Cap. 7

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La giornata passò in fretta e Alex tornò a casa, ringraziandomi per la magnifica giornata, senza sapere che ero io a doverlo ringraziare per la sua esistenza, per sapermi riempire le giornate di un'armonia indescrivibile.

Arrivò anche il giorno della sua partenza per le vacanze e, ovviamente, litigammo.

Ricordo che, quella sera, ero a ballare in spiaggia in una festa organizzata da ragazzi "Discoteca sotto le stelle" e, maledettamente, il cellulare non prendeva, io non me ne accorsi. Solo dopo qualche ora mi allontanai dalla musica e cercai di chiamare Alex, non ricevendo nessuna risposta. Era già arrabbiato con me e non sapevo come farmi perdonare. Non ricevetti neanche il messaggio della buona notte ed i miei nervi aumentavano.

Solo nelle mattinate, finalmente, ricevetti una sua chiamata.

<< Allora sei viva! >> Mi disse immediatamente.

<< Guarda che io ti ho cercato, sei stato tu a non rispondere e a non mandarmi neanche il messaggio della buona notte! >>

<< Io?! Era una serata che ti mandavo messaggi, chissà dov'eri e che avevi da fare!! E poi perché non potevi mandarla tu la buona notte? Eri troppo impegnata?>>

Ecco, io amavo Alex, ma odiavo la sua testardaggine, la tua presunzione! Non ebbi neanche il tempo di controbbattere che una voce femminile parlò in lontananza.

"Aleee,dammi la mia borsa!!"

<< Scusa... >> Chiesi << Ma tu che cavolo ci fai con la borsa di quella? >>

Non mi rispose, la sua risposta era dedicata alla ragazza che l'aveva chiamato.

<< Non ci entra niente in questa borsa, è piccolissima! >>

La mia pazienza ebbe un limite... Gli chiusi il telefono in faccia! Non ci sentimmo per tre giorni, il nostro orgoglio superava ogni voglia di sentirci, è sempre stato così, soprattutto per lui. Eravamo diventati proprio uguali in tutto e per tutto. D'altronde lui era la mia prima storia vera e dopo un anno era inevitabile diventare l'uno compatibile all'altro, ma più che altro mi accorsi, con il tempo, che diventava sempre più la mia anima gemella.

Come sempre, un nostro litigio, finiva dopo qualche giorno, giusto per dare il tempo, ad entrambi, di sbollire per mandare un messaggio. E quella volta fu lui a mandarlo.

<< Ascoltavo una canzone e ti stavo pensando, brutta scema! >> Che dire? Quando il telefono squillava ed era lui a farlo squillare i miei occhi brillavano di gioia, nonostante tutta la rabbia e la gelosia dei giorni precedenti. Non ero nervosa, ma volevo fare la preziosa.

<< Che canzone? >> Risposi fredda.

<< Iceberg...! La smetti di fare l'incazzata adesso?! >> Sorrisi.

<< La canzone si intitola "Iceberg"? Ho capito... >> Risposi scherzosamente.

<< "A te che l'unico amore che vorrei se non ti avessi con me,a te che hai reso la mia vita bella da morire..." Non direi che si intitoli "Iceberg", antipatica! >> Anche quella volta mi aveva conquistata, spariva tutto con lui, persino la rabbia o la freddezza.

<< La conosco la canzone... >> Risposi << Sei il mio amore! Scusa... ma non mi prendeva il cellulare quella sera e quando me ne sono accorta era già troppo tardi. >>

<< Va bè...perdonata! >> Immaginavo già la sua espressione.

<< Ma... chi era quella ragazza? >> Chiesi, ingenuamente.

<< Un'amica, aveva il mio telefono dentro la borsa e la tenevo io sperando che prima o poi mi rispondessi... >>

<< Va bè...perdonato allora, anche tu. >>

<< Copiona! >> Mi rispose ridendo.


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