addosso. Scoppiamo a ridere.

<Non sbavargli dietro, dicono che è un puttaniere, David si chiama>

<Interessante> rotea gli occhi.

<Ti porto in classe va, tanto ho ancora cinque minuti>

<Grazie>

Entro in quella che dovrebbe essere la mia classe.

Ho tutti gli occhi puntati addosso, trovo due posti in fondo liberi, mi vado a sedere.

La campanella suona, entra la professoressa che dovrebbe essere di letteratura.

Una donna molto alta, capelli biondi a caschetto, occhi chiari e occhiali. Avrà sulla cinquantina ma sembra molto gentile.

Qualcuno bussa alla porta, di sicuro è qualche ritardatario.

Entra con il fiatone Samantha <scusi prof per il ritardo, il pullman è arrivato tardi>

<Va bene signorina Brown, si vada a sedere> Samantha si avvicina verso il mio banco e si rivolge a me

<Brava, hai scelto il posto vicino al mio, sei proprio una veggente>

<Hai visto?>

<Mi sorprendi!>

<Hai perso il pullman eh> la punzecchio, oggi siamo arrivati tutti e tre con Rhon, doveva andare al lavoro presto e ci ha portato lui.

Uno schiaffo in pieno visoWhere stories live. Discover now