22; Lydia

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una settimana dopo

Il treno partiva alle dieci, quindi io e Scott potevamo prendercela comoda.

Ero stesa sul letto con la testa poggiata sulla sua pancia, senza nessuna maglia che ci ostacolasse. Lui giocava con i miei capelli, guardando fuori dalla finestra.

«In questa settimana la quantità di sesso che abbiamo fatto ha superato limiti incredibili.» Disse.
Sorrisi. Già, in quel periodo ogni scusa era buona per buttarci sul letto e sfilarci via i vestiti.

Mi girai a pancia in giù e lo guardai negli occhi. Camminai a carponi verso di lui e gli diedi un bacio, a cui rispose felice. Con la mano cinse la mia vita e mi attirò a sè dolcemente. Iniziò a toccarmi la schiena, poi salì un po' più in su, sfiorando il gancio del reggiseno. Intuii che stava per toglierlo liberandomi di un altro indumento inutile, ma posai la mano sopra la sua.

«Scott, mancano due ore e devi ancora fare le valigie.»

Lui fece il suo solito sorriso malizioso. «Ma dai, altri cinque minuti.»

Gli diedi un bacio veloce. «No, fila a fare le valigie, Callaghan.»

Sospirò. «Vieni qui.» Fece cenno di mettere la mia testa vicino alla clavicola, e così feci. Prese la mia mano e la intrecciò con la sua. Amavo quando faceva così.

«Ti amo.» Dissi. Ottenni come risposta un bacio sulla testa. Inspirò piano l'odore dei miei capelli, e per un momento mi chiesi se era un buon odore.

«Anche io, Lydia, e non hai idea di quanto.»

Sorrisi. Qualche mese prima lo odiavo con tutta me stessa perché aveva trasformato Thea in una sadica oca giuliva, ignara del fatto che sotto sotto lei era sempre stata così. Mi chiesi quanto potevo essere stata stupida a non accorgermene.

Riflettei su una cosa: tutte le azioni che avevo compiuto, in tutte le circostanze, mi avevano portata qui, in un albergo con Scott, con la testa sul suo petto scolpito, innamorata di lui. Era partito tutto da quando Amanda ci aveva chiesto di avere un figlio, opzione che io avevo considerato inammissibile e inaudita.

Se ce ne fosse stato modo, avrei voluto parlare con la me di quel tempo innanzitutto per darle uno schiaffo, poi le avrei fatto notare che non dovevo perdere tempo della mia vita per persone la cui ormai amicizia era svanita da secoli.

Dovevo vivere la mia vita nel modo che più ritenevo giusto per me, non dovevo passare i pomeriggi a casa di una persona che non si fidava di me.

«I'm miss sugar pink liquor liquor lips...»

«Vaffanculo.» Tuonai. Non riuscivo più a sopportare Bubblegum Bitch.

«Scherzo.» Disse lui ridendo. Strinse la mia mano e se la portò alle labbra, baciandone ogni centimetro, scendendo fino al polso e poi al braccio. Io strofinai il naso contro la sua guancia e lui mi diede un bacio su di esso. Adoravo quando faceva così. Alzai un po' la testa in modo che la sua bocca scendesse fino ad incontrare la mia.

Stettimo abbracciati per un altro po' di tempo, poi finalmente Scott capii che doveva prepararsi la valigia, mi lasciò un piccolo bacio sulla fronte e corse a fare il suo dovere. Sorrisi e andai a vestirmi, dato che avevo preparato gran parte del borsone la sera prima.

Una mezz'oretta dopo eravamo nell'atrio dell'albergo, avevamo appena finito di pagare tutto con la carta di credito di Scott. Notai che Anja gli rivolgeva strane occhiate, e avevo la mezza idea di strozzarla.

«Beh, addio ragazzi.» Disse.

«Addio.» Risposi. Non mi mancherai, pensai.

Scott e Anja si salutarono battendosi il cinque a vicenda — meno male, perché non avrei sopportato un gesto di affetto di grado più alto — e uscimmo dall'albergo per l'ultima volta.

***
-3.

MumWhere stories live. Discover now