Chapter Seventeen: Happiness Delight

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Chanyeol se ne stava sdraiato sul letto della stanza che condivideva con il suo ragazzo e guardava fuori dalla finestra, la testa momentaneamente svuotata da qualsiasi pensiero. Era tutto una novità per lui e non poteva evitare di fissare ammirato il cielo blu limpidissimo del mattino più che inoltrato, delle nuvole bianche che ne accarezzavano appena la superficie screziata di celeste. La luce filtrava appena attraverso il vetro fine e giocava con le minuscole particelle di polvere che aleggiavano candide nell'aria, facendo sembrare quel raggio un piccolo sole invernale, simile ad uno di quei miracoli di dicembre dove, nonostante il bel tempo, la neve iniziava a scendere come coriandoli. Non sapeva bene da dove la sua mente prendesse le parole per descrivere quella meraviglia, lui che per tutta la sua vita nemmeno aveva mai pensato di poter un giorno riacquistare la vista, ma sapeva che stava guardando attraverso gli occhi di suo padre, che lo istruiva gradualmente a scoprire quel mondo in fondo così simile al suo pianeta d'origine.
La Supernova della Luce lo aveva privato anche di quella benedizione e a volte si ritrovava ad essere invidioso, se pensava che i suoi undici compagni, seppur neonati, avevano avuto la fortuna di scorgere la bellezza della loro Stella madre. Chanyeol, invece, poteva vivere solo nei ricordi, come perso in un baratro pieno di colori, simile ad una frenetica discesa in un enorme caleidoscopio. Eppure, nonostante tutto, si sentiva felice come non lo era mai stato. Certo, non si era dimenticato di suo fratello, che nella stanza affianco si preparava a rischiare la vita con un antidoto creato dallo stesso uomo che li aveva maledetti entrambi. Amava Chen e nessuno avrebbe mai potuto contraddire una cosa del genere, ma non poteva che concedersi qualche minuto di puro egoismo, crogiolandosi nell'estasi delle nuove scoperte e dell'idillio che la vista gli regalava continuamente.
"Che cosa guardi?", non l'aveva sentito entrare ma nemmeno si spaventò, consapevole che in un certo senso la sua presenza non lo abbandonava mai e che gli occhi del suo cuore lo cercavano in continuazione. Gli fece segno di sedersi accanto a lui, battendo appena sul materasso dalle lenzuola color giallo limone e sorridendogli, deciso ad aspettare qualche minuto prima di parlare. Voleva solo guardarlo e se avesse potuto, giurò a sé stesso, l'avrebbe fatto tutto il giorno.
Baekhyun era davvero tutto quello che aveva sempre immaginato ed era bellissimo, semplicemente ed irrimediabilmente bellissimo. I capelli biondi gli scendevano morbidi sul viso rosa pallido, dove delle ciglia lunghe e nere contornavano sinuosamente gli occhi color miele scuro, poi il suo piccolo naso e la bocca dalle labbra morbide e sottili. Seguì con attenzione la linea del suo collo niveo e delicato, non lasciandosi sfuggire la leggera sporgenza delle clavicole e scendendo lungo le sue braccia magre ma allo stesso tempo toniche, fino ai polsi stretti e alle mani curate. Il suo braccialetto argentato brillava appena sotto i raggi del sole che aveva appena smesso di osservare.
"Tutto quello che mi sono perso", rispose, la voce appena un sussurro. Quindi si alzò appena e gli prese il mento con la punta delle dita, lasciandogli un bacio leggero sulle labbra.
Il più basso gli sorrise, stendendosi di fianco a lui e appoggiandogli la testa sul petto. Per quanto gli riguardava, sarebbe potuto rimanere così per sempre, a bearsi della sensazione di essere amato.
"Hai parlato con Luhan?", gli chiese Baekhyun.
Chanyeol annuì, prima di notare che il suo ragazzo aveva indossato a sua volta una delle divise contenute nel baule e che era vestito di nero proprio come lui, solo che la sua giacca era interamente ricoperta di simboli argentati del Pianeta Exo e aveva un largo cappuccio. Sotto portava una maglia di tessuto nero e pantaloni metallizzati, ma la cosa che più lo fece sorridere erano le collane di pelle corvina e cerchi argento che portava in più giri attorno al collo. "Chi ti ha messo questo?", chiese quando notò che i suoi piccoli occhi a mandorla erano contornati di nero, rendendoli ancora più grandi ed espressivi.
L'altro arrossì visibilmente. "E' stata un'idea di Tao... Se non ti piace lo posso togliere", balbettò come un bambino e Chanyeol si chiese come Baekhyun potesse passare così velocemente da essere impavido a preoccuparsi se dell'eyeliner potesse piacere o no al suo compagno. Lo fermò prima che si potesse strofinare gli occhi con le mani, lasciandosi scappare una risata divertita.
"Non ci pensare nemmeno", lo canzonò, facendogli capire che apprezzava eccome. Poi ritornò a guardare fuori dalla finestra, riorganizzando i pensieri per rispondere alla domanda che gli aveva rivolto un attimo prima. "Pensavo avesse una teoria più concreta, a dire la verità. In ogni caso almeno mi sono messo l'anima in pace, dopo la scenata di questa mattina pensavo che non mi avrebbe più rivolto la parola e il gruppo ha bisogno di rimanere unito", gli comunicò.
"Si preoccupa, lo sai com'è fatto", rispose Baekhyun che alla fine era stato per molto tempo il suo migliore amico e forse lo conosceva quasi più di tutti, ovviamente Sehun escluso.
"Ma stiamo giocando con il fuoco, letteralmente", riprese pensando per l'ennesima volta alla conversazione che aveva avuto appena un'ora prima. "Siamo entrambi d'accordo nel dire che quando tuo padre ti ha risvegliato, con la tua coscienza ha riportato completamente a galla anche il nostro legame. Di conseguenza, i miei poteri hanno risposto alla tua richiesta d'aiuto", disse, ricordandosi di scuotere la testa contrariato prima che Baekhyun potesse anche solo provare a prendersi qualche colpa che non aveva, "Un umano con dei poteri alieni? Non è una buona combinazione", concluse.
Il più basso alzò la testa per guardarlo. "Non sei umano, non lo sei mai stato come tutti noi. Solo non sapevi di non esserlo", gli disse, la perplessità che aleggiava nei suoi occhi.
"E' lo stesso un problema, quando Luhan ha addormentato i nostri ricordi e poteri ci ha resi quanto più simili possibile alla razza umana. Per questo il mio corpo e la mia mente non hanno reagito bene, le cose non si sono incastrate come avrebbero dovuto", rispose calmo.
"Hai paura di utilizzare i poteri?", gli chiese l'Erede della Luce, preoccupato.
Il gigante ci pensò qualche secondo, staccando gli occhi dal cielo per rituffarsi in quelli del ragazzo accanto a lui. "Molta, se devo essere sincero. Non sono sicuro di potermi controllare. Quando Luhan mi ha risvegliato il primo istinto del mio corpo, che già conosceva la sensazione del controllo del fuoco, è stato quello di utilizzare l'unica cosa certa", gli raccontò.
"Credo di non capire", insistette Baekhyun.
"Mi spiego meglio, il Risveglio per me non è stato immediato, perché c'era qualcosa che non andava. Quindi la mia mente, che era ancora quella del Chanyeol umano, si è ritrovata a lottare contro il mio corpo, ovvero i poteri e l'Erede del Fuoco, che per forza di cose ha prevalso. Per questo ti ho aggredito, mi sentivo spezzato in due e non potevo controllare i due lati di me stesso, quello razionale e quello irrazionale. I poteri vengono dall'istinto e l'istinto in quel momento era già sveglio prima della mia coscienza perché si era risvegliato insieme a te, così ti ho aggredito, come un automa", Chanyeol cercò di farsi capire il meglio possibile, affrontando una questione che era già anche troppo complicata da pensare, figuriamoci a spiegare a parole. Trascendeva le leggi della magia e la natura dell'individuo e toccava le conseguenze dell'equilibrio che si spezza, mandando il mondo o l'essere che ne è coinvolto allo catafascio. "Poi mi è venuto una specie di attacco di panico, fino a quando Jongdae non mi ha fatto ragionare, ricordandomi chi sono ma soprattutto chi sei tu", sorrise appena, perché nonostante non potesse perdonarsi di aver tentato di fargli del male, il suo cuore aveva risposto al posto della testa.
"Quindi quello che ti preoccupa, se non ho capito male, è che l'istinto prevalga ancora sulla ragione?", gli chiese l'altro, mettendosi seduto per guardarlo bene in faccia.
Chanyeol annuì leggermente. "Esatto e potrebbe succedere un disastro. Lo sai come si dice no? Il fuoco indomato è quasi impossibile da controllare", rispose.
Baekhyun gli accarezzò una guancia e non poté fare altro che sorridere nelle sue mani. "So che ti sei spaventato quando hai bruciato il tappeto di Sehun", iniziò ma il più alto lo interruppe.
"Come puoi immaginare, in quel momento non ero tanto in me", ridacchiò cercando di fargli capire che sentire il suo corpo attorno al suo l'aveva come minimo fatto impazzire, specie nel momento in cui la sua testa era diventata talmente leggera e vuota sotto la forza dell'estasi. "Ed è questo il punto, se non rimango concentrato...", fece per continuare.
"Basta, io mi fido ciecamente di te. E scusa il gioco di parole", Baekhyun lo zittì con un bacio, prima che un leggero bussare alla porta interrompesse quegli attimi di reciproca solitudine.
Il più alto borbottò contrariato, prima di staccarsi di malavoglia dalle labbra del suo ragazzo, il sapore di Baekhyun ancora nella sua bocca. "Mmm?", chiese a chiunque fosse dietro l'uscio.
"Ragazzi, sono arrivate le pizze. Venite a mangiare, avete bisogno di energie", li informò la voce calma e responsabile di Suho. Chanyeol stranamente non era molto contento dell'arrivo del cibo, ma sapeva anche che in ogni caso il loro breve momento di libertà era finito e che nel pomeriggio sarebbero dovuti tornare nella casa della Supernova.

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