Capitolo 19 - Ricredersi

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 Angy

Busso alla porta dell'ufficio dell'avvocato ed entro cercando di simulare un'aria cordiale, ma la verità è che in questi giorni sopporto il mio capo meno del solito.

Dopo un breve momento in cui ho pensato di dovermi ricredere su di lui, l'avvocato Adamante è tornato l'uomo odioso di sempre.

Ieri ho ricominciato ad inviare il mio curriculum ad alcune aziende, sperando di trovare un impiego. Se solo trovassi un posto di lavoro alternativo, potrei mandare il mio capo a quel paese. Già mi vedo sbattere la porta dello studio platealmente e lasciarmela alle spalle. Immagino perfino la faccia sconvolta del mio aguzzino dopo avergli assestato un più che sincero "vada a quel paese lei, le sue pessime maniere e il suo gran brutto carattere!".

Ma per ora sono qui, senza alcuna alternativa e mi costringo quindi a sorridere.

<<Mi ha chiamato, avvocato?>> domando con voce forzatamente gentile, mentre i miei occhi temo manifestino tutt'altro.

<<Sì, vorrei parlarle della pratica Taciti. L'ha già esaminata?>> mi domanda il mio capo, alzando gli occhi dalle carte che ha davanti e fissandoli nei miei.

Cavolo! È un grandissimo stronzo, ma devo ammettere che ha degli occhi che incantano e un viso maledettamente attraente. Non ho ancora finito di formulare il pensiero, che già mi sto dando della scema per avere anche solo considerato l'idea che l'avvocato Adamante sia un uomo affascinante.

<<Certo, avvocato. Tuttavia non riesco a capire perché l'amministrazione di quel Comune abbia deciso di espropriare il terreno di un privato, quando avrebbe potuto realizzare la rotatoria stradale in maniera tale da non invadere alcuna proprietà>> replico al mio capo, non comprendendo le scelte comunali. Sembra quasi che il Comune abbia un qualche interesse secondario alla realizzazione della rotatoria su quel terreno.

<<Vedo che è sempre molto acuta, dottoressa>> sento dire al mio capo, che mi spiazza ancora una volta con un complimento del tutto inatteso (soprattutto dopo gli ultimi giorni in cui mi ha trattata in maniera più che scostante, quasi volesse dettare chiaramente i confini del nostro rapporto esclusivamente professionale).

<<Ha avuto una giusta intuizione>> precisa l'avvocato Adamante lasciandomi ancora più incredula. <<Sicuramente il terreno del cliente è in posizione strategica, ma credo che le continue lamentele dei vicini relative alle modalità di utilizzo del terreno da parte del sig. Taciti abbiano avuto un ruolo fondamentale>> precisa l'uomo decisamente ambivalente che ho di fronte.

<<Come utilizza il terreno il sig. Taciti?>> chiedo, poiché dai documenti che ho esaminato non emerge nulla sull'attuale destinazione dell'area oggetto del procedimento di esproprio.

<<Il terreno è utilizzato da anni per ricoverare cani e gatti raccolti per strada o adottati da canili. Il sig. Taciti è un benefattore>> sento dire al mio aguzzino con un lieve sorriso che non ha nulla di sarcastico, mentre allunga sulla scrivania, affinché io possa esaminarle, delle foto che raffigurano animali con evidenti disabilità.

Fisso le foto per alcuni istanti e poi alzo lo sguardo al mio aguzzino, che sta osservando le stesse foto con occhi compassionevoli e incredibilmente gentili. Che il mio capo approvi e ammiri davvero le scelte del sig. Taciti? Davvero l'avvocato, uno scorbutico, odioso e glaciale, approva il gesto generoso di un uomo buono e amante degli animali? Impossibile! Sicuramente mi sto sbagliando e sto immaginando una tenerezza nello sguardo del mio capo che non gli è propria. Probabilmente come mi sono immaginata sguardi complici e affabili provenire da lui il giorno della festa di compleanno di mio nipote.

Se confessi, ti sposo!Where stories live. Discover now