16° Conseguenze

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Forse avrei potuto definirla in molti modi, ma alla fine preferii chiamarla semplicemente felicità.
Era qualcosa che sapevo di aver provato, in tempi e modi diversi ma ormai troppo lontani.
E adesso era lì, ad un passo da me, probabilmente frutto del caso o di un disegno che stentavo a comprendere.
Stringeva la mia mano, ferma, decisa e per nulla intimorita dagli sguardi altrui.
Mi aveva perdonato e forse avrei avuto una seconda occasione per entrare nel suo mondo e conoscere le persone a lei care.
Stavamo per entrare in classe, quando all'improvviso ci si paro' di fronte un ragazzo dall'aria imbronciata.

<Adesso ti diverti con lui?>  esclamò con fare arrogante.

Aisha non rispose e fece per entrare in classe, ma il ragazzo le si paro' nuovamente di fronte, con stampato in viso un sorriso strafottente.
<Pensi di cavartela ignorandomi?>
<Penso solamente che fai troppe domande per essere un ritardato>.
Improvvisamente dal suo viso scomparve ogni parvenza di sorriso, per lasciare spazio alla pura collera.
Afferrò Aisha per un braccio, strattonandola e facendola rimbalzare di schiena addosso al muro.
Gemette dal dolore, cercando nel contempo di divincolarsi dalla stretta del violento.
Fu allora che feci qualcosa di vagamente eroico e totalmente stupido.
Senza pensarci troppo mi lanciai verso il tipo, lasciando che il destro e poi il sinistro facessero il resto.
Purtroppo non avevo calcolato la totale inettitudine alla lotta che probabilmente accompagnava il mio Dna fin dalla nascita.
Il ragazzo infatti schivo' con estrema naturalezza e semplicità ogni colpo, per poi assestarmene uno terribilmente preciso alla base dello stomaco.
Caddi in ginocchio, cercando il fiato che sembrava essere scomparso nel nulla.
Infine lo trovai, proprio nel momento in cui sopraggiungeva il prof di matematica.
Il tipo si dileguo' in un istante, mentre Aisha accorreva in mio soccorso.
<Stai bene?>
<Beh, ora che ho ritrovato il respiro sto meglio, ma il mio orgoglio penso se ne sia andato insieme a quel pazzo; a proposito lo conosci o sbaglio?>
Tentenno', prima d'incrociare nuovamente il mio sguardo.
<Tutti lo conoscono a scuola>.
<So' che non servirà a nulla, perché per domani l'avrò già dimenticato, ma chi diavolo sarebbe?>
<Si chiama Luca, è un ripetente patentato; ah e da quel che si dice in giro è il tuo migliore amico>.
Rimasi a bocca aperta.
Ad occhio e croce avevo un nuovo problema.

GIONATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora