Capitolo 6

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« Ho buone notizie -annuncia il medico un bel mattino- potrai andartene oggi stesso. » 

« Davvero? » domanda incredula Bianca.

Il medico annuisce, dopotutto negli ultimi giorni la ragazzina ha cominciato a mangiare e bere regolarmente e ad andare in bagno da sola.

« Evviva! »
Sulla soglia della porta c'è Natasha che sorride. Ha già compilato i documenti per portarla a casa con sé.

. . .

« Forte! » esclama la ragazza guardandosi attorno.

« Cosa? » le domanda la donna incuriosita da cotanto entusiasmo.

« Tutto, non lo so... Credo che mi servisse uscire... Ora dove andiamo? » Bianca si tamburella i fianchi con le dita: non riesce proprio a stare ferma.

« A casa mia, non molto lontano... Vieni la mia macchina è da questa parte. »

« Un momento! -Bianca si ferma lì dov'è- Mi sono ricordata che prima avevo uno zaino con me! »

« Niente paura -la rassicura Natasha- ho preso le tue cose qualche giorno fa e le ho portate a casa mia. »

« Oh, bene! Qual è la tua automobile? »

« Questa qui. -mostra la donna aprendo la portiera di una Corver Stingray- Coraggio, salta su! »

« Caspita! Che bella, deve essere costosissima! » esclama stupita la ragazzina passando la mano sul sedile dove si è seduta.

« Nulla di che, -sminuisce Natasha allacciando la cintura di sicurezza sia a sé che a Bianca- Ti piace la musica? »

« Sì, -risponde la giovane sistemandosi una ciocca di capelli corvini dietro l'orecchio destro- ma cosa c'entra adesso? »

Per tutta risposta Nat accende l'autoradio e accelera. « Tieniti forte. »

In circa cinquanta minuti le due arrivano fuori città. Lì, in periferia, isolato, c'è un piccolo cottage con un giardino discretamente curato. Si tratta di una casa sicura dello SHIELD che Nick Fury ha concesso all'agente Romanoff, per non far nascere sospetti nello 0-8-4, fintanto che non sanno chi sia o di cosa sia capace.

« Eccoci qua -declama la donna alla guida spegnendo il motore dell'auto appena parcheggiata sul vialetto.- Casa, dolce casa. »

« La tua macchina deve essere super moderna! -La risposta della piccola non ha alcun legame con l'affermazione dell'altra, probabilmente non l'ha nemmeno sentita, tanto era presa a fissare cose normalissime come se fossero uscite da un film di fantascienza.- Non ero mai stata su una macchina con la radio dentro!... Credo... Cioè... non mi ricordo, ecco... » Da quello che sembrava quasi un grido di euforia, il tono di lei passa ad un borbottio amareggiato.

Non è la prima volta che Bianca afferma di non ricordarsi di una qualche cosa, nota Natasha. Probabilmente le è successo qualcosa in passato, qualcosa che le rubato i ricordi o che non glieli lascia raggiungere oppure potrebbero essere i residui che le ha lasciato l'incidente.

« Ora ti mostro la casa e se vuoi prima di cena puoi farti una doccia o un bagno. »

« Va bene... -approva la ragazzina scendendo dal veicolo. Quando sta per chiudere la portiera si ferma e fa un sorriso a Nat, un sorriso innocente e scherzoso, ma la donna deve sforzarsi per non rabbrividire: si sente esposta come non mai. Se non fosse assurdo, direbbe che , guardandola negli occhi, Bianca possa vederle nell'anima.- Hai detto se voglio? -domanda poi la ragazzina- Mamma mi obbligava sempre a lavarmi e a cambiarmi prima di cena, altrimenti l'avrei saltata. »

« Da me non la salterai, -la rassicura la Vedova Nera raggiungendola giù dall'auto mentre cerca le chiavi di casa nella borsa- ameno che tu non stia puzzando come un maiale... »

« Fogna. »

« Come scusa? »

« Puzzare come una fogna. Le fogne puzzano sempre, i maiali no, qualche volta no. »

Natasha ride di gusto e le scompiglia i capelli. « Avanti, entra! »

. . .

Alla fine del giro della casa, Bianca ha deciso di farsi un bagno. Natasha, dopo averle dato tutto il necessario, è andata in salotto e ha tirato fuori il suo computer portatile.

Adesso sta scrivendo un'e-mail a Nick Fury: il capo dello SHIELD le ha chiesto (o meglio, ordinato) di fare rapporto il più frequentemente possibile.

« Che stai facendo? » La voce della ragazzina riporta l'agente Romanoff alla realtà.

« Lavoro. » risponde sperando che non ci siano domande più specifiche.

« Oh... Cos'è quello? »

« Il mio computer. » 

Bianca corruga la fronte e riduce gli occhi ad una fessura, poi, senza distogliere lo sguardo dall'apparecchio elettronico, fa il giro del tavolo su cui esso è appoggiato.

« Mmm... Credevo che fossero grandi quanto una stanza... »

« In passato lo erano ora stanno diventando sempre più piccoli e maneggevoli. » Spiega la donna, ma l'altra non sembra molto convinta.

« Ehm, Bianca, posso farti una domanda? »

« Me l'hai appena fatta. Se intendevi un'ulteriore domanda, allora, sì, puoi. A patto che dopo ceniamo. »

Natasha sorride di fronte a una franchezza così innocente. « Quanti anni hai? »

La ragazzina sbianca improvvisamente e rivolge uno sguardo terrorizzato e sconvolto al vuoto (l'uomo che la stava per investire ha descritto qualcosa di piuttosto simile), un attimo dopo sembra aver ripreso controllo di sé stessa.

« Dodici e mezzo, circa... Perché? »

Nuovi MondiWhere stories live. Discover now