Stai attenta, Rose

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Nel cimitero non c'era nessuno. Soltanto io e lo Sconosciuto.

Andavo spesso a trovare Joey e Susan, e ogni volta lasciavo loro dei fiori.
Quella mattina, però, non avevo portato nulla con me. Era stato un impulso a farmi correre laggiù. Una sensazione nata all'improvviso, da qualche parte, in profondità.
Aveva a che fare con il nuovo Desmond, ma facevo fatica ad accettare che quella situazione potesse essere realmente così importante per me. Non potevo credere che potesse toccarmi realmente così a fondo.

Mi inginocchiai di fronte alla tomba di Joey e a quella di Susan, e rimasi in silenzio.

Rividi Des su quella spiaggia della California, con quella giornalista che continuava a porgli domande sul suo essere divenuto una nuova "celebrità".

Mi venne voglia di urlare. Di correre via, o di colpire qualcosa, qualcuno. Colpire lui, Desmond.

Perché la vita aveva preso quella direzione?

Mi faceva male pensare a lui in quel modo. Sentirlo così lontano da un passato che in realtà non se ne era mai andato, per nessuno.

Non poteva essere. Non poteva.

Strinsi nel pugno della mano della ghiaia raccolta da terra, con forza. Con così tanta violenza che, lentamente, del sangue cominciò a cadere dalla mia mano.

Lo Sconosciuto mi guardò, poi scosse la testa.

<<Rose>> disse, ma era difficile per me riuscire ad ascoltarlo, in quel momento.

I miei occhi erano lucidi, e li chiusi.

Nella mente, rividi Joey e Susan. Le ritrovai in vita, la notte che le avevo avvistate al confine del bosco, di ritorno da ciò che poco tempo dopo le avrebbe uccise.

Le rividi durante quella cena alla locanda. Fu come tornare al momento in cui, senza nessuna ragione, si erano accasciate improvvisamente a terra, morendo entrambe.

Lasciai che lacrime cadessero dai miei occhi serrati.

<<Rose, ti prego. Ne abbiamo già parlato. Devi riuscire a superarlo. Devi riuscire ad accettare il fatto che la loro morte non è stata colpa tua.>>

Mi voltai verso lo Sconosciuto, riaprii gli occhi.

<<Come? Come posso? Sarebbero ancora vive se soltanto..>>

Mi fermai. Che cosa stavo cercando di dire?

Lo Sconosciuto, a un passo da me, mi fissava.

<<Se soltanto io non fossi mai esistita.>>

Pronunciai quelle parole, tremando.

Lui mi strinse la mano, la baciò.

<<Rose, se tu non fossi la persona che sei, allora il tuo mondo avrebbe smesso di esistere già da un pezzo.>>

Lo guardai per la prima volta negli occhi anche io, in profondità.

<<Pensi che lui... pensi che ormai si sia perso per sempre?>>

Lo Sconosciuto socchiuse le labbra, inclinò la testa di lato. Sentii su di me il profumo dei suoi capelli, del suo corpo.

<<Sono sicuro che Desmond stia cercando di reagire al dolore. A modo suo, ma sono convinto che sia ciò che sta tentando di fare. Ritrovare la luce, sai. Qualcosa del genere.>>

Sorrisi, improvvisamente. Era incredibile il modo in cui, in ogni circostanza, lo Sconosciuto riuscisse alla fine sempre a tranquillizzarmi. A farmi sentire esattamente nel luogo in cui, inconsciamente, avrei voluto essere.

<<Desmond ha bisogno di tempo, Rose. La sua ragazza è morta in un modo che per sempre rimarrà inaccettabile. Per chiunque, e per lui ancora di più. Penso che sia nostro dovere cercare di... tentare di comprenderlo, o almeno provarci.>>

Annuii. Sapevo che era così. Perché doveva essere così.

Mi sentii sollevata. Mi alzai, posai una mano sulla tomba di Joey, poi su quella di Susan, e mi voltai, pronta a lasciare il cimitero.

Avevo incominciato a camminare verso l'uscita accanto allo Sconosciuto, quando d'un tratto provai qualcosa di impossibile da descrivere.

Una fitta improvvisa attraversò il mio corpo, lasciandomi inerme e priva di forze. Dalla testa, svanì ogni pensiero e una luce bianca, violenta sembrò invadere in un istante tutto il mondo che mi circondava. Cercai lo Sconosciuto con gli occhi, ma sembrava lontano, lontanissimo.

Provai a muovermi, ma non ci riuscii.

Poi, la vidi.

Joey.

L'ex ragazza di Desmond era in piedi di fronte a me, e mi fissava.

Era bianca. Priva di ogni segno di umanità. Non riuscivo a distinguere con precisione il suo corpo, ma vedevo bene le sue dita, lunghe e affusolate. Erano intrecciate, bianche anch'esse.

Cercai di indietreggiare, ma era come se i miei piedi fossero attaccati al terreno da delle catene.

<<Rose>> disse lei, in un sussurro.

Tremai.

<<Joey. Tu..?>>

<<Sta per succedere, Rose. Qualcosa di terribile. Sarà atroce. Sarà per tutti. In realtà, è già qui.>>
<<Che.. che cosa? Di che cosa stai parlando, Joey?>>

Lei fece un passo indietro, o almeno fu ciò che mi sembrò di vedere.

<<Devi stare attenta. Sarà per tutti, questa volta. Fai attenzione alla torre, Rose. Fai attenzione.>>

Il sangue mi si gelò nelle vene, paralizzandomi.

<<Sta per succedere. Sarà atroce. Fai attenzione alla torre, Rose. Non dimenticarlo.>>

Rose e lo Sconosciuto -Il Ritorno-Donde viven las historias. Descúbrelo ahora