ᴰᵁᴱ

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Non sentendo nessun rumore provenire dalla stanza, Jimin decise di entrare. "Com'era il detto? Ah sì, chi tace acconsente" pensò per giustificare la sua azione.
Appoggiò la sua piccola e paffuta mano sulla fredda maniglia in ferro, la abbassò e spinse in avanti la porta in legno colorato di bianco per poi entrare.
Yoongi dormiva, era disteso al centro del letto con il corpo girato verso destra.
Jimin trovò quella scena estremamente dolce anche perché a primo impatto Yoongi gli era sembrato un ragazzo freddo, sulle sue, ma in quel momento gli sembrava il completo opposto.
Si avvicinò ancora di più al coinquilino e notò che aveva un braccio messo sotto il cuscino mentre con l'altro lo stringeva, come un abbraccio.
Jimin si intenerì talmente tanto che quasi si dimenticò il motivo per cui era entrato in quella stanza, fino al momento in cui una moto sfrecciò nel freddo asfalto davanti all'abitazione.
Jimin sobbalzò e picchiettò nella spalla del ragazzo addormentato.
Yoongi mugulò leggermente ma non si mosse quindi Jimin continuò a picchiettare la spalla bisbigliando «Ehi! Yoongi!».
Yoongi non rispose e nemmeno si mosse, sembrava un cadavere.
«Yoongi, svegliati!» disse Jimin iniziando a squoterlo leggermente.
«Che vuoi...» rispose Yoongi con la voce ancora impastata dal sonno.
«Non riesco a dormire...» disse Jimin.
«Mi dispiace ma ora non stai lasciando dormire me.»
«Scusa...»
Yoongi sbuffò e poi sussurrò «Se ti fa stare meglio dormi con me, ma non attaccarti a me.»
Jimin arrossì leggermente e ringraziò il buio della stanza per non far notare le sue guance rosee. Andò dalla parte opposta del letto, si mise sotto le coperte, prese il piccolo cuscino che non stava usando Yoongi, diede le spalle alla schiena di del maggiore e sussurrò un flebile «Grazie Yoongi».
Gli dava conforto dormire con qualcuno, gli ricordava di quando era piccolo e, spavenatato dal mostro dentro l'armadio e da quello sotto il letto della sua camera, correva verso la camera dei suoi genitori che lo accoglievano sempre e lo tranquillizzavano.
Anche se Yoongi non aveva il profumo del padre e non lo accarezzava come la madre gli lasciava sempre quel rilassante ricordo della sua fanciullezza.

Suonò la sveglia del cellulare di Yoongi che svegliò entrambi.
Jimin si alzò praticamente subito dopo aver sentito il suono fastidioso della sveglia e la spense per poi mettersi le mani negli occhi e sfregarseli leggermente.
Yoongi si stiracchiò e subito dopo sbadigliò.
Jimin si girò verso di lui, gli sorrise e poi gli disse «Buongiorno, e grazie ancora per ieri sera.»
Yoongi si girò a guardarlo e gli rispose «Buongiorno a te. Comunque figurati, anzi, scusami se ero un po' burbero ma non sopporto quando qualcuno mi sveglia, e lo dovresti sapere dato che te l'ho detto ieri a cena.»
«Sì, hai ragione...» Tagliò corto Jimin e andò in bagno a farsi una doccia veloce.
Yoongi, invece, rimase disteso nel letto a pensare.

Quando il minore finì di farsi la doccia ci andò da Yoongi. Jimin chiese a Yoongi, poco prima che entrò in bagno, che cosa avrebbe gradito per colazione ma il maggiore gli disse che per lui era uguale e andava bene qualsiasi pietanza, subito dopo entrò nel bagno per farsi la doccia.

Jimin nel mentre andò nella cucina, apparecchiò la tavola e gli preparò la colazione: una tazza di latte con dei cereali, preparò lo stesso pure per sè.
Yoongi uscì dalla doccia con ancora i capelli bagnati, si avvicinò alla cucina  e poi guardò Jimin «È per me?» chiese stupito passandosi un asciugamano nei capelli bagnati.
«Sì.» Rispose Jimin «Stile americano!» aggiunse. Yoongi gli sorrise e poi si sedette ed iniziò a consumare la sua colazione.
«Che programmi hai per oggi?» Gli chiese Jimin una volta finito il suo latte.
«Credo che farò anche oggi un giro della città, tra poche settimane inizierà l'università e vorrei sapermi ben orientare qui.»
«La penso esattamente come te, ti dispiace se vengo con te?»
«Assolutamente no.» Gli rispose Yoongi.

Dopo essersi entrambi preparati per uscire decisero che questa volta, a differenza dei giorni precedenti, era meglio andare un po' più lontano per esplorare ancora meglio la città utilizzando i mezzi pubblici a disposizione dei cittadini, residenti o turisti della città.
Jimin, una voltra entrati all'interno della stazione della metropolitana rimase esterrefatto, non perché nel suo paesello non era assolutamente abituato a roba del genere perché viveva vicino alla grande metropoli di Busan e quindi ci andava abbastanza spesso in luoghi del genere, ma rimase esterrefatto perché c'erano così tante persone differenti tutte così vicine.
Oggettivamente non era di certo un qualcosa di bello come per i suoi occhi, era solo una stazione della metropolitana dopotutto...
Yoongi rimase impassibile, abituato a quello scenario che non gli andava tanto a genio: gente che spingeva, che correva, persone maleducate che pensavano solo a loro stessi. I posti del genere sono pieni di persone di tutti i tipi, da persone normali a persone veramente strane.
Yoongi odia questi posti, crede fermamete che non si ragiona più da persone molte volte, si ragiona solo da animali, insetti, per lo specifico, ai suoi occhi sono tutti tante formiche che corrono dentro al loro minuscolo formicaio.
Jimin però non la pensa così, per Jimin sono tutte persone e lui ama i luoghi con molte persone. Ogni persona per lui è una storia.
Ogni signola persona che gli passa davanti ha con se una storia che lui ascolterebbe dall'inizio alla fine, senza saltare nemmeno un secondo.
C'è chi ha storie interessanti, chi storie banali, chi storie tristi, chi storie che sembrano uscite da un romanzo rosa ambientato in un ipotetico lontano 1800, chi storie simili alla sue ma quelli che lo intrigano di più sono quelli che molte persone definirebbero diversi, strani "Tipi da evitare" come gli dice sempre sua madre non appena ne vede uno.
Per lui sono le persone migliori invece.
Sono semplicemente loro stessi, non sono strani o diversi ai suoi occhi.
Non seguono nessun canone imposto dalla società (probabilmente non seguono nemmeno nessuna legge imposta dalla società), questo affascina molto Jimin. Ogni tanto vorrebbe fermarsi e chiedergli la loro storia, la loro storia diversa da tutte le altre.
Non bisogna freintendere il pensiero di Jimin, per lui tutte le storie sono diverse le une dalle altre e sono tutte belle a modo loro, solo che la maggior parte hanno la trama molto simile. Un po' come se fosse in una libreria e tra gli scaffali dei diversi generi letterari trovasse un libro abbastanza brutto in apparenza ma con titolo che cattura la sua attenzione e gli mette sempre più voglia di leggere il contenuto. In tutte le altre storie, cambia il genere, cambia il target, cambia la lunghezza, cambiano i personaggi, i tempi, gli anni, i luoghi, ma la fine sarà sempre la stessa per la maggior parte delle storie delle persone comuni.

Jimin si risvegliò dai suoi pensieri e guardò Yoongi che a vedersi non sembrava per niente entusiasta come lui, anzi, dall'espressione facciale sembrava proprio come se volesse starci il meno tempo possibile in quello spazio troppo piccolo per tutte quelle persone.
«Non ti piace stare qui?» Gli chiese Jimin.
«A chi piace...» Rispose.
«A me.»
«Ti accontenti di poco...» Disse Yoongi rimanendo stupito dalla risposta del ragazzo.
«Tornando al nostro giro per la città... ho sentito dire che qua passa una metro che con una decina di fermate ci porta in una zona abbastanza affollata di perone ma con tantissimi negozi e diverse attrazzioni, potremmo passarci l'intera giornata.»
A Yoongi non andava tanto a genio stare in luoghi molto affollati, preferiva senza ombra di dubbio starsene in un posto tranquillo con poche persone (o nessuno) in giro ma acconsentì perché al momento qualunque posto gli parve decisamente migliore di quello attuale.
Controllarono velocemente la carta della metropolitana che c'era all'interno e poi andarono accanto al binario che poi li avrebbe portati a destinazione.
Secondo il tabellone la prossima metropolitana sarebbe arrivata in soli due minuti quindi, per la gioia di Yoongi, l'attesa non era tanta.

Non appena salirono nel vagone Yoongi si sentì picchiettare la spalla, si girò e vide un ragazzo più alto di lui, magro, con i capelli castani chiari e gli occhi quasi neri. Yoongi notò che il ragazzo portava una bandana rossa in testa per tener a bada i suoi capelli.
«Mi scusi...» Disse il ragazzo con un tono leggermente impaurito e timoroso, non voleva disturbare.

✵✵✵

Note dell'autrice:
Davvero, non so come scusarmi per la mia assenza ma non ho avuto tempo, oppure non ho avuto idee valide. Voglio fare dei capitoli belli e lunghi e di conseguenza richiedono anche parecchio tempo. Sono abbastanza critica nei confronti di me stessa quindi finisco per cancellare parecchie volte il capitolo o varie parti di esso. Davvero, mi scuso molto con tutti voi. Vi prometto che farò di tutto per essere più attiva.

Se vi va mettete la stellina/commentate.
Nel caso di errori fatemeli notare che rimedierò subito.
Se volete scrivere delle critiche costruttive o consigli siate liber* di farlo nei commenti e nella chat con me.
Mi scuso ancora e spero che il capitolo vi sia piaciuto.

-Nora ◟̽◞̽

Roommates ♡ Yoonmin [Hiatus]Where stories live. Discover now