Sette

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Io e Josh stiamo insieme già da un anno. Ma, ultimamente, mi sento diverso. Ho questi pensieri nella mia testa che mi fanno venir voglia di fare delle cose, e questo mi spaventa. Ne ho parlato con Josh, gli ho detto delle voci, lui è in grado di farle andare via. Ma non dura a lungo.

Loro tornano più forti di prima. Avevo queste voci che facevano accendi e spegni nella mia testa anche prima che io iniziassi ad uscire con Josh, dicevano cose come "Puoi farcela" "Premi il grilletto" "Non aver paura". Ma io ho paura. Ho paura di perdere Josh. E non vorrei mai che lui si sentisse colpevole o triste per me. Ma ho il presentimento che se non le ascolterò, succederà qualcosa di brutto.

E adesso è il momento di prendere una decisione.

Josh si era addormentato sul divano, il che mi dava abbastanza tempo per andare al parco e farlo. Ero quasi arrivato, la pistola era nascosta sotto la mia maglietta. Mi guardai intorno per essere sicuro che nessuno mi stesse seguendo prima di entrare nel parco con il cappuccio sulla testa.

Rialzai lo sguardo solo quando mi scontrai con Ashley. "Oh mio- Scusa Ashley."

"Non fa niente Tyler. Come va?" Mi chiese con un sorriso.

"Bene. Tu invece?"

"Sto bene, grazie."

Annuii sorridendo. "Non pensavo di trovarti qui."

"Stessa cosa per me, e invece eccoci qui."

Annuii velocemente. "Beh è meglio che vada."

Dovevo sbrigarmi. Josh probabilmente aveva già notato la mia assenza e letta la lettera di addio che gli avevo lasciato sul comodino. E molto probabilmente stava già venendo qui.

"Okay, spero di rivederti ancora in giro." Disse lei, e io annuii prima di camminare il più velocemente possibile nel parco. Riuscii a fare solo qualche passo prima di sentir chiamare il mio nome. Oh no.

Mi girai e vidi Josh correre verso di me. Presi subito la mia pistola e me la portai alla testa, mentre con l'altra mano gli feci cenno di fermarsi. Lui si bloccò subito, iniziando a fissarmi con gli occhi pieni di confusione, rabbia, paura e tristezza.

"Non fare un altro passo." Dissi, le mie labbra tremavano.

"Tyler, fermati!" Gridò. Io scossi la testa, mentre le lacrime minacciavano di cadere dai miei occhi.

"Lasciami andare Josh. Torna a casa."

"Non ti lascerò. Noi torneremo a casa insieme."

Fece un altro passo in avanti ed io strinsi più forte l'arma. "Non fare un altro passo o lo faccio!"

"Tyler!"

"Tu non capisci, Josh. Cosa ho attraversato, cosa sto attraversando."

"Permettimi di capire, allora."

Strizzai gli occhi ma non bastò ad impedire alle lacrime di scendere per le mie guance. Le mie mani tremavano ed io non riuscii a fermarle. Lasciai cadere la pistola a terra e subito sentii delle braccia stringermi forte. Nascosi la testa nella maglietta di Josh e mi lasciai andare. Si, lui sapeva che i miei genitori abusavano di me e che i miei fratelli mi odiavano. Ma sapeva tutto ciò che ho pensato e con cui ho dovuto avere a che fare negli ultimi sette anni? No. Perché non volevo che lui lo sapesse.

Non volevo che lui stesse male. Vederlo in quello stato era insopportabile. Mi faceva così male. Ed in quel momento lui stava così per colpa mia.

Mi allontanò, tenendo però salde le mani sulle mie spalle, e mi guardò negli occhi. "Se mai ci sarà qualcosa che ti farà preoccupare e avrai bisogno di qualcuno con cui parlare, parla con me. Sono qui per te e ci sarò sempre."

Annuii asciugandomi le lacrime. Mi abbracciò di nuovo prima di lasciarmi andare. Raccolsi la pistola da terra e la guardai. Ero così vicino dal togliermi la vita, con quella. Ora non ne avevo più bisogno. La rimisi sotto la mia maglietta, l'avrei ridata a Josh non appena saremmo tornati a casa così lui l'avrebbe potuta chiudere in un posto sicuro.

Feci solo un passo prima di sentire un dolore al petto. Il dolore più forte che io abbia mai sentito. Portai le mani al petto e caddi a terra. Potei sentire Josh chiedere cosa stesse succedendo, ma lo sapevamo bene entrambi.

Sangue.

.-._.-Spazio Traduttrice-._.-.

E alzi la mano chi non si sarebbe mai aspettato un capitolo del genere! Ecco, ora potete ben capire perché amo questa fanfiction e perché ho deciso di tradurla.

Don't Go.//Joshler.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora