3 - Un tasto dolente

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3 - Un tasto dolente















Jimin


La testa che pulsa ad un ritmo incessante e lo stomaco sottosopra, conoscevo benissimo questa sensazione, la familiarità che stavo provando mi spaventava, non avrei dovuto trovare nulla di famigliare in tutto quello, ma era così, ubriacarmi non era un'esperienza a me nuova, per nulla.

La prima volta che mi ero ubriacato avevo descritto il tutto con una frase dettata dal post sbornia e dalla mia becera esperienza con l'alcool: mi ha investito un treno. Era così eccessiva come similitudine, ma dire che stavo bene era un eufemismo, il mio fegato mi odiava ancora per quella prima volta e il mio cervello era ancora sotto gli effetti di quella Vodka maledetta, mai dimenticata,  terribilmente fastidiosa.

E ogni mio risveglio sembrava lo stesso della mia prima volta con la signora Vodka, un vero e proprio inferno.

Nonostante le mie palpebre chiuse riuscivo ad avvertire il calore del sole e cercai subito di ripararmi dai suoi raggi, che in quel momento mi stavano disturbando e che non trovavo per nulla piacevoli.

Eppure coprirmi malamente con una mano non era servito a nulla e lamentarmi aveva solo aumentato il mio fastidio, avevo la bocca impastata e la voce roca.

Gemetti appena sentii il sapore acre che ancora avevo un bocca di alcool, ma niente Vodka questa volta, la cara signora mi aveva lasciato il segno quella prima volta e mai ero riuscito a riprendere i rapporti con lei.

Il  fastidio e il disgusto che provavo andavano di pari passo, come avevo fatto a ridurmi così? Domanda inutile, lo sapevo benissimo, ma soprattutto come ero tornato a casa? Giusto, il mio ultimo ricordo era la porta di casa, del nostro amato dormitorio, mi sforzai davvero di ricordare altro, ma più sforzavo la mia mente più i ricordi mi sembravano peggiorare.

Un taxi ero riuscito a prenderlo, addirittura, che mi aveva tirato fuori le informazioni a forza e non aveva nemmeno voluto che lo pagassi, d'altronde è stato anche gentile, avrebbe potuto semplicemente  approfittarne e chiedermi un patrimonio, ma lo avrei fatto comunque, ridotto com'ero.

Ricordavo poco, è vero, ma ero riuscito a ricostruire alcuni ricordi, uno più spiacevole dall'altro, davvero.

Il tutto però peggiorò quando decisi di aprire gli occhi.

La luce mi colpì subito, quel bastardo di un sole crudele aveva deciso di baciarmi proprio in quel momento, sentivo gli occhi gonfi e la mia vista era un miscuglio di colori e di luci, non durò molto visto che nell'arco di qualche secondo i miei occhi iniziarono ad abituarsi a tutti quegli stimoli visivi, ma i primi secondi furono traumatici al punto giusto, il tempo di realizzare che qualcosa non quadrava, quel momento di lucidità era stato terribile.

《Cazzo》

Chi avrebbe mai creduto che Park Jimin, cantante di fama internazionale avesse una voce così brutta di mattina, appena sveglio e dopo una sbronza assurda? Che poi era mattina? Che ore erano?
La cosa che più mi premeva era uscire da quella stanza, avevo cercato di non metterci piede per così tanto e invece mi ero risvegliato proprio in quel maledetto letto.

La mia voce era terribile, mi uscii un suono roco poco simile a ciò a cui ero abituato. Non ero nemmeno più abituato a quella maledetta stanza, non riuscivo nemmeno ad essere confuso, perchè non potevo risvegliarmi confuso e stupito come qualsiasi idiota ubriaco?
Dove sono? Dove mi trovo?
Non funzionava, sapevo tutto, troppo, avrei preferito non sapere niente, dov'era  la mia finestra sul giardino, la mia libreria, tutto?

The Alcoholic Attraction {Jikook}Where stories live. Discover now