Capitolo 26: Senza via d'uscita!

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Clara

Non stava andando niente per il verso giusto!

Mi stavo distruggendo per un uomo che nemmeno aveva confessato di amarmi, che avrei dovuto vedere solo come il donatore di sperma, che mi avrebbe presto strappato il mio bambino dalle braccia, ma a cosa era servito il mio sacrificio?

Ora mia madre stava migliorando, l'intervento era riuscito, non servivano più quei soldi.

Forse avrei potuto tenermi il bambino, rivestire il ruolo che mi apparteneva di diritto, e lasciarlo a crogiolarsi nei suoi errori.

Sarebbe stata una punizione giusta per quel coglione, privarlo del figlio che tanto aveva desiderato, ma non ero così disonesta, non quanto avrei sperato essere.
Gli avrei consegnato il bambino come avevamo pattuito, e sarei sparita per sempre dalla sua vita.

Negli ultimi giorni mangiavo poco e nulla, il sonno era andato a farsi benedire, e le cose iniziavano a peggiorare.

Avevo perso peso, ero preoccupata per il bambino.

Lui aveva almeno il diritto di nascere sano, ero una madre sconsiderata, come potevo fare una cosa del genere a mio figlio?

Era una creatura innocente, meritava di nascere, di essere come tutti i neonati, circondato dall'affetto di un padre e anche di una madre.

Lui sua madre non l'avrebbe mai conosciuta, forse si sarebbe sentito abbandonato, rifiutato dalla donna sconsiderata che l'aveva venduto per soldi, per salvare la pelle a un'altra persona ... una persona che stava per morire e non aveva tempo per aspettare.

Di nuovo, scoppiai in lacrime.

Nel buio della stanza, rannicchiata sul divano, a contemplare la notte della finestra.

Singhiozzavo quasi flebilmente, per paura di essere sentita da qualcuno.

Avevo consumato quasi tutte le lacrime, ma il dolore non aveva smesso di tormentarmi, di succhiarmi la linfa vitale poco alla volta.

Quello che vedevo allo specchio non ero io; non c'era più niente di mio, solo ossa ben visibili ad ogni movimento e una sporgenza che diventava ogni giorno più grande.

Mentre piangevo come una stupida, la mia mano si posò istintivamente nel punto in cui sentivo una leggera pressione, appena sopra l'ombelico.

Ormai da qualche giorno sentivo un frullo d'ali nello stomaco, ogni tanto. E, spesso, con la punta delle dita, avvertivo un piccolo movimento scorrere sotto la pelle.

Il bambino si stava muovendo nel mio corpo, era così magico sentire un suo piede o mano sfiorare le pareti della pancia tanto da essere, delle volte, ben visibile a occhio nudo.

Questo piccolo esserino non era più tanto minuscolo, stava assumendo forme precise.

Ogni dettaglio si stava realizzando mese dopo mese, e la nascita si stava avvicinando inesorabile.

Avevo dovuto trattenermi per non correre da lui e lasciare che le sue mani si appoggiassero sulla pancia, e che l'emozione ci catturasse all'istante perché nostro figlio si stava facendo sentire.

A stento mi ero frenata dal prendere il cellulare, per dirgli cosa?

Niente, paragonabile alle cattiverie che mi aveva comunicato l'ultima volta.

 PATTO DI SANGUE (Completa) #Wattys2018Место, где живут истории. Откройте их для себя