capitolo sette

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"Dov'è la mensa?"

Sebbene Harry parlasse con calma, la sua voce sembrò risuonare nel lungo corridoio.

Eravamo entrati nella scuola senza nessun problema e, quando superammo i ripostigli, finalmente arrivammo nel corridoio dove c'erano le classi.

Eravamo bloccati nel mezzo del corridoio perchè non riuscivo a ricordare in quale direzione fosse la mensa. Il mio cervello aveva uno strano modo di ricordare tutti i tipi di straordinari dettagli, ad esempio quell'orologio verde, ma quando dovetti ricordare in quale direzione fosse la mensa realizzai che l'avevo dimenticato.

"Non riesco a ricordate quale direzione prendere," dissi sospirando.

"Beh, quale pensi che sia la direzione giusta?" Harry chiese guardandomi, il suo volto a malapena visibile sotto il cappuccio.

"Penso che dovremmo andare a sinistra," risposi dopo averci pensato per un momento.

Iniziammo a camminare lungo il corridoio che sembrava allo stesso tempo completamente estraneo e comunque così familiare. La maggior parte delle porte delle classi erano chiuse mentre le superavamo, ma un paio di esse erano aperte e io non potei resistere alla tentazione di sgattaiolarci dentro. Nei miei ricordi erano molto più grandi, ma ora sembravano davvero piccole e familiari scrivanie, armadietti e tavoli erano stati cambiati con dei nuovi, facendomi sentire un po' malinconica.

La mia vecchia scuola non era più la stessa di quella in cui ero stata quando ero piccola.

Presto il corridoio finì e arrivammo nel punto della scuola dove le brevi, larghe scale guidavano direttamente alla mensa.

"Da questa parte," indicai le scale ad Harry, segretamente orgogliosa che mi ricordassi bene.

Ci dirigemmo nella mensa e quando iniziai a cercare l'orologio lo trovai nello stesso posto dove era sempre stato. Ci avvicinammo velocemente e a malapena ebbi il tempo di dire qualcosa che Harry iniziò a salire su uno dei tavoli.

"Harry, cosa stai facendo?!" chiesi fissandolo, la bocca mi si spalancò quando si alzò in tutta la sua lunghezza e si allungò verso il grande orologio, togliendolo dal muro. Improvvisamente, qualche oggetto cadde dall'orologio e io ebbi il tempo di vedere che era esattamente quello per cui eravamo venuti. La piccola scatola verde. A malapena fece rumore quando colpì terra, ma mi spaventai così tanto che Harry accidentalmente lasciò cadere l'orologio.

Vidi tutto come se fosse a rallentatore. Lo sguardo terrificato di Harry, poi l'orologio che cadeva a terra facendo un fragoroso rumore. Non potei fare a meno di fare una smorfia quando il rumore sembrò risuonare in tutta la scuola e io fui quasi sicura che si fosse sentito anche fuori.

Harry saltò giù dal tavolo imprecando silenziosamente. Lo guardai, sospirando profondamente e scuotendo la testa. Stavo per dirgli qualcosa riguardo al fatto che aveva fatto così tanto rumore facendo cadere quel brutto orologio, quando un'altra voce mi fece cadere il cuore ai piedi.

"Hey! Chi c'è là?"

Il panico calò su di me e guardai Harry terrificata, notando che il suo viso aveva un'espressione simile.

"Veloce. Dov'è la scatola?" Harry parlò frettolosamente e iniziò a muovere insistentemente le sedie per guardare sotto il tavolo. Corsi dall'altro lato del tavolo e lasciai vagare il mio sguardo sulle sedie, sui tavoli e a terra. Presto trovai la piccola scatola su una delle sedie dov'era caduta e la afferrai urgentemente. La misi nella tasca della mia felpa prima di riferire ad Harry di seguirmi. Corremmo fuori dalla mensa e quasi ci scontrammo con l'uomo barbuto che stava salendo le scale. Harry non sprecò tempo e spinse l'uomo.

"Voi piccoli marmocchi! Smettetela di correre!" l'uomo urlò, ma noi eravamo già a metà corridoio. Sentii l'adrenalina scorrere nel mio sangue e il mio respiro diventò irregolare quando corsi dietro Harry verso la porta dalla quale eravamo entrati. Saltammo letteralmente lungo le scale che ci portavano ai ripostigli. Un paio di volte quasi inciampai nelle scatole che giacevano a terra, ma fortunatamente recuperai velocemente l'equilibrio.

Mi sembrava che corressimo da un'eternità, quando finalmente raggiungemmo la porta. Harry sprecò un paio di secondi provando ad aprirla e io aspettai impaziente dietro di lui, guardando dietro di me tutto il tempo. Quando la porta si aprì, sospirai sollevata e corsi dietro Harry.

Stavamo correndo verso il parco e iniziavo a credere che ce l'avessimo fatta, quando improvvisamente qualcuno mi afferrò la spalla. La presa era così stretta e inaspettata che persi l'equilibrio. Il mondo girava intorno a me, poi sentii il mio corpo scontrarsi dolorosamente col terreno e un piccolo urlo scappò dalle mie labbra.

Non ebbi neanche il tempo di riprendermi dallo shock che qualcuno mi incrociò le braccia dietro la schiena, facendomi quasi svenire alla nuova ondata di dolore.

"Pensi davvero che ti avrei fatto scappare, piccolo vandalo? Ora mostrami il tuo bel viso così posso portarti alla polizia," un'atroce voce disse e io la riconobbi immediatamente. Era la voce dell'uomo barbuto.

Il mio primo pensiero fu iniziare a divincolarmi, ma poi ricordai come ci eravamo incontrati all'inizio io ed Harry. Mi aveva presa quando stavo provando a scappare e quando avevo provato a divincolarmi avevo solo inasprito la situazione. Mi aveva lasciata andare solo dopo essersi assicurato che mi fossi calmata.

Forzai me stessa a prendere un profondo respiro e a rimanere senza emozioni. Poi sentii la presa dell'uomo sulle mie braccia allentarsi mentre l'altra mano raggiungeva il mio cappuccio, pronto a rivelare il mio volto.

Fu il suo peggior errore. Aveva pensato che avessi rinunciato, il che era la cosa più lontana dalla verità. Appena sentii la sua mano sulla mia testa, tirai la mano dalla sua presa e lo spinsi via da me, ignorando le fitte di dolore per tutto il corpo. Mi alzai velocemente e feci quasi cadere l'uomo dalla sorpresa. Ma, quando all'improvviso sentii le vertigini e vidi nero per un momento, realizzai la mia stupidità nel correre via. Nonostante le vertigini fossero durate solo due secondi, fu abbastanza all'uomo per alzarsi e afferrarmi il braccio prima che potessi provare a scappare.

Un urlo di frustrazione scappò dalle mie labbra quando iniziai a divincolarmi, anche se le braccia mi facevano ancora male per avermele incrociate dietro la schiena. Ogni secondo che passava sembrava un'ora, ma rifiutai di rinunciarci. L'ultima cosa che feci fu colpirgli la gamba e, sebbene sembrasse avergli fatto male, la sua presa non si allentò. Il colpo lo fece solamente arrabbiare di più.

"Piccola stronza," sibilò e, prima che potessi schivarlo, mi tirò un pugno sul mento.

I miei denti cozzarono e la testa volò all'indietro. Le lacrime scesero dai miei occhi prima che potessi fermarle, e per un momento la mia vista si sfocò. Una figura scura mi superò e poi sentii la presa sul mio braccio allentarsi. Sentii un forte colpo e qualcuno gemere arrabbiato. Rimasi ferma e sbattendo le palpebre, vedendo Harry furioso colpire ripetutamente il volto dell'uomo barbuto.


corretto

24 Hours [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now