Capitolo 11

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Sto passando un'ora piuttosto divertente tra le chiacchiere dei ragazzi della squadra di football, gli scarabocchi su un foglio di carta, le battute poco fini sul sesso di chi si vuole portare a letto qualcuno. A un certo punto Dylan mi fa un sorrisetto di scherno e mi indica con gli occhi William, qualche fila più in basso di noi. Mi giro in quella direzione e noto che mi sta osservando con curiosità. L'espressione rabbiosa che aveva prima è sparita del tutto, lasciando intravedere la forma delle labbra, leggermente carnose e ben definite. Non che col sorriso di prima non si fossero viste.
Mi sorride brevemente e poi si gira a parlare con James. Sento distintamente il battito del mio cuore accelerare così distolgo lo sguardo e quando Dylan ride divertito, dopo aver osservato questo scambio imbarazzante, gli tiro una gomitata nelle costole. Non riesce a evitarla e mugugna indispettito, borbottando con Ettore sul fatto che sono una cattivona, nemmeno fossimo all'asilo.
-Certo che i cattivi ragazzi li trovi subito eh, piccola psicopatica.- Mi sussurra Dylan all'orecchio. Sbuffo e alzo gli occhi al cielo ma Ettore ammicca nella mia direzione, sorridendo con serenità; sembra che l'episodio di poco prima sia sparito velocemente dalla sua testa. Un trillo interrompe il farneticare poco entusiasta del professor Verter, che augura un buon inizio d'anno a tutti; si vede che è contento come noi di iniziare. La fiumana di adolescenti esce dall'aula enorme e si riversa nei corridoi ridendo, scherzando, spettegolando e lagnandosi dell'inizio di un altro anno di scuola. Raccatto le mie cose e vedo che la prossima lezione che ho è matematica, quindi io e Dylan non saremo nella stessa classe. Ce la posso fare, sono solo persone come me, adolescenti costretti in una struttura adatta all'educazione. Mi faccio strada lentamente accanto ai ragazzi della squadra che si fermano per i corridoi a salutare, battere il cinque e fare battute con altri ragazzi.
Controllo l'ubicazione dell'aula infernale e mi sento male al solo pensare che si trova al terzo piano. Devo fare due rampe di scale. Ma non si poteva costruire un edificio con solo il piano terra?
-Dylan, ci vediamo dopo. Io devo fare matematica.- Sussurro desolata. Lui ed Ettore si fermano accanto a me mentre la squadra si disperde nei corridoi. Ettore sembra stupito. -Non segui il corso di matematica avanzata con noi?-
-No. Io e la matematica non abbiamo decisamente un bel rapporto.- Scrollo le spalle e faccio per girarmi e avviarmi verso l'aula quando Dylan mi mette una mano sulla spalla e mi blocca.
Con la sua migliore espressione a metà tra il triste e l'orgoglioso si mette di fronte a me ed esordisce con: -So che opporrai una fiera resistenza agli insegnamenti della matematica, ma prima o poi dovrai capirci qualcosa. Buona fortuna soldato!- Si porta la mano alla fronte nel tipico saluto militare e poi sparisce insieme a Ettore, che ride convulsamente per la scenetta appena compiuta.
Salgo le scale con calma, ma l'ultima rampa è bloccata da un nugulo di ragazze che parlano eccitate di smalti e delle ultime tendenze in fatto di moda.
Tre ragazze spiccano su tutte le altre. Indossano shorts di jeans, canottiere griffate e stivaletti all'ultima moda. Sfoggiano un'abbronzatura degna delle migliori top model e confabulano tra di loro con le teste vicine. Smettono di parlare nello stesso momento e la bionda con gli occhi da cerbiatto, in mezzo a una bruna e a una rossa, punta il dito in basso verso una ragazza più piccola.
-Sheila si unisce a noi quest'anno. Abbiamo notato i tuoi progressi dall'anno scorso e siamo fiere di te. Sei dei nostri!- Dice con voce dolce, consegnando una divisa nera e verde, chiusa in una busta di plastica, alla ragazza che indicava poco prima.
Sheila si alza sorridendo e prende la divisa, cominciando a saltellare di gioia. -Grazie grazie! Lo sognavo da tanto questo momento.-
Scuoto la testa per schiarirmi i pensieri, visto che devo andare a lezione.
-Scusatemi, permesso.- Tengo la voce bassa per non disturbare la scena, ma le ragazze si spostano senza nemmeno girarsi a guardarmi, tutte prese dai sussurri concitati di quelle che suppongo, a questo punto, siano le leader del gruppo.
Salgo tranquillamente le scale quando una voce roca e femminile parla. -Ehi tu! Torna qui!-
Proseguo senza fermarmi finché una mano mi blocca il polso sinistro, quello dove nascondo le cicatrici del morso. Lo ritiro immediatamente e fulmino con un'occhiata la ragazza bruna che mi trovo davanti.
Lei fa un passo indietro e sussulta.
-Scusa, stavo chiamando te.-
La guardo confusa e lei annuisce.
Rimaniamo in un silenzio imbarazzato per qualche minuto, poi ci raggiungono le sue amiche.
-Ah, la ragazza delle morte mancava nei nostri gossip.- Sorride amichevolmente la bionda, porgendomi la mano.
Osservo i vestiti che indosso e sorrido leggermente. Non ha idea di quanto sia vero il soprannome che mi ha appena dato. Le stringo la mano e noto che è curata alla perfezione, con le unghie rifatte e smaltate e la pelle abbronzata e liscia.
-Io sono Casey, lei è Jess e questo diavolo dai capelli rossi è Bianca.- Le indica con la testa mentre stringo anche le loro mani.
-Piacere di conoscervi.- Mi sistemo bene la borsa in spalla e faccio per andarmene.
-Aspetta. Sei una novellina giusto? Non ti ho mai vista in giro.- Chiede Jess, sistemandosi i capelli scuri dietro le spalle.
Sorrido solo con un angolo della bocca. -No Jess, frequento l'ultimo anno, sono arrivata un paio di settimane fa.-
Casey mi squadra con cipiglio scientifico e Jess spalanca la bocca. L'unica che non ha ancora parlato è Bianca, che se ne sta a braccia conserte, osservando il soffitto.
-Beh, non sei messa male. Devi solo dimagrire su pancia, fianchi e cosce. Poi potrai essere una di noi!- Dice Casey sorridendo.
A questo commento mi acciglio. Non so di che gruppo facciano parte, ma dopo questo commento può scordarsi la mia amicizia e anche che io entri a far parte del loro gruppo, qualiasi cosa siano. Archivio mentalmente il fascicolo Casey con un bel timbro rosso a forma di teschio e butto la chiave.
Non capisco come faccia a sorridere così tanto e sputare giudizi senza farsi problemi. Non si sente la coscienza sporca? O magari le piace dar fiato alla bocca o sentire il suono della sua voce.
-Grazie ma...- Vengo interrotta bruscamente da una voce calda e morbida.
-Casey, ti avventi così su tutte le ragazze nuove che varcano la soglia della nostra scuola per cercare di reclutarle?- La voce mi entra nelle orecchie come vento caldo, facendomi rabbrividire.
-William!- squittisce Casey, girandosi di scatto e arrossendo. Tutte le ragazze tengono una certa distanza da William, ma sembra anche che ne siano attratte per qualche motivo, a notare gli sguardi da cucciolo innamorato che lo seguono ovunque. -Non mi stavo avventando.- Borbotta esibendo un broncio corredato di fossette. Incrocia le braccia sul petto, strizzando tutto quello che c'è nella canottiera per metterlo in evidenza, ma William non sembra farci caso, impegnato a salutare le amiche di Casey. Mi domando ancora cosa ci faccio qui, invece di andare a lezione.
-Ehm ehm, William.- Casey interrompe i saluti per rivolgere l'attenzione di nuovo a me. -Ti presento la ragazza della morte. Ragazza della morte, William.-
L'interessato si gira proprio mentre suona la campanella per la seconda ora di lezione.
-Oh! Via via, svelte ragazze. Abbiamo le prove e non dobbiamo sprecare un minuto di più!- Bianca parla per la prima volta da quando l'ho vista. Ha una voce rauca, come quella di una che fuma due pacchetti al giorno di sigarette.
All'ordine di Bianca le ragazze sulle scale esplodono in urla di giubilo, nemmeno avessero vinto una cifra esorbitante di soldi.
Casey ci augura una buona giornata e corre giù per le scale, seguita da Jess, che ci saluta con la mano.
William ha osservato la scena sorridendo divertito, io invece sono sempre più confusa.
-Che prove possono mai avere al primo giorno di lezione?- Parlo tra me e me.
Una voce bisbiglia nel mio orecchio, facendomi sussultare. -Sono cheerleader. Per loro ogni momento è buono per fare esercizio, provare nuove coreografie o cose del genere.-
-Uh.- Detesto lo sport. Non mi piacciono le cheerleader e men che meno quelle divise striminzite che si vedono nei film. Ora sono sicura al cento per cento di non avere intenzione di entrare nel club delle cheerleader.
-Ehm, è stato un piacere conoscerti, ma devo correre a lezione.- Mi avvio finalmente per le scale ma William mi segue. Non sarò molto eloquente, ma avere accanto William di sicuro non mi facilita il compito e io non sono capace di intavolare una conversazione. Ho ancora il suo sorriso stampato nella testa, così evito di guardarlo in faccia, prima di fare qualche figura spiacevole.
-Chi hai?-
Osservo attentamente il foglio e cerco il nome del professore.
-Devinaux.-
-È una miss, ed è piuttosto intransigente sui ritardi.- Sorpassa la rampa di scale a due a due senza nemmeno il fiatone. Io invece boccheggio come un pesce in cerca d'acqua. Sbircio di sottecchi William e vedo che mi sorride divertito. -Vedo che l'attività fisica non è il tuo forte.-
Tengo lo sguardo incollato a terra. -Tu invece non sembri umano. Non hai nemmeno il fiatone.-
William ride di gusto. -Corro tutti i giorni ragazza della morte. Mi è fisicamente impossibile rimanere senza fiato per qualche scalino.-
-Spaccone.- Bofonchio sistemandomi la borsa sulla spalla.
-Ti ho sentita. Comunque sei arrivata. Questa è l'aula.- La indica con il pollice, prima di appoggiarsi con la schiena al muro. Non posso fare a meno di notare quanto sembri a suo agio e lo osservo come incantata. È più alto di Dylan, ma molto più asciutto fisicamente. Indossa dei vestiti semplici, niente di firmato o stravagante. Semplici jeans scoloriti e una maglietta nera, che fa risaltare la sua carnagione e gli occhi dalle sfumature d'ametista. Ora che lo osservo con attenzione rimango sbalordita da una cosa che prima non avevo notato. I suoi occhi sono truccati con un filo quasi impercettibile di matita nera e credo che sia per questo che il colore dell'iride risalta così tanto. Mi avvicino lentamente a lui, un passo silenzioso dopo l'altro. William sgrana gli occhi, ma non si sposta di un millimetro, eccetto il viso che si inclina nella mia direzione.
Siamo distanti solo una spanna l'una dall'altro. -Hai degli occhi meravigliosi.- Dopo aver parlato ad alta voce mi sposto velocemente e chiudo gli occhi, per evitare il suo sguardo, sperando di dimenticare la figuraccia che ho appena fatto. Devo ricordarmi di tenere la bocca chiusa maledizione! Faccio per entrare in classe quando una mano calda mi stringe delicatamente le dita. Mi giro di scatto e William mi lascia andare. -Grazie. Hai detto una cosa carina.-
Gli faccio un sorriso sghembo. Un ticchettio insistente si fa sempre più rumoroso e vedo una donna molto giovane venire nella nostra direzione a passo spedito con un libro di testo in mano.
-Un'ultima cosa. Se fossi in te non ascolterei tutte le voci che girano su di me in questa scuola. Io non ho ucciso nessuno.- Stringe ancora le mie dita e mi lascia andare, passando accanto alla professoressa di matematica, facendole un cenno di saluto. Sento ancora le sue dita circondare leggermente le mie, anche se si è allontanato da me.
Non ho la più pallida idea del perché io creda a un ragazzo appena conosciuto ma sento che è così. -Lo so.- Rispondo bisbigliando senza farmi sentire dalla professoressa che si ferma accanto a me. È poco più bassa di me, i capelli biondo rossicci legati in una coda bassa e gli occhi verdi.
-Salve cara, sei la nuova studentessa?- Mi chiede la donna mentre apre la porta dell'aula e mi fa entrare. L'aula è già gremita di studenti che si zittiscono non appena mi vedono e la cosa è imbarazzante. -Ehm, si. Sono stata inserita nel suo corso perché le mie competenze in matematica scarseggiano un po'.- Dico titubante, cercando di ignorare ed evitare gli sguardi curiosi dei presenti.
Ride in modo leggero e si siede sulla cattedra, accavallando le gambe snelle fasciate in un paio di jeans abbastanza stretti. -Non ti preoccupare. Tutti gli alunni che entrano nella mia classe alla fine dell'anno sono allo stesso livello della loro classe di appartenenza. Ora vai pure a sederti cara.- Mi indica un posto nel lato centrale della classe e mi avvio con il passo più leggero che ho. Mi siedo accanto a una ragazza con i capelli ricci raccolti in una coda e che non appena mi accomodo mi sorride. Sorrido di rimando e la professoressa Devinaux si schiarisce la voce.
-Allora ragazzi, vedo facce nuove e facce già conosciute. Voglio precisare subito un paio di cose. Non tollero ritardi nelle mie lezioni, che sia la consegna dei compiti o l'entrata in classe. Se mi rispetterete io farò lo stesso con voi. Vi aiuterò se avrete bisogno di consigli e non vi impedirò di parlare durante le lezioni, purché siano argomenti pertinenti. Se scopro in qualche modo che mi parlate dietro e lo vengo a sapere vi sarete messi contro una professoressa che è nel consiglio della scuola e che quindi può decidere della vostra carriera scolastica. Intesi?- Se prima c'era un silenzio che poteva essere considerato normale, adesso sembra di essere in un sepolcro. Non vola una mosca, nessuno fiata.
-Non dite niente? Non vi mangio mica.- Sorride gentile.
-Mi piace il fatto che sappia farsi rispettare fin da subito.- Dico un po' timidamente. La ragazza accanto a me trattiene il fiato e mi fissa, spalancando gli occhi grigio-verdi. Ho detto qualcosa che non va?
-Il rispetto è una delle cose più difficili da guadagnarsi in una persona, insieme alla fiducia.- Replica miss Devinaux, sorridendomi. Nel giro di un quarto d'ora la classe è tornata alla normalità, c'è qualche chiacchiera, lo scambio di opinioni su compiti e verifiche future. Già il solo pensiero di dover affrontare delle verifiche mi fa venire l'ansia.
La professoressa gira tra i banchi, documentandosi sul livello di preparazione di ognuno di noi con infinita pazienza, visto che siamo in una ventina circa nel suo corso e ognuno ha il suo livello di preparazione. Dopo aver fatto metà classe suona la campanella, ma nessuno si alza. -Forza ragazzi, non vorrete fare tardi alla prossima lezione vero? Ah, aspettate. Quasi dimenticavo.- Ci fermiamo tutti in trepidante attesa. Lei sistema le cose sulla cattedra ed esordisce con voce argentina: -Non sono solita fare verifiche o test nelle mie lezioni, però ho i miei metodi valutativi, che vi dirò alla prossima lezione. Buona giornata ragazzi.-
-Anche a lei miss Devinaux.- Diciamo in coro, prima di uscire con ordine dalla classe. Dylan ed Ettore mi aspettano fuori dalla classe. -Vedo che sei sopravvissuta.- Mi stritola in un abbraccio il mio migliore amico. Rido quando mi rimette a terra e sorride ancora di più quando vede la mia vicina di banco avvicinarsi a me. -E hai anche fatto amicizia? Vai alla grande Sienna!-
Scuoto la testa sorridendo e abbasso gli occhi a terra. -Finalmente abbiamo scoperto il tuo nome!- Ride Ettore.
-Non lo avevo ancora detto?- Replico confusa, vagando con lo sguardo sui presenti.
Sento Lily ridere accanto a me. -Non l'hai detto nemmeno a me che sono la tua vicina di banco.-
-Oh. Devo essere un po' fuori fase. Sai, gente nuova, vita nuova, amici...- Stringo le braccia al petto e guardo altrove. -Ti capisco. Io mi sono trasferita da Portland, in Oregon. Non è chissà quale spostamento, però tutti i miei amici e le conoscenze erano lì.- Mi rincuora Lily. Credo che mi sarà molto simpatica.
Ci dirigiamo tutti verso il piano terra, ma prima ancora di scendere la prima rampa di scale miss Devinaux mi ferma. -Signorina MacAllister?-
-Si?- Mi giro verso la professoressa, che mi fa cenno di andare verso di lei. Mi mostra un paio di fogli con i miei orari. -Si, sono i miei, c'è qualche problema?-
-Affatto cara. Mi chiedevo se volessi iscriverti ai corsi di chimica, visto che i tuoi voti in biologia sono molto alti e le tue conoscenze a riguardo veramente notevoli.-
Rimango stupita. -Si, non sarebbe male. Insegna sempre lei, vero?- Ho l'impressione che se ci fosse un altro professore la materia non mi piacerebbe più così tanto.
Miss Devinaux mi sorride incoraggiante. -Certo cara.-
-Allora vengo molto volentieri!- Mi sistemo meglio la borsa e noto che i miei compagni mi stanno aspettando. La professoressa mi lascia dei moduli da compilare che dovrò riconsegnare domani e se ne va.
-Cosa voleva? Ho visto che ti ha preso subito in simpatia.- Dice Ettore mentre scendiamo le scale diretti verso l'aula di biologia.
-Oh, niente di che. Solo se volevo iscrivermi al corso di chimica.-
Dylan sembra sconvolto. -Non vorrai mica aggiungere un altro corso di studi vero?-
Arriviamo all'aula di biologia ed entriamo velocemente visto che il professore è già seduto alla cattedra. -Ci dispiace per il ritardo professor Clark, siamo stati trattenuti da Miss Devinaux.- Si scusa Lily. Il professore non alza nemmeno lo sguardo dal suo giornale e noi ci sediamo in seconda fila. Lily è ancora accanto a me, mentre Dylan ed Ettore sono seduti nei banchi accanto.
-A proposito di corsi facoltativi. C'è quello della squadra che fa il tifo per noi.- Ammicca in modo provocante Ettore.
-Mi dispiace per te Ettore, ma non farò mai la cheerleader. Ho già conosciuto il trio morboso, mi basta e avanza per una vita.- Vedo la sua faccia sconfitta mentre Dylan e Lily ridono alle sue spalle. Ora che ci penso, magari sono proprio quelle tre ad aver spinto le cheerleader di cui parlava Ettore questa mattina a lasciare il gruppo.
-Almeno il giro turstico della scuola me lo lascerete fare? Incaricano sempre me per questo genere di cose, soprattutto per i nuovi arrivati o i novellini.- Sembra molto orgoglioso di quello che fa per la sua scuola. Io non avrei la minima voglia di fare quello che fa lui, sono troppo pigra.
-Va bene, va bene, veniamo con te.- Acconsente Dylan prima di zittirsi per l'inizio della lezione.
Lily accanto a me bisbiglia per non farsi sentire dal professor Clark. -Se mi aggrego a voi vi infastidisco?-
-Figurati! Almeno avrò qualcuno con cui parlare di cose che non siano sport.- Lily ride e tira fuori dalla borsa un blocchetto rilegato in pelle e una matita; comincia a disegnare cellule, fiori e animali talmente realistici che sembrano uscire dalla carta. Mi guardo intorno e noto che nessuno ascolta il professore che introduce la lezione e spiega cosa studieremo quest'anno.
Mi perdo nei miei pensieri giocherellando con il bracciale di cuoio. Chissà dove sarà adesso Lui. Magari sta vagando per il bosco, oppure potrebbe essere uno studente o un lavoratore qualunque. Come possiamo scoprire io e Dylan quali sono i lupi mannari che dobbiamo uccidere? Ma soprattutto chi ha ordinato la loro uccisione e perché?
L'immagine del viso di William mi appare davanti agli occhi, talmente vivida da sembrare vera. sbatto le palpebre e mi ripiglio. Non so nemmeno chi è, eppure ho il suo volto stampato a fuoco nelle retine.
-Tutto ok?- Mi chiede Ettore, in piedi accanto al mio banco.
-Io... si. Tu che ci fai in piedi?- Mi siedo composta e mi scrocchio le dita. -Non credo che tu te ne sia accorta, ma l'ora è finita. Ora posso finalmente portarvi a fare il giro della scuola!-
-Ah. Che cosa emozionante.- Borbotto mentre sistemo la borsa.
-Suvvia Sienna, ci divertiamo!- Dylan mi mette un braccio sulle spalle e mi scuote leggermente, Lily mi affianca ed Ettore ci precede fuori dall'aula, mostrandoci la mensa al piano terra e il bar esterno che aprono solo d'estate. Ci fermiamo a prendere da bere perché comincia a fare caldo e troviamo un posto a sedere a un tavolino con un'ombrellone. Ammetto che siamo su un altro livello. Quando mai in una scuola si vedono sedie e ombrelloni come se fossimo in spiaggia?
-Allora ragazzi, come vi è sembrato il primo giorno?- Ettore si accomoda per ultimo, sorseggiando la sua granita.
Dylan sgranocchia un panino e parla con la bocca piena. -Direi molto breve. Abbiamo fatto solo tre ore e siamo già in pausa. Mi piace un casino questo posto.-
Lily ride e le va di traverso l'acqua così Dylan si affretta a darle dei colpetti sulla schiena. Mi sorprende la gentilezza con cui l'ha fatto, visto che di solito al posto delle mani ha dei badili. Mi guardo intorno e noto che escono dallo stesso posto da cui siamo usciti noi un sacco di ragazzi. Alcuni si dirigono verso il campo da football, altri invece al campetto da tennis accanto. In fondo al campo di football ci sono Casey, Bianca e Jess che provano coreografie a tutto spiano.
Mi giro di nuovo e William esce da una porta al piano terra, accanto al campo. Dietro di lui c'è James con il braccio che circonda la vita di una ragazza con una treccia bionda e lunga che le ricade sulla spalla. Indossa gli occhiali da sole e si gira verso James sorridendo, prima di schioccargli un bacio sulla guancia. Lui le sorride in modo sghembo, come un attaccabrighe, e prende a farle il solletico in punti lasciati scoperti dalla canottiera.
-Adrian, aiuto! Ti prego!- La ragazza fugge ridendo da James per rifugiarsi dietro le spalle di un ragazzo molto alto e possente dai capelli biondi e ricci. Adrian le sorride e le mette un braccio sulle spalle. -Questo mascalzone ti rompe le scatole dolcezza?-
-Ehi Ad, hai già la tua di ragazza, lasciami la mia. Senza offesa Ocean.- James strizza l'occhio alla ragazza minuta dai capelli rossi sotto l'altro braccio di Adrian.
Ocean alza gli occhi al cielo e dà un pizzicotto ad Adrian. -Così mi fai soffrire amor mio!- Ride Adrian, stringendo la sua ragazza tra le braccia e sollevandola da terra. Concentro il mio sguardo su William, che sorride ascoltando i suoi amici.
La gente a cui il gruppetto passa vicino si sposta leggermente, probabilmente a causa delle voci che girano su William.
-Sienna? Sei ancora con noi?-
-Eh?- Mi giro verso Dylan, che sposta lo sguardo dove lo puntavo io pochi secondi fa.
-Ahh. Stavi guardando il bel tenebroso, non è vero?- A queste parole Ettore, che stava parlando con Lily di corsi pomeridiani, si interrompe. -Devi stare attenta, come ti dicevo questa mattina.-
-Si, lo so.- Appena dico queste parole William si gira verso di me e mi sorride. Ricambio istintivamente. -Oook. Sei completamente persa. Lui ti sorride e tu fai lo stesso. Dillo che ti piace il bel tenebroso.- Bisbiglia Dylan al mio orecchio senza farsi sentire da Ettore, poi ammicca.
-Oh, ma stai zitto.- Cerco William ma è sparito all'improvviso.
-Allora, la nostra pausa è finita. Abbiamo l'ora di ginnastica.- Ettore si alza e ci invita a fare lo stesso. Lo seguiamo fino all'interno della scuola poi prendiamo delle scale che scendono nell'oscurità.
-Non è che adesso ci porti da qualche parte per ucciderci? Perché sembra di stare in un film horror di serie b.- Sibilo incrociando le braccia.
Lily ed Ettore ridono. -No, tranquilla. Qualche giorno fa dei teppisti hanno tagliato i fili del generatore della palestra. Stiamo aspettando gli elettricisti.- Spiega Lily.
Dylan accanto a me sembra sospettoso. -E voi come fate a sapere tutte queste cose?-
-È piuttosto semplice in effetti: ogni tanto il bidello riesce a sentire cose interessanti e ce le riferisce, quindi diciamo che a volte viene chiuso un occhio su certe questioni, ma solo se lo corrompi con le merendine giuste.- Ridacchia. -Visto che stiamo scendendo adesso probabilmente non troveremo nessuno, così potete iscrivervi alle lezioni che preferite.- Passiamo attraverso un corridoio semibuio e infine ci ritroviamo davanti a una porta che conduce in uno spazio enorme.
Solo che non siamo da soli. In fondo alla palestra, illuminata da una luce bianca molto artificiale (sul serio? Ma queste gente non ha niente di meglio da fare?), ci sono nove ragazzi muniti di arco e accanto a noi sono disposti i bersagli. Ci sono già parecchie frecce conficcate e solo tre sono al centro perfetto.
-Eddy? Sei tu bello?- Chiede Ettore, schermandosi gli occhi dalla luce cruda di uno dei faretti di riserva che punta il fascio di luce direttamente sulla sua faccia.
-Ettore? Che ci fai qui? Non dovresti avere gli allenamenti di football al piano di sopra?- Eddy si fa avanti con l'arco abbassato tra le mani. Ora mi ricordo chi è. È il ragazzo dai capelli rossi e gli occhi azzurri con cui ho semi-scambiato una conversazione.
-Tutta questa luce bianca ti ha fritto il cervello Eddy. Ti ricordi che è il primo giorno, vero? Il massimo che devo fare è raccogliere le iscrizioni per la squadra. E visto che loro due sono nuovi gli sto facendo fare un giro turistico.- Ci indica e poi si mette le mani in tasca. -Tu invece? Ho sentito in giro che hai bisogno di qualcuno che si iscriva ai tuoi corsi.-
-Si, è vero. Dobbiamo essere almeno in dieci per entrare al concorso di quest'anno. L'anno scorso Freddie e Jack se ne sono andati, quindi ho bisogno di gente.-
Mi balena per la mente un'idea fantastica. Potrei allenarmi qui con loro ed evitare strani incontri poco piacevoli nel bosco. -Mi iscrivo io.- Alzo la mano in aria come una brava scolaretta.
Eddy mi squadra lentamente e commenta: -Non hai l'aria di una che può tenere in mano un arco.- Sono basita. Ho ancora in mente il commento di Casey sul fatto che dovrei dimagrire. -Ma sapete solo dire alla gente quello che dovrebbe fare?- sbotto.
-Calma Sienna.- Senza accorgermene ho fatto un passo avanti verso Eddy, ho stretto i pugni e Dylan mi ferma per una spalla. -Avanti amico. Falla solo provare. Vedrai com'è brava.-
Ringrazio Dylan e ci incamminiamo verso il fondo della palestra dove c'è una porticina aperta e ci infiliamo nella stanza. Sul muro alla mia sinistra c'è una bacheca piena di fogli con le iscrizioni per il tennis, il football, l'arco, ma anche la corsa, il basket e altro ancora.
Per il resto della stanzetta sono sparsi attrezzi ginnici vari e in fondo, su un muro, sono appesi degli archi con la faretra accanto. Uno in particolare attira il mio interesse.
-Dove lo avete preso?- Indico quello più in basso, la voce grave. -Lo hanno trovato nel bosco alcuni dei nostri che cercavano un posto per allenarsi.- Eddy scuote le spalle.
-Lo avete trovato a Cove Forest, vicino a un dislivello di circa cinque metri.- Mi avvicino e lo prendo, passando le dita sul legno leggermente graffiato. È una sensazione magnifica riaverlo tra le mie mani, è come tornare a casa.
-Come fai a saperlo?- Sembrano confusi, Dylan invece è soprappensiero. Si avvicina a me e mi bisbiglia all'orecchio: -Non mi avevi detto che avevi perso il tuo arco.-
-È stato il giorno che mi sono tagliata per sbaglio con la bottiglia.- Mi giro veso Eddy e gli rispondo semplicemente. -Perché è mio.-
-Che cosa?!- Perfino Ettore sembra sconvolto. -È per questo che non voglio entrare a far parte delle cheerleader, ho già il mio sport.-
-Non esiste che una ragazza entri nella nostra squadra.- Borbotta Eddy, strisciando i piedi per terra dal nervoso.
-Si. In effetti hai ragione. Non ho bisogno di sprecare il mio tempo con gente come te.- Parlo con calma mentre saggio la corda e il legno del mio arco, notando con piacere che non c'è niente di rotto. Prendo anche la faretra ed esco dalla stanza, posizionandomi in mezzo agli altri arcieri, che mi guardano confusi. -Hai trovato qualcuno da mettere in squadra Eddy?- Domanda speranzoso un ragazzo accanto a me.
-Non direi.- Sbuffa lui, lanciandomi un'occhiata sprezzante. Mi metto in posizione e chiudo gli occhi, concentrandomi. Passano una decina di secondi ma alla fine sono riuscita a "connettermi" con l'essenza del mio arco. Incocco una freccia e la lascio andare, espirando. Ne prendo velocemente un'altra e la tiro nel secondo bersaglio. Vado avanti così finché non finisco le frecce.
-Vado a controllare.- Si offre il ragazzo accanto a me e torna dopo un minuto buono. So per certo di aver centrato tutti i bersagli, ma la faccia stupita del ragazzino è fantastica. -Non ne ha mancato uno.- Sussurra sbalordito. Riprendo le frecce e le metto nella faretra. Faccio per andarmene ma Eddy mi ferma. -Dove pensi di andare con l'arco?-
-È mio, lo riporto a casa. Mi sembra una cosa sensata, ti pare?- Gli volto le spalle, ma prima di fare un passo mi prende per il polso sbagliato. Ma si può sapere cos'ha le gente qui che non va? La mia pazienza per oggi ha raggiunto il limite ed è ora di far capire a questi ragazzini con chi hanno a che fare.
Come un fulmine incocco la freccia e gliela punto davanti alla faccia, la corda ben tesa tra le mie dita.
-WOW, calma!- Eddy alza le mani.
-Sienna.- Dylan è preoccupato e si avvicina a me, mettendo una mano sulla mia e abbassando l'arco dalla faccia di Eddy. Mi fa voltare e ci allontaniamo di qualche passo, in modo da poter parlare senza problemi. -Non puoi andare in giro a minacciare la gente così.-
-Non me ne frega niente Dylan. Si sono impossessati di una cosa che è solo mia. E hanno il coraggio di lanciare giudizi senza pensare alle conseguenze. Magari impareranno a starmi alla larga.- Sbuffo dal naso e lo guardo in modo truce. Lui scuote la testa e ride. -Sei sempre la solita. Spirito di relazione pari a zero. Ti comporti come se fossi la regina.- Ride sempre più forte e alla fine cedo e sorrido anche io. -Stai attento plebeo. La regina è arrivata, dovresti inchinarti.- Lo sfotto. Dylan finge di fare il giullare, inchinandosi ossequioso, e Lily ed Ettore si uniscono alle nostre risate.
L'urlo di Eddy rimbomba per tutta la palestra, mettendo fine alla nostra conversazione. Ha un tono ancora leggermente infastidito.
-Ok, sei dei nostri.- 
Dentro di me rido malignamente.
-Grazie, ma no grazie.- Mi volto lentamente e me ne vado salutando, seguita da Dylan, Lily ed Ettore.

Ciao a tutti, è un po' che non mi faccio sentire ma spero che il capitolo via piaccia lo stesso. Fatemelo sapere, alla prossima.

Beffii

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 22, 2019 ⏰

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