Ritorno

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Mi ritrovai davanti un enorme mazzo di rose rosse, velate da luccicanti brillantini color argento, le più belle che avessi mai ricevuto, lui era nascosto dalle rose, e con un gesto repentino scostò il mazzo per far si che i nostri occhi si incrociassero.

<<Ciao Su,queste sono per te>>,disse accennando un sorriso e facendo si che si intravedessero le sue stupende fossette.

Ipnotizzata da quel suo sguardo intenso e magnatico rimasi in silenzio per qualche secondo poi quando rinsavii sibilando dalla mia bocca uscì un "Grazie" e lo feci entrare nell'appartamento.

Era esattamente come lo ricordavo, alto con i capelli ricci e scuri, il suo sguardo penetrante era ancora capace di provocarmi i brividi, ed oggi come allora ne ero affascinata.

In questo frangente di tempo Lucy si era spostata in cucina attraversando il corridoio e ci stava spiando da dietro lo stipite della porta.

Dall'ingresso si intravedeva un pezzetto di gonna gialla del suo vestito che faceva capolino dalla cucina.

<<Prendo un vaso per i fiori e ti chiamo Lucy,te la presento.. se hai bisogno di qualcosa..>> mi interruppe, << no grazie, sono un pò emozionato..e agitato.. è da tanto che non ci vediamo, quanti anni saranno passati?>>, ci guardammo per fare il conto per pochi secondi.

"Otto anni", rispondemmo contemporaneamente,e una risata risuonò nella stanza.

<<Sei come ti ricordavo,i capelli sono più corti ma tu sei la stessa>>esclamò allungando una mano per sfiorarmi la guancia, ad un tratto trasalì ed una vampata di calore mi tinse di rosso le guance.

<<grazie anche tu sei lo stesso>> risposi scostandomi con un sorriso ironico.

***

Tornai in salotto, Lucy era dietro di me,aggrappata alla mia gonna con quelle sue manine sottili, quando Noah la vide non potè fare a meno di sorridere,i suoi occhi brillavano, e lei che di solito parlava a macchinetta si era di colpo ammutolita.

<<Ciao Lucy,io sono Noah>>, disse cercando di smorzare l'imbarazzo iniziale ,Lucy arrossita lo guardò e sorrise:<<Ciao Papà!>>, e quando Noah si sentii chiamare papà una lacrima calda gli scese sul volto, la prese sulle sue ginocchia e l'abbracciò, non si aspettava che lei lo chiamasse così.

Io rimasi ad osservare quell'abbraccio commossa.

<<Sei come mi ero immaginata papà>> disse svincolandosi dall'abbraccio e guardandolo negli occhi. Poi Noah le porse due buste contenenti dei regali.Dopo averli scartati saltellava per casa.<<Adesso ringrazia>> le dissi con un tono più severo ,lei gli corse in braccio e lo baciò, lui la strinse forte a sè , vederli così mi suscitò un emozione meravigliosa e indescrivibile. 

Lo portò in giro per tutta la casa, gli mostrò la sua stanzetta variopinta , tutti i suoi peluche, tra i quali aggiunse quello nuovo appena ricevuto, un elefantino tutto rosa con gli occhi verdi e brillantinati.

<<Ha i tuoi occhi tesoro!>>

<<I nostri occhi papà>>,affermò lei divertita dalla coincidenza.

Lucy non smetteva un attimo di parlare ma Noah non sembrava stanco e annoiato tutt'altro.. era curioso, partecipe cercava in tutti i modi di farla sorridere.

***

<<L'ho messa a letto>>,disse entrando in cucina mentre io finivo di lavare i piatti.

<<Grazie di tutto>> gli dissi sorridendo.

<<Mi sono perso otto anni della sua vita, voglio recuperare>> disse chinando il volto dispiaciuto per l'assenza di questi anni, volevo accogliere il suo corpo tra le mie braccia ma non ne ebbi il coraggio, rimanendo appoggiata al piano esclamai: <<mi fa piacere sapere che te ne sei finalmente reso conto, lei ha bisogno di te Noah>> 

<<E tu?>>

<<E io cosa?>> risposi confusa,ad un tratto la sua espressione del volto mutò, un'aria triste e bramosa di perdono lo avvolse, le fossette evidenti ad ogni accenno di sorriso scomparvero.

<< Tu non ha più bisogno di me?>>, mi disse avvicinandosi alle mie spalle e poggiando le mani sui miei fianchi,poi mi girò verso di lui  adesso le nostre labbra erano vicinissime tanto che sentii il suo fiato caldo sulla pelle, le sue mani di nuovo su di me mi diedero i brividi, ma assecondai il silenzio che era calato nella stanza. Non riuscivo a guardarlo negli occhi e tenni il capo chino.

"Mi dispiace Su, ho sbagliato tutto, non ti chiedo di perdonarmi adesso. Ho chiesto il trasferimanto qui a Roma per stare più vicino a voi, posso dimostrarti che sono cambiato, adesso so cosa voglio."

Riuscì nel suo intento di rubarmi un bacio premendo le sue labbra sulle mie e tenendomi saldamente nella sua morsa e non avendo altre possibilità mi abbandonai a quel bacio assecondandolo,poi lo accompagnai alla porta:

<<Ci vediamo presto>> disse scattando in avanti fiero per strapparmi un altro bacio.

Restai sull'uscio di casa finchè l'auto non scomparve sotto il viale alberato nell'oscurità della notte.

Mi sfiorai le labbra con le dita e un sorriso mi illuminò il viso,le sensazioni che aveva suscitato in me risvegliarono i ricordi di otto anni fa. Mi chiesi più volte se davvero le sue parole fossero sincere,se davvero lui fosse cambiato come affermava. Prima di spegnere la luce della cucina mi accorsi che sul tavolo aveva lasciato un bigietto ripiegato e con un pennarello colorato aveva scritto:


"Via Anglona 13".

Gli occhi dell'innocenzaWhere stories live. Discover now