Capitolo 91

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Non ricordo quando è stato il momento preciso in cui ho cominciato a tremare come una foglia, so solo che guardando lo schermo bianco con la mail di Eva, sento ribollire il mio sangue ad una temperatura elevata quasi quanto la lava incandescente di un vulcano in eruzione.
Non posso crederci che questa donna abbia perfino condizionato la mente di Robert, un uomo sempre deciso a seguire solo se stesso e non lasciarsi mai comandare da nessuno.
"Che cosa gli ha promesso in cambio della sua alleanza? Cosa?"
Nel frattempo che penso a tutto questo, trovo la forza di alzarmi dal letto per sciacquare un po' il viso caldo e sudato, stare calma e lucida dovrebbe essere un mantra per una situazione simile ma al momento non riesco ad essere nulla di ciò che vorrei.
Devo pensare e anche in fretta perché mancano poche ore e Robert atterrerà in questa città e cercherà non solo Logan e quella donna, ma verrà a conoscenza del fatto che io sia qui, in questo hotel. Non perderà occasione per bussare alla porta della mia stanza e fare in modo che io mi lasci sedurre da lui.
A questo punto, dopo le parole che ho ascoltato nel file che Eva mi ha inviata, comincio ad avere il grande sospetto che per Robert io sia solo una preda facile e che i suoi sentimenti per me siano svaniti già da molto tempo ma, non mi sembra possibile tutto questo anche perché quando abbiamo fatto l'amore un mese fa, non era cambiato nulla, era come se non ci fossimo mai lasciati. Quella passione, quei gemiti, il modo in cui mi stringeva a sé non erano affatto gesti dati da un ordine impartito da qualcuno per farmi cadere in trappola. Ma ci sono troppe cose che non capisco e forse vorrei continuare a non capire.
Faccio un respiro profondo quando mi siedo a bordo letto fissando senza motivazione il cornicione della porta, automaticamente come un robot telecomandato mi volto verso il computer incrociando le gambe davanti a me e poggiandolo sulle mie ginocchia; esco dalla mail di Eva e ne apro una nuova sperando arrivi al destinatario il prima possibile o che esso lo legga quasi immediatamente.

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Da: Emily Castle
A: Russel McRoverguy
Data:
8 Febbraio 2016, ore 5:20
Oggetto: Urgente.

So che non è l'orario giusto per inviare una mail ma...ho seriamente bisogno di parlarti.
Chiama appena puoi.

Emily.

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Invio la mail chiudendo gli occhi per paura che qualcosa potesse bloccarmi dall'inviare, quando mi rendo conto che è stata spedita respiro profondamente e comincio a controllare il telefono più volte come fossi ossessionata dal ricevere la telefonata da Russel.
"Devo smetterla di agitarmi così tanto."

Quando avverto accanto il mio viso una vibrazione ripetuta più e più volte nell'arco di pochi secondi, mi sveglio di soprassalto colta da uno strano senso di terrore improvviso, come se essermi addormentata fosse stato un grandissimo errore ed io fossi ormai caduta nella trappola del ragno senza neppure accorgermene.
Scatto immediatamente in piedi rispondendo senza neppure guardare chi fosse.
"Pronto?" la mia voce è assonnata ma al tempo stesso spaventata.
"Emily."
Ma basta la sua voce per tranquillizzarmi in un attimo:"Russel, finalmente."
"Emily, che sta succedendo?" la sua voce è terribilmente calma, come se fosse all'oscuro di tutto e, dopotutto, probabilmente è così.
Deglutisco sfregandomi poi le labbra secche:"Io...io ho bisogno di parlarti."
Guardo l'orologio, sono le nove del mattino e sento come un nodo in gola al sol pensiero che probabilmente Robert sia già in volo o stia addirittura atterrando.
"Questo lo so Emily, cosa devi dirmi?"
Mi avvicino al balcone guardando distrattamente il meraviglioso paesaggio che mi circonda, vorrei provare un senso di pace nel vedere qualcosa di bello ma non è affatto così:"Eva sta complottando contro di te." dico d'un fiato sentendo un peso addosso ingrandirsi sempre di più per poi liberarmi quasi completamente.
"Questo lo so già, Emily." continua a rimanere calmo anche se sento più volte i suoi sospiri.
"Ma...ho scoperto chi sta lavorando per lei oltre a Robert Gibson." continuo a guardare fuori senza vedere nulla di definito e nitido, è tutto così offuscato e distorto che quasi mi fa male agli occhi continuare a vedere.
"Ti ascolto."
Prendo fiato per pensare a cosa dire, quando sono sicura di aver trovato le parole giuste comincio a liberarmi di tutti gli altri pesi che mi appesantiscono e distruggono:"Hai mai sentito parlare di Logan James?"
Un attimo di silenzio seguito da qualche rumore incomprensibile da qui:"L'ho sentito nominare spesse volte da Eva, perché?"
"E di Silvya?" sorvolo sulla sua domanda.
"E' la sorella di Eva, erede della Privior Inc e socia in affari di Logan James per quanto riguarda la prestigiosa catena di discoteche di tutto il mondo a suo nome. Perché vuoi saperlo, Emily? Rispondi." questa volta il suo tono è duro come al solito e mette quasi paura oltre che soggezione.
"Ti ricordi quando ieri mi chiamasti chiedendomi di continuare con il libro e tornare nel tuo appartamento?" sussurro questa volta guardando la mano poggiata sul vetro lucido del balcone e disegnando su esso piccoli cerchi irregolari. Sento Russel annuire:"Qualcuno ha afferrato il cellulare e ha parlato al posto mio...?"
"No...non dirmelo ti prego..." scandisce le parole e nonostante non siamo faccia a faccia, immagino la sua espressione furiosa e le sue pupille dilatarsi dalla rabbia:"Eri insieme a Logan?"
"Si ma io..." scatto immediatamente quando la sua voce si alza di tono:"...io non sapevo chi lui fosse." cerco di giustificarmi quando sento qualcosa sbattere contro una base.
"E TU ESCI CON UNA PERSONA SENZA SAPERE CHI E' O COSA VUOLE DA TE?" la sua rabbia mi fa raggelare il sangue, immaginavo che si sarebbe infuriato così ed è anche questo il motivo per cui non volevo parlarne con lui e cavarmela da sola. Non rispondo, so che se provassi a dire qualcosa non uscirebbe nulla se non qualche stridulo bloccato dalla paura di dire altre cose sbagliate ma quando sento un sospiro da parte sua, capisco che questo forse è il momento per dir qualcosa.
"Russel..."
"Dimmi per quale motivo mi hai chiamato, Emily." mi interrompe immediatamente.
"Forza Emily, raccontagli tutto ciò che sai."
Mi siedo a bordo letto con le spalle rivolte alla porta, prendo fiato fissando un punto a caso del pavimento e respirando profondamente comincio a raccontare tutto ciò che so, dalla prima all'ultima. Mi spingo perfino a raccontargli del palazzo alto e del gioco che Logan ha messo in atto per avermi sentendo una nota di disappunto e fastidio nel tono di Russel. Era una cosa che potevo omettere ma non volevo, sentivo il bisogno di dirgli qualsiasi cosa senza nascondergli nulla. Gli racconto perfino di stanotte, quando ho pedinato Logan ed il suo complice fino a casa e di quando mi sono intrufolata nel suo appartamento rischiando di essere scoperta subendomi poi il rimprovero di Russel per aver corso un rischio così alto e pericoloso.
Gli ho spiegato ciò che ho letto sul suo portatile, della cartella con il documento, del file audio e del fatto che Robert a breve sarà in città quando qualcosa mi irrigidisce all'istante e mi blocca dal parlare oltre.
"Emily, ci sei?" domanda Russel.
"Russel, qualcuno ha bussato alla mia porta." osservo la porta come se davanti ci fosse un fantasma e mi alzo lentamente quando un'altra volta il pugno sbatte contro di esso:"Cosa faccio?"
"Stai calma. Non chiudere la conversazione, metti il cellulare in tasca, respira profondamente ed apri la porta." annuisco facendo come dice.
Mi avvicino alla porta sistemandomi i capelli e respirando profondamente, quando aprendola mi trovo davanti lo stesso ragazzo che vidi il primo giorno con un foglietto piegato fra le mani.
"Buongiorno." cerco di sorridere.
"Buongiorno signorina, non vorrei disturbarla ma mi hanno chiesto di consegnarle questo." mi porge il foglietto che prendo fra le mani.
"Grazie." sussurro sorridendogli e chiudendomi la porta alle spalle. Afferro immediatamente il telefonino, Russel è ancora in linea:"Eccomi."
"Chi era?"
"Il fattorino dell'albergo, mi ha consegnato un foglietto." dico con voce tremante.
"Leggilo ad alta voce."
Apro il foglio, sono poche le parole ma riescono ugualmente a mettermi ansia e paura:"Incontriamoci sul tetto del grande palazzo fra un'ora, ti aspetto lì. Logan."
"Emily, voglio che tu faccia delle cose per me." esordisce Russel.
"Cosa?"
Sospira:"Voglio che fai finta di non sapere nulla né della storia del documento, né della mail di Eva, né del file audio."
"Va bene, posso farlo." deglutisco.
"Non ho finito." qualche secondo di silenzio che in un momento come questo mi sembra durare una vita:"Se Robert o Logan decidono di provarci con te tu...tu non tirarti indietro in nessun modo."
Queste parole mi spiazzano oltre che distruggermi completamente:"C-cosa? Come puoi chiedermi una cosa simile?" sono arrabbiata adesso, furiosa perché da questo capisco che di me non gliene importerà mai niente, che il pensiero che qualcuno possa sfiorarmi non lo tocca minimamente.
"Emily, calmati."
"Come faccio a calmarmi?" il mio tono di voce si alza.
"Ho bisogno che tu faccia come ti dico." ma il suo vince contro il mio.
"Perché?"
"Al momento non posso muovermi da qui, ho una riunione e un'intervista. Fin quando non potrò prendere il primo volo e raggiungerti, ho bisogno che tu faccia il loro stesso gioco e che fai credere loro che ti sei alleata dalla loro parte. Abbiamo bisogno di fonti sicure per metterli alle strette...Emily, vai all'appuntamento io nel frattempo ti spedirò una mail da scrivere in risposta ad Eva. Fidati di me, okay?"
Chiudo gli occhi, ascoltando queste parole tutta la mia rabbia sembra svanire di colpo:"Mi fido." è l'unica cosa che riesco a dire.
"Brava Emily." sussurra Russel e mi pare di capire che stia anche sorridendo.

Come tu mi vuoi - Emily CastleWhere stories live. Discover now