La prima volta che ti ho visto. [VIII]⛾

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Una piuma nera si posa pigra sul mio palmo, la rachide argentea brilla alla flebile luce del teatro, mi fa pensare alle notti che ho trascorso al campeggio

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Una piuma nera si posa pigra sul mio palmo, la rachide argentea brilla alla flebile luce del teatro, mi fa pensare alle notti che ho trascorso al campeggio.
Da piccolo il cielo mi sembrava un'enorme pozza nera senza fondo, dove diamanti di luce ornavano la sua oscura e maestosa superficie.
La prima volta che sono stato al campeggio mio padre, amante della natura, mi comprò un sacco a pelo nero e poi mi disse che così non avrei disturbato la quiete della notte, non avevo realizzato che si riferisse al suo intenso colore.

Adesso mi sento come in una di quelle notti, da solo ma in compagnia dei miei pensieri e dei miei demoni.
Non so più se devo aver paura di me stesso, l'unica certezza che mi rimane è che Janis non si fiderà mai più di me.
Janis ha sempre cercato di andare d'accordo con tutti, nonostante il suo sorriso si incrinasse ogni giorno di più. Ha lottato da sola contro i suoi incubi per anni, non ha bisogno di me.
Sono stato uno stupido solo a sperare che le cose tra di noi sarebbero cambiate, veniamo da due mondi troppo diversi ed io non sono più in grado di imbrigliare la mia nuova natura.

Prendo il calamaio tra l'indice e il pollice e lo faccio ruotare su se stesso, sembra una fiamma nera, riesco ad intravedere l'intero vessillo muoversi al tocco del vento sulla sua superficie, ogni ciglio di questo perfetto occhio chiuso, riesco a percepire ogni vibrazione: persino la quantità d'aria che respinge compiendo l'intera rotazione. Non c'è più alcun dubbio, il mio potere sta crescendo e mi sta lentamente consumando: Ti prego, dammi ancora un po' di tempo. Una preghiera silenziosa verso un Dio che non esiste.

Focalizzo il mio sguardo sulle travi consumate di quell' enorme scheletro e noto delle minuscole fratture, le travi non reggeranno ancora a lungo l'intero peso del tetto, devo sbrigarmi non ho più tempo: Ma come posso fare? Come convincere una persona a fidarsi di me se io stesso temo ciò che sono realmente?
Un sospiro sfugge al mio controllo e infrange un mulinello di cenere alla mia destra: «Jandra?» forse la madre di Janis ha portato qui la gatta; che cosa ridicola.
Poi un lampo di genio mi fa letteralmente scattare in piedi « Ho trovato!»
Mi precipito nel retro palco.
« Sarà perfetto, me lo sento!»

*****

Lacrime calde scendono sul mio viso senza un'apparente fine, della mia gola neanche un suono ormai da ore. Tutto ciò che è accaduto con Isaac continua a frullarmi nella testa come una trottola impazzita.
La sua bocca a pochi centimetri dal mio collo, il suo respiro regolare che danza un straziante tango con il suo cuore, il suo corpo premuto sulla mia schiena, mille mani di velluto accarezzavano contemporaneamente la mia pelle causandomi deliziosi fremiti. E poi? I ricordi di ciò che mi ha fatto il mostro.
Tutto si mischia in un'unica grottesca visione.
Vorrei tanto accantonare il dolore, estirpare ogni ricordo e poter sorridere di nuovo senza usare una maschera, ma non mi è possibile. Il ricordo degli abusi, delle botte allo stomaco e le corde che ustionano i miei polsi legati dietro la schiena mi perseguiteranno per sempre.

Mi guardo un'ultima volta allo specchio, mio unico amico, e prego che qualcuno faccia finire questa tortura.
Ormai non riconosco più nemmeno il mio stesso riflesso ciò che ho di fronte è un manichino pelle ed ossa con borse violacee e grandi quasi quanto il palmo di una mano.

Un motivetto mi desta dai miei pensieri e i miei piedi si muovono lentamente verso di esso.
Percorro come un fantasma il corridoio malandato, passi corti e malfermi, il mio vestito ormai strappato si impiglia sui chiodi arrugginiti che fioriscono come rovi pronti ad artigliare i miei piedi scalzi.
Svolto l'ultimo angolo e quello che una volta ero il palco adesso è un prato fiorito.

Un bambino biondo mi tende la mano e mi sorride. Le guance paffute piene di lentiggini. Quelle lentiggini che adesso non ci sono più, è Chris. Mi avvicino cauta e d'un tratto mi ritrovo bambina, adesso il mio vestito è una salopette azzurra con le farfalle disegnate sulle cosce, i miei capelli sono legati in due trecce identiche e le mie manine hanno tutte le unghie mangiucchiate.
L'erba mi solletica le caviglie e il profumo di fiori mi avvolge come un caldo abbraccio. Faccio una giravolta e guarda ammaliata il cielo azzurro satulo di soffici nuvole bianche. Mi fermo e vedo un albero pieno di mele, una figura è nascosta tra le fronde, mi avvicino curiosa. Un ragazzino poco più grande di me mi sorride divertito: «Allora Janis, ti piace?» mi chiede compiaciuto del suo operato.
«Isaac? Sei stato tu a fare tutto questo?» chiedo timorosa.
Il ragazzino fa un salto felino e atterra a pochi metri da me. «Sì, ti piace? Ho pensato di regalarti qualche ricordo felice» mi dice prendendomi per mano.
«Perché c'è anche Chris?»
Il ragazzo si gira per nascondere il suo sguardo contrariato: «L'unico modo che avevo di ricreare questo posto era attingere ai tuoi ricordi, se tu non fossi andata incontro a Chris l'intera struttura di questa illusione sarebbe crollata.
Ma non è importante, siamo qui perché voglio farmi perdonare per ciò che è successo prima.»
Non sapevo se esserne felice o meno ma apprezzo lo sforzo.
«Perché mi hai portata dentro questo ricordo?»
«Be' perché qui è stata la prima volta che ti ho visto, eri con Chris quel pomeriggio, e io sono sempre stato in disparte. Pensavo che se fossi venuto da te mi avresti respinto. Che cosa stupida, vero?»
Non mi guarda più, adesso si è sdraiato sul prato con lo sguardo rivolto verso il cielo.

«Respinto? Perché mai? Sei il fratello di Chris, solo perché sei più grande di me non vuol dire che non saremmo potuti diventare amici... no?»
Una risata gioiosa mi fa sobbalzare, non mi aspettavo una reazione del genere; «Cos'hai da ridere? Dico sul serio!»
«Piccola Janis, tu non capisci vero? Non volevo essere tuo amico, volevo qualcosa di più, e l'idea mi rendeva nervoso. Avevo paura di allontanarti.»
«Perché?»
«E' semplice, perché ti amavo, o meglio ti amo tutt'ora. Solo che tu avevi solo 4 anni, io ne avevo 9, era una cosa sbagliata...»
«No, non mi riferisco a questo. Perché mi dici tutto questo? Perché adesso? Perché non mi hai mai detto nulla?»
Isaac si gira verso di me e batte con il palmo della mano l'erba accanto a lui: «Sdraiati con me, guardiamo le nuvole. E' rilassante. Abbiamo tutto il tempo per le tue domande.»
Mi avvicino a lui e mi siedo nel punto dove mi ha indicato: «Isaac, sai benissimo che non puoi pensare di frenare la mia curiosità» lo sfido. Non ho intenzione di mollare la presa, voglio tutta la verità e la voglio adesso.
Isaac sospira e si mette sui gomiti, poi mi passa una piuma nera con il cuore argenteo. Passano minuti prima che si decide a darmi qualche spiegazione.

« Lo so», mi dice sorridendo, «questa è la piuma che è caduta dalle mie ali, è così simile alle altre eppure è unica nel suo essere. E' come te, è bellissima.»
Sento le guance infiammarsi e distolgo lo sguardo: «Non cercare di deviare il discorso» gli dico tutto d'un fiato «Rispondimi senza tanti giri di parole, cosa sei? Perché continui a torturarmi? Perché siamo in questo teatro?»
Lo sento muoversi e d'un tratto è accovacciato di fronte a me, è tornato al suo aspetto. Mi tende la mano «Vieni, ti voglio far vedere una cosa»
Tentenno un po' ma poi mi decido e gli prendo la mano. E' così grande, le sue dita si stingono e mi aiuta ad alzarmi.
«Ma prima di andare...» con uno schiocco di dita fa apparire un vestito rosso su di me. Un corpetto a cuore mi fascia come una seconda pelle, la lunga gonna color rubino scende come una cascata fino a terra e le mie scarpe sono così comode da sembrare di essere petali di rosa.
«Adesso, sei pronta. Andiamo.»

Spazio Autora.
Salve salvino, dopo un sacco di tempo sono riuscita a partorire questo obrobrio. Scusate mi sono espressa male, questo è solo un'esperimento. mi sto preparando per scrivere la mia nuova storia, e la mia cara amica e complice DyvinaSollena mi sta spronando ogni giorno perchè io mi matta al lavoro. [Mille cuori per te e per la tua enorme pazienza 💙💙💙 Ti Vu Bi 😍]
OOOk, dovrete pazientare un po' per il prossimo aggiornamento perchè purtroppo tra un po' Janis dovrà risvegliarsi da questo sogno e scoprire la verità. Mi duole dirlo ma presto il mio beniamino ci lascerà con il fiato sospeso... Vi prego non odiatemi... ho già scritto il capitolo finale di questa storia e so che molti di voi mi repudieranno 😅 Chiedo venia in anticipo. Vi lowwo comunque, rimanete sintonizzati per la nuova storia [Luna Scarlatta: Dìonan]

Work in progress ☡

Un sogno nel Teatro [In Revisione]⛾Where stories live. Discover now