Capitolo 41

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-Tornai all'orfanotrofio e tutto tornò alla normalità. Cercai di chiamarla il giorno dopo e mi rispose un... maggiordomo. Disse che non era in casa, ma che appena sarebbe tornata mi avrebbe fatto richiamare. Così aspettai pazientemente. Il mattino dopo, finalmente, mi chiamò. Mi invitò a casa sua quel fine settimana. Parlavamo tutti i giorni per ore. Non ero mai stato capace di mantenere una conversazione con qualcuno, come lo facevo con lei. Allora, il sabato arrivò e lei disse che qualcuno sarebbe venuto a prendermi. Quando una limousine parcheggiò sotto l'orfanotrofio, i miei genitori adottivi ed io rimanemmo immobili a guardarla. L'autista si limitò ad aspettare con la porta aperta. Sentendomi abbastanza in imbarazzo, salii in macchina. Non fui sorpreso quando ci dirigemmo nel quartiere più ricco che io conoscevo. Quando ci fermammo davanti alla casa di Kaitlin, guardai dal finestrino e vidi una villa. In realtà non ne avevo mai vista un prima, così ero un po' affascinato. Kaitlin arrivò di corsa da me dal portone principale. Scesi per andarle incontro. Si butto tra le mie braccio e mi diede l'abbraccio più grande che io avevo mai ricevuto in vita mia. "Sono così felice di averti qui", disse, "Andiamo, ho un sacco di cose da mostrarti. I miei genitori non vedono l'ora di conoscerti". La seguii lungo le scale di pietra, verso il portone principale. Entrammo in un ingresso grande come la casa in cui vivevo. Kaitlin mi prese per mano e mi trascinò in ogni stanza della casa. Mi fece vedere la biblioteca, la sala da ballo, l'enorme cucina e la sala da pranzo. I suoi genitori si trovavano seduti in salotto. Erano i più importanti dell'alta società. Lei era vestita con un vestito alla moda, semplice e lui vestiva con un completo e una giacca. Correndo da suo padre, Kaitlin disse: "Padre, lui è Jeremy". Suo padre mi sorrise. "Non abbiamo sentito parlare di altro questa settimana. È un piacere conoscerti, Jeremy. Il mio nome è Richard e lei è mia moglie Lillian". Nervosamente, mormorai "Salve". Lasciami dirti che, erano le persone più gentili che io abbia mai conosciuto. Mi accolsero nella loro vita e mi fecero sentire come a casa. Kaitlin mi fece vedere la sua stanza, con sua madre che ci accompagnò, ovviamente. Erano così tanto all'antica e non era adeguato che un giovanotto stesse nella sua stanza senza vigilanza. Non m'importava. In realtà, pensavo che era bellissimo. Passammo la giornata a parlare e a camminare lungo l'ingresso. Quando andammo in garage, ho visto quello che sarebbe diventata la mia passione. C'era una fila di auto sportive. "Sono meravigliose!". "Appartengono a mio padre", replicò Kaitlin, "Gli piace ricostruirle". Poi, sentimmo: "Sì, mi piace molto. Sei interessato alle auto?". Mi girai e risposi: "Non sono mai stato così vicino a qualcosa di tanto bello". "Allora, lascia che te le mostri", dichiarò Richard, e lo fece. Suo padre aprì il cofano e mi spiegò il motore. Divorai ogni parola. Poi Kaitlin, che si stava annoiando, si lamentò: "Padre, voglio fare qualcosa". Suo padre rise soltanto. Mi guardò e disse: "Se sei interessato, posso insegnarti tutto riguardo le auto. Se Kaitlin me lo permettesse". Gli dissi che mi avrebbe fatto un enorme piacere, ovviamente, ma Kaitlin mi portò via di lì. Da quel momento, passai quasi ogni giorno a casa sua. I suoi genitori mi portavano con loro in posti meravigliosi. Incominciò la scuola e continuammo ad essere inseparabili. Credo che questo l'abbia aiutata. Le persone se la prendevano con lei ed io dovevo difenderla. Anzi, avevo anche preso a pugni un tipo che la stava infastidendo pesantemente. Venni sospeso dalla scuola e castigato per due mesi. Mi permettevano di parlare con Kaitlin per telefono, ma non potevo andare a trovarla.

Improvvisamente, interrompo Jeremy:

-Allora, io ti ricordo lei perchè anche io sono imbranata e mi prendono in giro.

-Sì -Sospira Jeremy- Per questo ho fatto ciò che ho fatto.

Questo mi fa zittire.

-Ho iniziato a prendere lezioni di violino con lei e diventammo molto bravi. Suo padre m'insegnò un sacco di cose sulle auto e come ricostruirle. Richard mi ha insegnato tutto ciò che so. Durante le superiori iniziammo a cambiare. Arrivai ad avere... beh... un bell'aspetto ed iniziai ad avere un sacco di attenzioni dalle ragazze. Kaitlin diventò solo più timida. Per me, era bellissima, ma lei non si vedeva allo stesso modo. All'ora, all'inizio del nostro penultimo anno di scuola, incominciò a non sentirsi bene. Era diventata molto sedentaria e si ammalava sempre. Incominciarono ad apparirle dei lividi dal nulla. I suoi genitori la portarono subito da un medico. Lei... Scoprirono... Kaitlin aveva il cancro. Era nel terzo stadio. Eravamo tutti a pezzi. Incominciarono a farle la chemioterapia e la radioterapia. Rimasi con lei ad ogni passo. Andavo ai suoi appuntamenti e ai suoi trattamenti. Ma più il tempo passava, più diventava debole. I suoi genitori iniziarono a tenerla in casa. È stato duro. Io continuavo ad andare a scuola, ma tutto ciò a cui potevo pensare era lei. I miei voti iniziarono ad abbassarsi. Kaitlin lo venne a sapere e mi diede un meticoloso calcio verbale nel sedere. Decise che avrei dovuto portare i compiti a casa sua e che li avremmo fatti insieme. Verso la fine di quell'anno, diventò ancora più debole. Ma lei era una guerriera. Il ballo di fine anno si avvicinava e le dissi che ci saremmo andati insieme. Kaitlin disse che non voleva andarci. Aveva perso tutti i capelli e non aveva mai lasciato la sua casa, ma alla fine, andò a cercare un vestito. Ero emozionato, ma il giorno prima del ballo, si ammalò gravemente. I suoi genitori erano preoccupati che uscisse di casa. Kaitlin era distrutta. Credo che avrebbe tanto voluto andarci. Comunque, quella sera parlai con i suoi genitori, e il giorno dopo, le regalammo il suo personale ballo di fine anno. Mi presentai con uno smoking e sua madre la fece vestire. Il suo chef ci fece una grande e stravagante cena. Kaitlin non poteva mangiare in realtà, ma era un'esperienza che volevamo farle provare. Più tardi, la portai nella sala da ballo e ballammo. Lentamente, perchè lei era troppo debole, ma ballammo. È stato grandioso. Era così felice. Poi, ci sedemmo sulla Porche. Parlammo molto. Kaitlin mi prese per mano e io le sorrisi. Nervosamente si morse il labbro e poi mi guardò. Le chiesi se c'era qualcosa che non andava. Arrossì subito e senza guardarmi sussurrò: "Sto morendo". Replicai: "No, non stai morendo, supererai tutto questo". "Sappiamo benissimo che non succederà", sussurrò Kaitlin a bassa voce, "Non è di questo che volevo parlare, comunque". Leggermente irritato le dissi: "Di cosa vuoi parlare?". "Tu sei il mio migliore amico e ti adoro", sospirò. "Provo lo stesso", risposi. Mi guardò con i suoi bellissimi occhi e sussurrò: "Voglio chiederti il favore più grande del mondo, e non puoi dirmi di no. Ma capirò, se ti negherai". "Farei qualsiasi cosa per te, lo sai", le assicurai. Kaitlin guardò verso l'orizzonte. "C'è una cosa che voglio fare prima di morire". "Cosa? Possiamo fare qualunque cosa tu desideri", la incoraggiai. Respirando profondamente, disse tutto d'un fiato: "Voglio farlo con qualcuno prima di morire", i suoi occhi mi guardarono, "e voglio che sia tu". Rimasi a guardarla un momento perchè non capivo a cosa si riferisse. Poi, me ne resi conto. "Oh!", affannai, "Vuoi FARLO con me?". "Mi sono già persa troppe cose, e se muoio, ce ne saranno ancora di più che non arriverò mai a fare. Voglio sperimentare questo". Ovviamente, dissi: "Certo. Sarò onorato di farle questa cosa con te". Ora, anche io ero ancora vergine, e lei lo sapeva. Rimanemmo imbarazzati lì, per un po'. Con lei che mi teneva per mano. Dolcemente, incominciai ad accarezzare la sua con il pollice. "Quando lo vorresti fare?". "Presto", rispose, "Prima di peggiorare", Kaitlin iniziò a ridere, "Mi piacerebbe goderne, se dobbiamo farlo". Questo ci fece ridere, nonostante fosse una cosa davvero triste. "Voglio che sia speciale", dissi finalmente, "Non stanotte". Rise di nuovo. "Non con i miei genitori attorno". Così, ci organizzammo più avanti. I suoi genitori sarebbero stati fuori per una notte e dissi loro che sarei rimasto io a prendermi cura di lei. Avevamo 17 anni, quindi lasciarci da soli non era scandaloso. Kaitlin si era sentita meglio. Tutti avevamo davvero grandi speranze. Quella notte, ci sedemmo sul suo letto e ci tenemmo solo per mano. Fino a qual momento, non ci eravamo mai baciati, non avevamo mai fatto nulla, ma nonostante ciò io l'amavo. Così, con attenzione misi la mano sul suo viso e la baciai. Non entrerò nei dettagli perchè è ovviamente una cosa privata, ma è stato perfetto. Anche se avevo paura di farle del male, è stato solo dolce ed intimo. Quella notte ci addormentammo l'uno tra le braccia dell'altra. Il giorno dopo, eravamo felicissimi. È stata una cosa davvero speciale, che avremmo potuto...

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