5.

133 33 20
                                    

Incredibile, è riuscita a passare l'esame, ma stranamente, non ha voglia di dirlo immediatamente ai propri genitori (proprio per far capire loro che non è andata via per divertirsi), ma sente più il bisogno di dirlo al tizio dietro al bancone del pub. Sarà anche merito suo?
Forse il motivo fondamentale è stato proprio il fatto che l'abbia aiutata. La società non educa di certo ad aiutare, l'atteggiamento predominante è del tipo "chi si fa i fatti suoi vive cent'anni". In realtà lui ha influenzato in maniera determinante l'esito dell'esame. È anche merito suo se ha preso 28, in fondo il coraggio e la sicurezza sono venute anche, e forse soprattutto, per merito suo. Decide quindi di entrare nel bar, sperando che sia il suo turno.
Entra e nota, con estrema felicità, che c'è solo lui.
Lui si volta e vede lei, ed un sorriso prende vita sul suo viso.

<<Ciao>> esordisce John
<<Ciao, passavo da queste parti, e mi è venuto in mente che avevo da rispettare un patto.>>
<<Giusto. Vieni, siedi pure. Com'è andata allora?>>
<<Ho preso 28. Sono venuta per ringraziarti. Senza le tue parole chissà come sarebbe andata?!>>
<<Altrettanto bene, credimi. In fondo non ho detto niente che tu non sapessi già. Dai, ti preparo una pizza, festeggiando così il primo di tanti successi>>
<<Accetto la pizza, ma solo se la mangi anche tu>>
<<Allora scavalca il bancone, mi dai una mano.>>
<<Caro mio, non vorrei rubarti il lavoro.>>
<<Oh, nessun problema. Non sono quel tipo che si fa "battere" per galanteria.>>

Alla fine non fu neanche una gara di pizzaioli, ma seppero divertirsi cucinando insieme una bella margherita, lavorando armoniosamente, entrambi.

<<Sai, avevo un coinquilino italiano quando ero studente, e fu lui che mi insegnò la ricetta per una buona pizza. Infatti, non per vantarmi, ma vengono tutti qui a prendere la pizza perché, da queste parti, qui in America, sono l'unico che la sa fare decente. Buona la sapeva fare solo Salvatore. Veniva da Napoli, e diceva che la sua città è la città della pizza.>>
<<Dai, non lo sapevi?>>
<<Evidentemente no. Dai, andiamo di là, mangiamo questa bella pizza.>>

Chiuse il locale e si andò a sedere al tavolo, sul quale c'era una bella pizza fumante ed una bellissima ragazza.

<<Comunque John. (So il tuo nome perché l'aveva nominato il signore), volevo davvero ringraziarti. Sei stato gentilissimo.>>
<<Ma figurati, dai. Per così poco. Tu vali, e dovresti capirlo anche te. Non sono stato io a far sì che l'esame andasse bene, ma è stata tutta farina del tuo sacco.>>

Ed improvvisamente lei pianse, ma non sembravano lacrime di tristezza, o almeno sperava. Le diede un fazzoletto ed aspettò che si calmasse un pò.

<<Ehi, che succede? Ho detto qualcosa di sbagliato?>>

Lei scuoteva il capo, mentre singhiozzava.

<<Dai, ho capito che non sono italiano e che la pizza possa fare schifo, ma così tanto da far piangere anche no, dai..>>

E questa volte le venne da ridere. E stranamente, ma forse neanche tanto, lui fu l'unico a farla ridere mentre fosse in preda ad uno dei suoi piagnistei.

<<Dai, dimmi cos'è successo...>>
<<Niente. Stavo solo pensando.>>
<<A cosa?>>
<<A niente di importante.>>
<<Da quando niente di importante fa piangere?>> con faccia fintamente dubbiosa.

Lei rise di nuovo.

<<Dai, fammi piangere. Non ci riesco se fai quelle smorfie da cretino.>>
<<Guarda, non so se chiederti del perché devi piangere per forza o se di solito, a pranzo offendi le persone>> con un'altra espressione da finto dubbioso.
<<La vuoi finire?!?>> mentre rideva.
<<Opto per la terza domanda: perché stavi piangendo?>>
<<E va bene. Perché nella mia vita, se pur ancora breve, ho provato a far sentire la gente amata, protetta. Ti giuro che ci provo ancora ora. Ci provo ad esserci sempre, ci provo a dimenticare le brutte parole ed a ricordare solo le cose buone e gentili. Ti giuro che ci provo a farmi scivolare tutto addosso, a chiudere uno o entrambi gli occhi.
Ci provo ad ascoltare con pazienza e rispetto, a dedicare tutto il tempo a chi ha bisogno di me.
Io ci provo, ci provo con tutta me stessa, ma sono gli altri a non provarci con me.
Sono anch'io un essere umano, anche io mi cibo di amore, anche io voglio essere coccolata, abbracciata senza motivi.
Vorrei anch'io che, ogni tanto, provaste a sorvolare sui miei errori. Mi piacerebbe sentirmi importante quando vi parlo di cose insignificanti, vorrei essere ascoltata anche quando dico cose senza senso. Ho bisogno di amore. Ed il tuo consiglio,anche se banale, è stato importante.>>

<<Arriverà anche per te quella persona che stai aspettando>>
<<Non ne sono convinta John...>>
<<Arriverà. Magari sarà un giorno qualunque, e magari non lo riconoscerai neanche subito. Magari non te ne accorgerai neanche; chissà, forse lo snobberai, pensando che sia un cretino, ma alla fine te ne innamorerai, perché era quello che stavi aspettando.
Magari nemmeno tu lo sapevi, ma eri pronta. Aspettavi solo il suo arrivo.>>
<<Ho un carattere di merda, è praticamente impossibile che qualcuno si voglia mettere con me.>>
<<Credimi, Celeste, arriverà. Arriverà e sarà capace di spazzare tutta la polvere che, evidentemente, porti sul cuore. Sarà in grado di spazzar via tutto l'amaro che le persone ti hanno lasciato. Arriverà quando meno te l'aspetti, per ricordarti che le cose belle esistono e che, ogni tanto, possono capitare anche alle persone come te.
Verrà per te, a cui non è mai stato regalato niente, per te che nessuno mai ha messo al primo posto, e che ora ti sembra difficile credere che possa accadere.
Arriverà un giorno, e ti sembrerà di conoscerlo da sempre, perché lo avevi già visto nei tuoi sogni. E credimi, sarà l'unico in grado di scavalcare le barriere che porti dentro; ti saprà prendere il cuore e tenendoti per mano ti dimostrerà che l'amore, nonostante le tue esperienze passate, esiste ed è stupendo, e quest'amore stupendo - in questo caso- è toccato a te.>>
<<Ma nessuno vuole combattere per una come me, John...>>
<<Questa persona, invece, ti farà capire cosa significa essere importanti per gli altri, che cercherà di capirti anche quando, magari, non lo meriti poi così tanto; resterà al tuo fianco nonostante le tue paure ed insicurezze; ma resterà - soprattutto - anche quando lo allontanerai perché hai paura di soffrire ancora. E lo sai perché non andrà via?>>
<<Perché?>>
<<Semplice. Perché in te rivedrà tutto ciò che ha sempre desiderato. Arriverà per restare come non ha fatto nessuno, nonostante sarà difficile. E non importa se ogni giorno ci dovreste lavorare sopra, non importa perché ne varrà sempre la pena. Perché lui cercava te e tu desideravi lui.>>
<<Tu pensi che ci possa essere uno così in giro? Tu pensi che ci possa essere qualcuno che mi possa amare?>>
<<Lascia che ti dica una cosa: non pensare a colui che ti regalerà una rosa né da chi vuoi ricevere un "ti amo". E senti invece una proposta: che ne dici di cominciare ad amare te stessa?>>
<<Innamorarmi di me stessa?!>>
<<Esattamente. Innamorati del tuo sorriso, nonostante non si veda spesso sul tuo viso. Innamorati del tuo sguardo che vale più di mille parole. Innamorati del tuo nasino, che poi - magari - qualcuno là fuori gli darà un bel bacio.
Innamorati dei tuoi capelli: ci sono migliaia di ragazze che pagherebbero oro per averli come i tuoi. Innamorati dei tuoi occhi, che sono lo specchio dell'anima. Innamorati delle tue guance, che si arrossano ad un minimo complimento, proprio come adesso.
Innamorati delle tue labbra, le quali ogni ragazzo sognerebbe di farle coincidere con le proprie.
Innamorati del tuo corpo, anche con i suoi mille piccoli difetti, perché non potrebbero essere migliori di così.
Innamorati del tuo modo di pensare, di fare. Innamorati di tutto ciò che vuoi, ma basta che ti innamori di te, perché non hai nessun motivo per non farlo. Lascia che ti dica questo: innamorati di te, perché se non ami prima te stessa, non potrai mai sperare che gli altri possano amarti.>>
<<Un'altra volta in cui non so che dire. Mi spiazzi sempre!!>>
<<Infatti non c'è niente da dire. Devi solo amarti>>

Suona un telefonino, è la madre di Celeste.

<<Scusa, è mia madre. Devo andare, vorrei davvero continuare. Grazie, davvero. Ci vediamo uno di questi giorni? Dai, fammi sapere, io devo scappare. Scusa. Grazie per il pranzo!>>

Ed esce dal bar, lasciandolo solo.

<<Vorrei tanto vederti, ma non so come fare. Smemorata Celeste. Dovrò aspettarti ancora una volta qui al bar.>>

AMORE IRREALEWhere stories live. Discover now