Capitolo 13

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Rob's POV
Dopo una lunga, ed estenuante giornata, è arrivata l'ora della seduta.

Oggi è uno splendido pomeriggio. I raggi del sole si fanno strada tra le chiome degli alberi, puntandomi diritto in viso, e un leggero venticello, che si alza da tera, rende il tutto più piacevole e rilassante. Mentre percorro il marciapiede, mi ritrovo a pensare a come sarebbe la mia vita se le sedute andassero, come mi ha detto Nick. Spero davvero con tutto me stesso di migliorare sempre di più e di diventare una persona felice e finalmente libera !

Pensando e camminando, sono arrivato a scuola. Salgo le scale ed entro nello studio.

"Questa volta sono stato puntuale" penso mentre saluto Nick.

Una volta salutati, iniziamo a parlare. Stavolta, però, c'è qualcosa diverso nelle sue domande. Sembra che voglia sapere qualcosa di più sul mio passato. Non so se sono pronto. Non so se sono pronto a parlare di queste cose e a riviverle di nuovo.

Nick mi vede un po' titubante ed in difficoltà, ma mi incoraggia a parlare e a sfogarmi.

Non so se voglio dirgli tutta la verità...

"Allora Rob..  Cosa mi dici sul tuo passato ?? Raccontami un po' di te da piccolo" mi domanda.

"Beh.. Che dire.. Diciamo che la mia non è stata un'infanzia come tutte le altre. Non è stata un'infanzia come quella che desidererebbe un bambino normale, ovvero fatta di spensieratezza e di felicità..."

"E come mai Rob ?? Che ricordi hai della tua infanzia ??"

"I ricordi che ho sono molto: tristi, solitari e malinconici!" affermo.

"Ti va di raccontarmi qualcosa in più ?? Che ne dici ??" mi incoraggia Nick.

"Non c'è poi così tanto da dire. Diciamo che i miei genitori, non sono stati molto presenti nella mia vita..." sono un po' in difficoltà. Faccio un secondo di pausa...

Non è semplice parlare di alcuni argomenti che hai cercato di rimuovere dalla tua mente il più possibile, in qualsiasi modo. Non è facile riaprire una ferita che stavi cercando di curare e di far chiudere del tutto!

"Sono stati presenti soltanto per poco! Soltanto quando ancora ero troppo piccolo per autogestirmi e quindi avevo bisogno, per forza, del loro aiuto. Ma poi, crescendo, se ne sono sempre più fregati di me. Fino a... Fino ad arrivare alla violenza fisica e psicologica!" dico tutto d'un fiato a testa bassa, serrando gli occhi.

"Va bene, per oggi può..."

"La vita con loro era uno schifo!" affermo interrompendolo.

"Io per loro non esistevo! Io per loro non contavo nulla! Non so nemmeno perché mia madre mi abbia dato alla luce, se poi non voleva occuparsi di me! Sono sempre stato solo. Sempre! Per colpa dei miei genitori non potevo avere nemmeno degli amici. Mi stavano tutti alla larga... Non c'era nessuno che voleva giocare con me! Dovevo giocare da solo in camera mia! Non avevo un padre e non avevo una madre! Ma solo due persone a cui non importava niente della mia esistenza! Io volevo soltanto una famiglia normale... Volevo soltanto un po' di affetto..." dico, sempre a testa bassa e ad occhi chiusi, urlando un po'.

Quando mi rendo conto di quello che è successo, alzo la testa. Apro gli cocchi, come a riprendermi da  una sottospecie di trans. Vedo Nick che mi fissa, non sapendo cosa dire. Forse non si aspettava tutto questo così all'improvviso. Forse ho esagerato...

"Va bene Rob, per oggi può bastare... Forse non dovevamo, alla seconda seduta, andare così a fondo. Forse ho sbagliato! Non dovevo forzarti..." mi dice lui, un po' dispiaciuto e preoccupato per l'accaduto.

BipolarWhere stories live. Discover now