Capitolo 7

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È passata circa una settimana da quando Natasha e Bianca sono andate a vivere nel cottage e quest'ultima ha esplorato accuratamente quasi ogni angolo l'edificio. È sera, quando squilla il telefono. Le due sono in cucina, la donna dai capelli rossi agguanta il cellulare e esce in fretta della stanza. 

« Pronto? Sì, solo un istante signore... Ecco, ora posso parlare Fury, perché ha chiamato? » Natasha è insospettita e infastidita dalla telefonata del direttore dello SHIELD. Nonostante i rapporti siano pressoché quotidiani, l'uomo chiama frequentemente per avere informazioni.

« Ha scoperto qualcosa di nuovo sullo 0-8-4, agente Romanoff? Sul suo passato o le sue particolarità?"

« Primo: ha un nome! -replica stizzita la donna- Secondo: non crede che glielo direi immediatamente, signore? Inoltre dovrebbe evitare di effettuare tutte queste chiamate: la bambina è molto curiosa e potrebbe insospettirsi... »

« Insospettirmi di cosa?! -Bianca compare sulla soglia del salotto. Ha un'espressione matura e seria che apparentemente stona parecchio col resto del suo essere.- Lo so che mi nascondi qualcosa da quando ci siamo conosciute. E che mi menti. » Nelle ultime due parole risuonano delusione e rimprovero.

Natasha inspira profondamente chiudendo gli occhi. « Ha sentito, signore? Non ho fatto neanche in tempo ad avvisarla... Spero che ora mi lascerà lavorare in pace... »

. . .

« Da quanto credi che ti tenga nascoste delle verità, Bianca? »

« Ne ho avuto il sentore fin da subito. La conferma è stata questa casa. »

« Sapresti spiegarmi meglio? »

« Innanzitutto, non ti comporti come nessuno degli agenti di servizi sociali con cui ho avuto a che fare. -inizia la ragazzina, poi fa una piccola pausa, come per verificare di aver detto qualcosa di vero.-  Beh... In realtà era più un avvocato... ma si nota che tu non ti sei mai presa cura di un bambino. Poi, questa casa è strana, è come se nessuno ci avesse mai vissuto prima: non ci sono fotografie né bigiotteria o souvenir, nulla che faccia presagire che tu o chiunque altro abbia mai vissuto qui. »

« Forse non sono molto sentimentale... » Prova a giustificarsi l'agente dello SHIELD.

« Forse questa è la prima cosa sincera che mi dici... » Bianca la fissa negli occhi, ha uno sguardo duro e la donna si sente subito a disagio. Ma non può distogliere lo sguardo: quegli occhi scuri, ipnotici e velenosi come un serpente, hanno una presa ferrea anche sulla mente di una delle spie più temute al mondo.

In pochi istanti la donna si trova a rivivere tutta la sua vita, tutte le missioni, tutte le volte che ha stroncato una vita senza batter ciglio, tutto il rimorso che non ha mai provato compare ora per la prima volta tutto in una volta. Delle lacrime le rigano il viso, basta! Con uno sforzo immenso Natasha riesce a smettere di fissare quei pozzi neri pieni di orribili verità.

Bianca la sta guardando imbronciata, ma non sembra aver nemmeno percepito quanto è successo o, almeno, non lo dà a vedere.

« Bene, signorina, -stabilisce Natasha- credo proprio che sia ora che tu ti prepari per andare a dormire... Concluderemo questo discorso domani. »

La ragazzina le volta di spalle e, stringendo i pugni, corre via, verso la sua stanza, infuriata come non mai. Natasha, che si era alzata dalla sedia per risultare più autoritaria, si lascia cadere sul divano del salotto.

Ora riflette su una strana sensazione avuta poco prima, mentre Bianca lasciava la stanza: un'ondata di rabbia l'ha letteralmente colpita. Non le sono ancora chiare né la potenza né l'origine, ma certamente la ragazzina ha delle abilità  fuori dal comune, se non sovrannaturali, conclude la donna. E sarà meglio per tutti identificare e comprendere tali capacità il prima possibile.

Nuovi MondiWhere stories live. Discover now