29. Fight Club

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Avevo un joint acceso in bocca ma poco mi importava, presi il vari sacchi della spazzatura e quando uscì di casa li buttai tutti negli appositi cassonetti. Mio padre era un fissato della raccolta differenziata.

-Hey Johanne! Buongiorno- il mio vicino di casa, il grande e grosso signor Patrick, buttò un grande sacco della spazzatura in un cassonetto salutandomi.

-Buongiorno- gli sorrisi e lui mi imitò mostrando i suoi incisivi d'oro.

Il signor Patrick ci invitò a pranzo il primo giorno che ci trasferimmo qui a Brighton, io avevo cinque anni e la prima volta che lo vidi pensai fosse un pirata.

E il suo aspetto non è cambiato di una virgola dalla prima volta che lo vidi. Barba e capelli bianchi e incolti, incisivi d'oro, un sigaro sempre acceso in bocca e una risata da corsaro.

Lui era Barba di Fumo perché puzzava sempre di tabacco per sigari.

Ma il signor Patrick, o Barba di Fumo, era vedovo. Sua moglie morì quando io avevo otto anni ed era una signora molto gentile e sempre disponibile, tante volte avevo dormito da loro perché mio padre era impegnato con il lavoro.

Ci rimasi male quando morì, il signor Patrick sembrava più che sconvolto e non uscì di casa per almeno due settimane, ma quando mise i piedi fuori perché aveva finito i sigari, sembrava come se sua moglie non fosse mai morta, come se non fosse mai successo niente.

-Ho sentito al telegiornale locale che ci sono dei teppisti che mettono dei petardi nei bidoni della spazzatura- facemmo entrambi un tiro,

-Non lo sapevo- mentii. In realtà sapevo benissimo chi erano quei teppisti, niente di meno che Evan e Fabian e Fitz.

-Allora sono felice di averti avvertito, mi raccomando stai attenta, non voglio mica vederti tornare a casa con la faccia bendata-

Ed entrai in casa salutandolo, quella sera avrei avuto l'incontro al Fight Club e non ero mai stata più in ansia di così nella mia vita.

Avevo paura, lo ammetto. Ma chi non l'avrebbe a parte gli incocati che non sentono niente se non la voglia di menare le mani?

Buona fortuna Johanne Hedengaard.

•••

Aaron mi aveva detto che non potevo indossare il reggiseno perché non avrebbe tenuto bene i seni e quindi presi una benda dallo scaffale dei medicinali e dei cerotti oltre al mio reggiseno che usavo ad atletica.

Indossai i pantaloncini che usavo per atletica leggera e poi, quando arrivammo allo stabile del Fight Club (già pieno), Roger mi fece andare in un ex bagno comune.

Zach mi seguì sia perché voleva aiutarmi a mettermi la benda e sia perché aveva paura e non riusciva a stare fermo.

Nel bagno di quel capannone c'era un sacco di freddo.

Tremavo mentre Zach mi fasciava il petto con una garza, in modo da contenere i movimenti dei seni mentre mi muovevo.

Quando mi tolsi il reggiseno Zach non mi guardò nemmeno una volta le tette. Sarebbe come guardare le tette a mia sorella, mi disse.

-Fatti una coda- disse dopo aver fatto un nodo alla garza.

-L'ho già fatto-

-Non è abbastanza-

Zach sciolse il piccolo codino e prese con i palmi più capelli possibili, per poi legarli insieme.

-Finito- si mise di fianco a me e mi guardò,

RenaissanceWhere stories live. Discover now