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Quando mi sporsi dal finestrino vidi solo un luogo abbandonato coperto di neve e un vecchio casolare nello stesso stato, se proprio dovevo morire avrei preferito farlo altrove.

Passammo in una strada sterrata, intorno a noi c'era solo neve ed erba alta, la maggior parte era secca solo qualche ciuffo verde spuntava ogni tanto in messo al giallo, qualche albero spoglio si vedeva di tanto in tanto.

Il suv traballava ad ogni buca, a ogni curva finivamo ammassati gli uno contro gli altri.

Presi la mano di Ash e lui me la strinse.

"ti amo e ti amerò sempre" gli sussurrai.

"ti giuro, se usciamo vivi da qui, ti sposo"

Risi. "siamo troppo giovani"

"chi se ne fotte, ho capito che saresti stata una fonte di guai dal nostro primo incontro e ora non potrei mai vivere senza di te. Se non volevi che passassi la vita con te non dovevi farmi innamorare" mi scappò un singhiozzo.

"piccola, che hai?"

"sappiamo che non succederà mai, mi vogliono ammazzare e se devo morire per salvarvi lo farò con il sorriso sulle labbra"

"Cat smettila! Non dire queste cose, non moriremo, tu non morirai, smettila" disse sicuro di se Lorenzo.

Io lo sapevo, me lo sentivo sarei morta oggi, il giorno di natale.

Almeno è un bel giorno per morire, pensai.

"la finite con questi piagnistei? State facendo venire a me voglia di morire" disse Dylan parcheggiando la macchina. "ora scendete"

Cominciammo a scendere dalla macchina e Ash mi prese la mano, non riuscivo a smettere di pensare che quella sarebbe stata l'ultima volta.

Mi fermai di botto e lo baciai, lo baciai con passione, non mi interessava se i nostri amici ci guardavamo, avevo bisogno di sentire le sue labbra sulle mie per l'ultima voolta, di memorizzare il suo sapore, il suo profumo e la sensazione del suo corpo sul mio.

Ci staccammo entrambi senza fiato, mi prese il viso tra le mani e poggiò la sua fronte sulla mia, avevo lo sguardo fisso nei suoi occhi, con il pollice cominciò a fare dei piccoli cerchi sulla mia guancia.

"ricordati mia bellissima, piccola Cat, oggi non morirai, è una promessa, dovessi muovere i mari, tu non morirai, non lo permetterò"

"Ash..." dissi con gli occhi pieni di lacrime.

"non morirai" ribattè con fermezza. Lo disse con così tanta determinazione che per un momento gli credetti.

Ormai mi ero arresa, il mo destino era stato scritto e questa volta non a matita, non c'era nulla da fare.

"sbrigatevi" si avvicnò Dylan puntando una pistola alla schiena di Ash.

Ci incamminammo in silenzio, i piedi che sprofondavano nella neve mi davano la sensazione delle sabbie mobili.

Avevo passato la vita nelle sabbie mobili e ora che finalmente ne ero uscita ci sarei tornata.

Mi girai verso i miei amici, erano tutti a testa alta che si tenevano per mano, trascinai con me Ash e la pistola che aveva puntata alla schiena e presi la mano di Jass.

Eravamo un'unica cosa.

Salimmo i gradini vecchi che portavamo alla porta della casa e Dylan bussò.

Un ragazzo della nostra età ci aprì la porta, era alto, molto alto, aveva un viso spigoloso e la barba incolta.

Aveva il naso perfettamente dritto e i capelli quasi bianchi tenuti in una cresta alta da chili di gel.

Gli occhi erano talmente verdi da sembrare innaturali, aveva un piercing al sopracciglio destro e uno al lato sinistro del labbro inferiore.

Dei tatuaggi si intravedevano sotto la maglietta bianca.

"Gabriel Knife" disse Ash stringendo i denti.

"Asher Boulvuar, che piancere rivederti" guardò il nostro gruppo e ci rivolse un sorriso inquietante. "vi prego, accomodatevi" disse spostandosi dalla porta, noi rimanemmo pietrificati.

"ho detto di entrare, cazzo!" ci sbrigammo a entrare, ci trovammo in un corridoio stretto fatto interamente di legno, molti quadri e fotografie erano appesi storti. C'era puzza di chiuso.

Arrivammo in un salotto molto grande, i mobili erano coperti con dei teli trasparenti e coperti di polvere, la stanza sarebbe stata completamente al buio se non fosse stato per quegli spiragli delle prime luci del mattino, il sole stava sorgendo.

"Dylan, porta via tutti, tranne Lorenzo, Asher e Catherine"

"no!" urlò Celine.

"starò bene" si rivolse Lorenzo a Celine.

"ti..." Lorenzo la interruppe. "lo so"

Dylan li portò via e io Jass ci guardammo, ci chiesimo scusa per il litigio che avevamo avuto, non ci credevo che non gli avrei detti ti voglio bene per l'ultima volta.

Aprì la bocca ma lei era già sparita.

"ragazzi, volete farvi un goccetto?" ci chiese il ragazzo.

"tu sei pazzo" affermai.

In un lampo mi ritrovai una pistola puntata in mezzo agli occhi.

"lo pensi sul serio?" mi guardò con serietà e poi scoppiò a ridere, era una risata di gola, una risata glaciale e terrificante. "ancora non è ora, voglio spiegarvi la mia storia"

"e se noi non volessimo sentirla?" chiese Lorenzo con sfida.

"la sentirete ugualmente"

"allora, mi ero innamorato di una ragazza, si chiamava Abby" mi voltai verso Asher. "mi amava anche lei, follemente. Solo che a quel tempo ero già rovinato dalla droga e quindi non ragionavo più con la testa. Cominciai a picchiarla quando non faceva quello che volevo, poi un giorno rendendomi conto di quello che avevo fatto la lasciai.

Solo che poco tempo dopo lei venne alla mia festa e io strafatto com'ero la stuprai, suo fratello la venne a prendere e lui dato che era troppo occupato a gridarle contro fece un incidente, lei morì, lui no."

"era mia sorella!" urlò Asher.

"io l'amavo e tu l'hai uccisa"

"lo so che l'ho uccisa, io vivo con i sensi di colpa, non tu"

"dicevo, e ora come lui ha tolto a me la persona che più amavo, io la toglierò a lui" alzò la pistola e io chiusi gli occhi.

Sentii delle sirene ma era troppo tardi, il rumore di uno sparo si propagò nell'aria ma non sentii dolore.

Qualcuno sfondò la porta di casa e io aprii gli occhi, mi volta verso Ash, vidi che grazie a Dio era tutto intero.

Abbassi lo sguardo per terra e crollai in ginocchio, Lorenzo giaceva sul pavimento in una pozza di sangue, gli occhi aperti, un'espressione di terrore sul viso.

"no, no,no!" urlai sbattendo i pugni sul suo corpo, il sangue mi andò sulle mani e mi schizzò in faccia.

"svegliati! Ti prego! Svegliati!" dissi al suo corpo inerme.

"svegliati, per favore, devi svegliarti" dissi in un sussurro.

"cosa faccio senza di te, Lore... ti prego, svegliati" mi accasciai vicino al suo corpo e lo strinsi, non poteva essere morto davvero, era tutto un sogno.

Appoggiai il viso sul suo petto sporco di sangue.

Intorno a me sentivo un chiasso tremendo, ma i suoni arrivarono alle mie orecchie ovattati.

"Cat" sussurrò Ash.

"lascialo andare" continuò ma io strinsi il suo cadavere più forte.

Ash mise una mano sotto le mie ginocchia e una dietro il mio collo e mi sollevò.

"no!" urlai. "ora si sveglia, ora si sveglia" mormorai e poi scoppiai a piangere.

Skaters Where stories live. Discover now