Claws Of The Horde

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*Hope's POV*

"No, non spari. Non sono uno di loro. Sono Marcelo Jimenez. Siamo vivi per miracolo."

Tirai un respiro di sollievo. Anche lui era vivo per fortuna.

"Ha visto qualcun altro?"

"Il nostro paziente, Leslie, l'ho visto scappare via. Quelle cose mi hanno inseguito fin dentro il villaggio." spiegò.

"Anche a noi, sono dappertutto." parlai.

Poi ci portò al piano di sopra, dal quale potemmo osservare una buona parte del villaggio dall'alto e, in fondo, Leslie che correva dentro un cancello, che inspiegabilmente si chiudeva alle sue spalle.

"Uno di noi attirerà gli altri lontano, e io aprirò il cancello." parlò Jimenez.

Poi guardò Seb, avanzando successivamente verso l'uscita della casa.

"È lei che ha la pistola."

"Quel vecchio si farà ammazzare." sbuffò Seb appena il dottore fu lontano.

Gli suggerì di non fare il tragico, proseguendo poi a fare fuori alcune di quelle cose, perdendo però di vista Jimenez.

Nonostante la preoccupazione, ci occupammo noi di aprire il cancello.

Poi sentimmo qualcuno urlare dietro di noi.
"Dottoressa Dixon, agente! Sono qui!"

Urlava Jimenez venendo verso di noi. Tirai un respiro di sollievo.

Credevo si fosse fatto ammazzare seriamente.

"Detective...Castellanos" sbuffò Seb scandendo le parole.

Sogghignai.

"Leslie deve essere laggiù! Dobbiamo trovarlo" disse andando avanti.

Ricordavo quel posto. Era il Centro. Leslie era ricoverato li qualche anno prima. Forse avrà voluto cercare un luogo sicuro.

"Sa dove siamo?" chiese Seb a Jimenez.

"Questo posto è gestito da mio fratello, lui ci farà entrare."

Stava cercando di deviare il discorso o sbaglio?

"Non ha risposto alla domanda." intervenni.

"Francamente non lo so." ammise "Forse sto diventando pazzo e voi non esistete nemmeno. Ma mi piace pensare che ho ancora uno straccio di dignità e il dovere di proteggere un paziente."

Io e Seb scollammo le spalle.

"Per me lo è già." sussurrò guardandomi "comunque, se non esistessi, mi farebbe solo un favore." continuò poi in tono malinconico.

Tacqui. Leon mi aveva detto che nell'ultimo periodo non fosse stato troppo bene.

"Ma tu sei fin troppo reale per essere il fulcro dell'immaginazione di un vecchio pazzo."

Entrammo poi in una casa, sembrava più che altro uno studio medico.

Speravo che avremmo trovato davvero qualcuno disposto ad aiutarci. E in effetti era lì, girato di spalle, vicino ad un tavolo.

"Hey, lui è mio fratello Valerio.." disse Jimenez presentandocelo...o meglio, ciò che era diventato.

Era pallido e con gli occhi rossi, come Connelly

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Era pallido e con gli occhi rossi, come Connelly. Si muoveva barcollando verso di noi, ed emettendo degli strani versi.

"Non più." disse Seb sparando a quell'essere un colpo secco in testa.

Ero sempre più preoccupata...e se anche Eddie, qualora fosse vivo, si era trasformato in una di quelle cose? O le mie figlie?

Poi sentimmo un rumore provenire da dentro uno sportello. Seb lo aprì di scatto, trovandoci Leslie rannicchiato, che tremava.

"Aiuto...aiuto...aiuto"
"Leslie, grazie al cielo stai bene." dissi andando verso di lui e aiutandolo ad uscire.

"Stai calmo, ora ci sono io con te." lo abbracciai.

"Ma ci sarà un posto sicuro?" parlò tra se e se Jimenez.

"Non si esce...non si esce" mugolò Leslie.

"Forse si, o se siamo sfigati, no. O forse siamo impazziti tutti quanti, cazzo." sbuffò Seb.

Poi, inaspettatamente, Leslie urlò terrorizzato.

"Impazziti tutti..impazziti tutti!" si agitava portandosi le mani al volto, e forse sapevo anche il perchè.

Dietro di noi, c'era di nuovo quella figura incappucciata, che ci osservava minacciosamente.

"Ruvik sei tu?" parlò Jimenez sorpreso.

Lo conosceva?

Ma non avemmo il tempo di fare altro, poichè la stanza si riempi rapidamente di sangue, sommergendoci.

Our Revenge will be beautiful (sequel) Where stories live. Discover now