Capitolo 12 - Il mondo non gira tutto intorno a te.

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Il giorno dopo mi svegliai con un bel mal di testa e con la batteria completamente scarica. Il telefono si spense, ma probabilmente lo fece solo dopo molte ore di attività. Quel giorno lo passai quasi interamente con Cristian, anche se preferivo restare da sola con i miei pensieri, ma tornò un giorno prima solo per stare con me e non potevo cacciarlo via. Restammo un po' a casa mia e poi verso sera ci facemmo un giro nel parco al centro della nostra città, ridemmo e scherzammo molto, ma ogni volta che provava a baciarmi io mi facevo indietro.

«Ehi, ho fatto qualcosa?» mi chiese mentre eravamo seduti su una panchina.

«No...» risposi io evitando il suo sguardo.

«E allora perché quando provo a baciarti tu ti ritrai?» mi chiese lui che poggiò l'indice e il pollice sotto il mio mento, costringendomi a guardarlo negli occhi.

«Non lo so, non ci vediamo da un po'. Mi sembra tutto strano, come se fossimo ritornati al nostro primo appuntamento...» gli dissi io cercando una scusa più o meno accettabile.

«Ah, beh forse hai ragione. Però io ho voglia di baciarti...» disse fissandomi con i suoi occhi azzurri.

Una volta amavo i suoi occhi, mi piacquero subito appena ci incontrammo il primo giorno delle superiori. Credevo che l'accoppiata capelli scuri e occhi chiari fosse il massimo, ma gli occhi scuri di Alessandra non scherzavano, erano riusciti a scavare un solco profondissimo nel mio cuore, spostando prepotentemente gli occhi azzurri di Cristian.

«Tu no?» mi chiese sorridendo, arrossendo leggermente.

Io non sapevo cosa fare, continuavo a fissare i suoi occhi e speravo che non mi avesse davvero chiesto una cosa del genere.

«Se avessi avuto voglia di baciarti lo avrei già fatto!!» pensai, ma piuttosto che dirglielo mi avvicinai a lui e lo baciai davvero.

Era una cosa stupida da fare, ne ero consapevole. Dovevo dirgli la verità, dovevo dirgli che non ne avevo voglia, che non mi interessavano più le sue labbra, ma non avevo il coraggio. Lo baciai con foga, come se non avessi desiderato fare altro in tutta la mia inutile esistenza, ma dentro di me speravo solo che qualcuno mi fermasse. Poco dopo una canzone partì, la conoscevo bene, era la colonna sonora de I Pirati dei Caraibi. Amavo quei film, il Capitan Jack Sparrow era un grande. Quella musica mi caricava un sacco e proprio per quel motivo la misi come suoneria del cellulare. Si, io non avevo suonerie "normali" come tutti... Mi staccai da Cristian più velocemente di quando mi ci attaccai, presi il cellulare e vidi che era Alessandra.

«Scusami...» gli dissi alzandomi e facendo un paio di passi lontano da quella panchina. «Pronto...» dissi rispondendo al cellulare.

«Ehi ragazzina!!» mi disse Alessandra, quella sua voce era così bella e melodiosa che l'avrei messa volentieri come suoneria del cellulare.

«E' successo qualcosa?» le chiesi confusa, volevo ringraziarla per avermi "salvata" ma mi sembrava decisamente troppo.

«No, non è successo nulla di particolare. Mi sembravi in difficoltà...» disse ridendo.

«Eh?! Cosa intendi?» le chiesi iniziando a guardarmi lentamente intorno.

«E' inutile che tu ti guardi attorno, non mi vedrai mai, sono in incognito!!» continuò lei sarcasticamente.

«Quindi mi stai spiando?» le chiesi quasi sussurrando.

«Ehi ragazzina, rilassati! Hai un ego troppo grande, il mondo non gira tutto intorno a te, è impegnato a girare intorno a me!!» rispose lei continuando a ridere.

«E io sarei quella con un ego troppo grande?» le chiesi sarcasticamente.

«Lo so, è difficile da accettare, ma magari tra qualche anno ci riuscirai!!» commentò lei.

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