t w e n t y - e i g h t

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Regaaa scusate se non ho pubblicato il capitolo stanotte, volevo mettermi a scrivere al solito orario ma poi è scoppiato un casino ok, tralasciamo.

NOTING, ora mi metto a scrivere e wooh sono le 19.10, che cosa strana scriver ad orari decenti.

*scusate eventuali errori*

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[Narratore esterno]

Jimin finalmente aveva una camera da letto, che potesse essere definita tale.

Sapeva che non sarebbe durata per molto, e che presto sarebbe tornato ad abitare nella sua stretta e fredda cella carceraria, ma quel poco che aveva a disposizione voleva goderselo.

Era freddo, la neve era scesa tutta la notte, facendo abbassare ancora di più le temperature, ma almeno quella volta il più piccolo, aveva qualcosa di bello pesante con cui coprirsi.

Era mattina presto, circa le cinque, quando gli occhi di jimin si aprirono lentamente a causa di una luce che era stata accesa, disturbandolo dal suo sonno.

Si alzò dal letto mettendosi seduto e poggiando la schiena alla spalliera del letto, chiudendo le mani a pugno e strofinandosi dolcemente gli occhi.

Magari è yoongi hyung, pensò jimin innocentemente.

La porta fu sbloccata e aperta subito dopo, rivelando namjoon che si perse qualche secondo nel guardare il ragazzo, appoggiato allo stipite

"È ora del farmaco park, tranquillo questa volta sarà meno doloroso" lo disse quasi con aria gentile, quasi a voler confortare il più piccolo, sfoggiando uno dei migliori sorrisi

Peccato fosse solo uno stratagemma per mostrarsi 'una brava persona' davanti alle telecamere di sorveglianza

Jimin lo osservò, e come la precedente volta, gli sembrò di aver già visto quella struttura corporea, quella forma del viso, quelle mani, quella voce..quegli occhi

"F-farmaco?" Ovviamente il giovane non riusciva a capire, quale farmaco aveva preso da quando era li, extra, che non fossero le sue solite pasticche?

Non pensò minimamente che quello che gli era stato iniettato nelle vene la prima volta che si ritrovò legato ad una sedia, potesse essere definito "farmaco".

Tortura forse, era il modo adatto per definirlo.

"Esatto Jimin, farmaco. Forse hai avuto qualche perdita di memoria con l'incidente dell'altro giorno ma non preoccuparti, vieni pure con me" namjoon negli anni, aveva imparato a nascondere la sua vera indole dietro una maschera di gentilezza, aveva imparato a rigirarsi nelle mani i poveri sventurati ricoverati dentro quel manicomio.

Perché in fondo quella era l'unica parola per descrivere quel luogo di torture.

"O-okay.." Jimin era titubante, sapeva di aver già sentito una voce simile a quella dell'uomo che lentamente lo fece uscire dalla porta di camera.

Era innocente, e forse anche un po' ingenuo, e non riuscì a captare il fatto che ogni passo che faceva in avanti nel corridoio, si avvicinava sempre di più alla tana del lupo.

psycho; yoonminWhere stories live. Discover now